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PECHINO È IN COMA

Pechino è in coma

Autore MA Jian
Editore Feltrinelli, Milano
Prima edizione 2009
Pagine 633
Traduzione (dall'inglese) di Katia Bagnoli
Titolo originale Beijing Coma
© 2008 by Ma Jian
Titolo in cinese: 北京植物人
N. ISBN 978-88-07-01787-2
 

4 giugno 1989. Dai Wei è colpito alla testa da un proiettile durante la rivolta di Piazza Tienanmen. Da allora "vive" in un letto, prigioniero del proprio corpo, prigioniero della polizia che aspetta il risveglio per arrestarlo. Dai Wei non perde il contatto con il mondo. La sua acutissima sensibilità per le piccole cose che gli succedono intorno e il dialogo costante con il proprio corpo lo aiutano a ritornare sulla sua storia e sulla storia della Cina. I giorni della mobilitazione studentesca e più indietro il decennio della Rivoluzione culturale, le mobilitazioni degli universitari di Pechino e le interminabili discussioni politiche, gli slogan gridati e i sentimenti sussurrati con riserbo. Pechino cambia, l'isolato dove si trova la piccola casa di Dai Wei viene abbattuto. La vecchia Cina muore, e fa posto a uno stadio, il Nido, per le Olimpiadi del 2008. Per la prima volta, viene infranto il più rigoroso tabù della storia recente cinese: Piazza Tiananmen. Ma Jian ne fa una narrazione dolorosa, a volte brutale, quasi sempre lirica. E sceglie un uomo in coma che grida il diritto universale alla speranza. Un'opera cruciale, severamente proibita in Cina, che consacra Ma Jian come il più importante scrittore dissidente cinese.

"Accade soltanto una volta in dieci anni, e forse in un'intera generazione, che un romanzo narri così profondamente il modo in cui guardiamo al mondo e a noi stessi."
"The Daily Telegraph" Tash Aw
Ma Jian
 Ma Jian è nato a Qingdao nel 1953. Ha lavorato come riparatore di orologi, pittore di poster di propaganda e fotoreporter per una rivista diretta dallo stato. A trent'anni abbandona il lavoro e viaggia per tre anni attraverso la Cina, un viaggio poi descritto nel suo libro Polvere Rossa (Neri Pozza 2002). Nel 1987 pubblica la raccolta di racconti sul Tibet Tira fuori la lingua (Feltrinelli 2008), libro che gli costa la condanna pubblica del governo cinese, il bando delle sue opere e lo spinge all'esilio a Hong Kong. Nel '97, dopo la restituzione dell'isola alla Repubblica Popolare Cinese, parte per la Germania e infine Londra, dove vive tuttora. Nessuno dei suoi libri può circolare nella Repubblica Popolare. Mentre lo scrittore ci torna due o tre volte all'anno. Autore di Polvere rossa (2002), Pechino è in coma (2009), Spaghetti cinesi (2006), Tira fuori la lingua. Storie dal Tibet (2008), La via oscura (2015).

 

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