I QUARANTUNO COLPI
Autore |
MO Yan 莫言 |
Editore |
Einaudi, Torino |
Prima edizione |
Maggio 2017 |
Pagine |
464 |
Titolo originale |
Sishiyi pao (四十一炮) |
A cura di |
Maria Rita Masci |
Traduzione (dal cinese) di |
Patrizia Liberati |
N. ISBN |
978-8806218560 |
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Nella Cina dei primi anni Novanta, il giovane Luo Xiaotong
decide di rifugiarsi in un tempio abbandonato e diventare il discepolo
del Grande monaco Lan. In un monologo irrefrenabile, viscerale,
violentemente comico, Luo Xiaotong racconta al maestro il passaggio dal
pauperismo maoista all'ingordigia dell'economia di mercato, dipingendo
un affresco straordinario della modernizzazione cinese.
Per espiare i suoi peccati e pervenire, attraverso l'adesione al
buddhismo, alla suprema saggezza, il giovane Luo Xiaotong racconta,
costantemente distratto dall'arrivo di una fantasmagoria di persone e
dalla rutilante Sagra della carne che si sta organizzando all'esterno
del tempio, la propria vita al Grande monaco Lan.
È in primo luogo la storia della rovina della sua famiglia, con il padre
che, dopo essere scappato con un'altra donna, torna a casa pentito ma
finisce per uccidere la moglie quando scopre che è diventata l'amante di
Lao Lan, il capo villaggio. Ma è al contempo, e soprattutto, la
testimonianza del degrado morale che ha comportato il passaggio, in
Cina, dall'economia socialista a quella di mercato. Il mito della
prosperità ha trasformato la macellazione, un'attività tutto sommato
artigianale e tradizionale alla base dell'economia del posto, in una
carneficina industriale che non si ferma nemmeno davanti a metodi
illegali e atrocemente crudeli.
E Luo Xiaotong, benché ancora bambino, è parte attiva in questo
processo, perché l'idea di rendere accessibile a tutti la carne, di cui
è patologicamente ingordo, gli stimola uno spirito imprenditoriale che
fa di lui l'eroe della zona, osannato come un santo, elevato a divinità.
Ma quando la madre muore, il padre finisce in prigione e la fabbrica è
messa sotto processo per frode, è costretto a vagare per le campagne
chiedendo l'elemosina. Nel momento in cui però trova i proiettili di un
vecchio mortaio nasce in lui il desiderio di vendetta nei confronti di
Lao Lan, l'artefice dell'arricchimento degli abitanti (oltre che della
sua rovina).
Partendo da suoi temi fondanti - la fame, il sesso, la mutazione della
società contadina e lo stravolgimento dello stato di cultura e natura
che ha comportato - Mo Yan inscena, con ironia e senso del grottesco,
l'esito della modernizzazione cinese, carnevalesco contrappasso di un
pauperismo estremizzato dalle dissennate politiche maoiste.
Mo Yan, che (in cinese classico) significa
"non parlare", (cinese tradizionale: 莫言,
pinyin: Mò Yán), pseudonimo letterario di Guan Moye (cinese
tradizionale: 管谟业)
(Gaomi, 17 febbraio 1955), è uno scrittore e sceneggiatore cinese. Premio Nobel per la Letteratura nel 2012,
nasce nel 1955 da una famiglia numerosa di contadini poveri, a Gaomi,
nella provincia dello Shandong. Nel febbraio del 1976 abbandona il
povero e isolato paese natale per arruolarsi nell'esercito. Fa il
soldato semplice, il caposquadra, l'istruttore, il segretario e lo
scrittore. Nel 1997, congedatosi dall'esercito, inizia a lavorare per un
giornale. Nel frattempo si è laureato presso la Facoltà di Letteratura
dell'Istituto Artistico dell'Esercito di Liberazione Popolare
(1984-1986) e ha ottenuto un Master in Studi letterari e artistici
presso l'Università Normale di Pechino (1989-1991). Inizia a pubblicare
nel 1981.
Fra le sue numerose opere narrative, Einaudi ha finora pubblicato
Sorgo
rosso, 1994,
L'uomo che allevava i gatti, 1997,
Grande seno, fianchi larghi, 2002,
Il
supplizio del legno di sandalo, 2005,
Le sei reincarnazioni di Ximen Nao, 2009,
Le
rane, 2013,
Le canzoni dell'aglio, 2014,
Il paese dell'alcol, 2015, e
I quarantuno colpi, 2016.
Delle sue undici novelle si ricordano Felicità, Fiocchi di cotone,
Esplosioni, Il ravanello trasparente. Tra i racconti, Il cane e
l'altalena e Il fiume inaridito, che Einaudi ha pubblicato nella
raccolta di racconti
L'uomo che allevava i gatti,
Cambiamenti,
pubblicato nel 2012 con i tipi di Nottetempo.
Ha anche scritto opere teatrali e sceneggiature cinematografiche come
Sorgo rosso, Il sole ha orecchie, Addio mia concubina. Il film Sorgo
rosso è stato premiato con l'Orso d'Oro al Festival del cinema di Berlino e Il sole ha orecchie con quello d'Argento. Nel 2005 gli è stato
assegnato il Premio Nonino per la sua intera opera.
Opere principali di Mo Yan (in cinese)
Notizie dalla stampa sul
conferimento del Premio Nobel
Nobel
per la Letteratura a Mo Yan. La Cina supera il vecchio complesso (La
Stampa)
A
Mo Yan il Nobel per la letteratura. E' l'autore di "Sorgo
rosso" (La Repubblica)
Il
Nobel a Mo Yan, «colui che non vuole parlare» (Il Corriere della
Sera)
Cina,
letteratura da Nobel (Lettera 43)
Il
Nobel per la letteratura va a Mo Yan, autore di Sorgo rosso (Il
Messaggero)
Sorgo
Rosso, libro e film rivelazione (Ansa)
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