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STORIA DELLA CINA
Storia moderna - II. Rivoluzione anti-dinastica (1896-1911)

1896 Armata "moderna" formata a Tianjin (8). Accordo tra Cina e Russia per la costruzione di una ferrovia a gestione comune nella Manciuria. Si consolidano le zone d'influenza occidentali in Cina (11).  
1897 I russi occupano Lüshun e Dairen (10).   
1898 I "Cento giorni" di riforma liberale. Si accentua il problema istituzionale (12).  
1899 Ha inizio la rivolta del Movimento degli Yihequan "Il gruppo della concordia e della giustizia", che praticano la boxe cinese come metodo di allenamento fisico e morale e che sono chiamati per questo motivo Boxer o "Società dei pugni armoniosi" dagli Occidentali. È un movimento xenofobo antimperialista e antioccidentale.  La rivolta dei Boxer
1900 Gli stranieri per più di 50 giorni sono assediati nel quartiere delle legazioni a Beijing, poi, con l’aiuto dell’esercito di sette nazioni occidentali e del Giappone, domano i Boxer e si abbandonano al saccheggio. 
Primi tentativi insurrezionali (13).
 
1901 La vittoria sui Boxers apre un’era di prosperità per i residenti europei e i Giapponesi i quali spadroneggiano come se l’impero fosse una loro conquista.  
1902 L’Italia ottiene circa mezzo chilometro quadrato in Tianjin come "Concessione".  
1904 Guerra russo-giapponese, vinta dal Giappone.   
1905 Sun Yat-sen organizza in Giappone il Movimento rivoluzionario anti-mancese, appoggiandosi sulla borghesia del Sud, sugli studenti che rientrano dal Giappone e dall’Europa e sui Cinesi d’oltremare (Cinesi all’estero).
Abolizione degli esami di Stato (14). 
Sun Yatsen
1908 Pubblicato uno schema di Costituzione (15).
Muoiono (novembre) l'imperatore Guangxu e l'imperatrice Cixi; la reggenza per il nuovo imperatore bambino (Puyi, di 3 anni, con il nome dinastico di Xuantong) è affidata al padre, principe Chun. 
 
1910 Convocata la prima Assemblea nazionale (15).  
1911 Dopo la vittoria di Wuchang (10 ottobre), la rivoluzione teorizzata da Sun Yat-sen si estende a tutta la Cina meridionale. In dicembre, a Nanjing, Sun Yat-sen è eletto presidente. La dinastia mancese viene rovesciata e proclamata la repubblica; termina l’impero cinese.  
 
Note
11. La creazione di zone d'influenza, dal 1895 in poi, costituì uno sviluppo diverso da quello delle Concessioni impiantate nelle decadi precedenti. Le zone d'influenza comportarono il monopolio politico-commerciale di determinate aree, sostenuto da vie di comunicazione possedute e gestite in esclusiva da una potenza coloniale.La Francia ebbe così una "sfera" nelle tre province dello Yunnan, del Guangxi e del Guangdong, muovendo dalla base del Vietnam, attraverso ferrovie che raggiungevano la città di Kunming e le miniere sfruttate da imprese francesi nella Cina sud?occidentale. Anche la Russia, partendo dalla base della Siberia, attraverso la ferrovia trans?manciuriana aveva la propria "sfera" nel nord-est, fino ai porti di Dalian-Lüshun; Francia e Russia, allora alleate, ottennero poi insieme concessioni speciali sulla ferrovia Pechino-Hankou, costruita da un consorzio fondato in Belgio.L'Inghilterra, potenza marittima e commerciale, si assicurò una "sfera" in tutto il bacino del fiume Yangzi, a cominciare da Shanghai; estese inoltre il territorio della colonia di Hong Kong, e ottenne concessioni per la costruzione di oltre 4.900 km di ferrovie.
La Germania, potenza marittima e commerciale emergente, si stagliò una "sfera" prendendosi tutta la provincia dello Shandong. Partendo dai porti di Jiaozhou e Qingdao, attraverso le ferrovie che se ne diramavano, penetrò nell'interno dandosi allo sfruttamento di varie miniere.Il Giappone, oltre all'annessione di Taiwan, si assicurò una sfera d'influenza in Manciuria, sostituendosi alla Russia dopo la vittoria nel conflitto russo-giapponese del 1904-'05. Più tardi, all'indomani della prima guerra mondiale che lo vide schierato accanto all'Inghilterra, si fece avanti per raccogliere l'eredità della Germania nello Shandong.
12. Durante cento giorni, dall'11 giugno al 20 settembre 1898, Kang Youwei (1858-1927) e altri riformisti radicali riuscirono a far promulgare una serie di decreti imperiali, che se messi in atto avrebbero cambiato in senso liberal-democratico il volto della Cina.II giovane imperatore Guangxu si era fatto conquistare dai riformatori; ma a costoro mancava il tatto e il senso della gradualità e dell'opportunità politica. D'altra parte la forza degli interessi conservatori era affievolita ma non infranta. Una congiura di palazzo riportò così al potere l'imperatrice Cixi. Il giovane imperatore venne messo agli arresti; i capi riformatori che non si erano messi in salvo furono condannati, con sei esecuzioni capitali.
Più fortuna ebbe il programma riformista, lento e graduale, promosso da Zhang Zhidong, governatore generale della Cina meridionale, che si fece campione nell'attuare la politica di ziqiang ("auto-rafforzamento"). Tuttavia il problema istituzionale diventava sempre più acuto, proprio a causa dell'iniziale modernizzazione.Le mutate condizioni socio-economiche infatti esigevano insieme un effettivo coordinamento centrale e una sincera collaborazione delle autorità provinciali. Ma la struttura amministrativa tradizionale era imperniata su di un equilibrio tra centro e periferia, con prevalenti funzioni di controllo (e non di direzione) attribuite al centro. Tuttavia in questo mancavano strutture unificate, e predominavano invece organi di potere distinti e spesso in lotta tra di loro. Neppure l'assetto fiscale era unificato, data la moltitudine di imposte separate e per spese specifiche, che vari enti statali riscuotevano per conto proprio.Inoltre la soppressione militare delle numerose ribellioni nel sec. XIX fu possibile grazie alla creazione di eserciti provinciali, organizzati con risorse locali e attraverso la cooperazione dei notabili del posto. Anche le prime opere di modernizzazione e di industrializzazione vennero prese per iniziativa locale. Questa doppia circostanza rafforzava il potere delle autorità periferiche. I tentativi del potere centrale di intervenire, per "dirigere e coordinare" attraverso ministeri e agenzie governative, erano considerati non senza ragione come maneggi di latrocinio da parte degli avidi tentacoli della corte.
Il fatto che la famiglia imperiale fosse di origine straniera (mancese) influiva ulteriormente sulla tensione tra centro e periferia. Tanto più che dopo oltre tre secoli di dominio la corte mancese si voleva gelosamente "diversa" dai sudditi cinesi. Viveva da parassita, attaccata ai propri privilegi.
13. Due tentativi insurrezionali vennero attuati nel 1900, incoraggiati dalle imprese dei Boxers: uno nel sud, a Huizhou (prov. del Guangdong) promosso dagli uomini di Sun Yatsen, e un altro nella valle del fiume Yangzi, sostenuto da Kang Youwei (nota 12) che aveva trovato rifugio in Giappone. I tentativi, ambedue falliti, misero a fuoco due tendenze diverse nello schieramento rivoluzionario. Si delineavano infatti una "rivoluzione popolare", dal basso (invocata da Sun Yatsen), e una promossa "dall'alto" propugnata dai riformisti del 1898, che tendevano essenzialmente a migliorare le istituzioni per rafforzare il regime.Le due tendenze, concretizzate poi nei movimenti "rivoluzionario" e "costituzionalista", si contesero la direzione del rinnovamento sociopolitico della Cina fino alla fondazione della Repubblica nel 1911-'12, e influenzarono gli schieramenti politici successivi fino all'ascesa al potere di Jiang Jieshi nel 1928.
14. Gli esami di Stato per il reclutamento della burocrazia governativa, periodici e a livello ascendente (prefettura, provincia, nazionale) erano in uso da quasi due mila anni. Versavano essenzialmente sulla padronanza dei classici confuciani e sui principi etico?pratici del buon governo. La seduta d'esame consisteva nella composizione di un saggio conciso e robusto, che dal 1487 doveva contenere non più di 700 ideogrammi, e andava distribuito in "otto sottotitoli" (bagu) e redatto in uno stile ricco di ritmo e di espressioni antitetiche. Era un sistema di esami utile per il controllo dell'ortodossia politica negli aspiranti-mandarini, ma era poco adatto alla creazione di quadri dirigenti adeguati alle nuove esigenze della modernizzazione.Dopo due tentativi di riforma parziale nel 1901 e 1904, gli esami di Stato come porta d'ingresso agli incarichi statali furono aboliti definitivamente nel 1905. Venne attribuito invece valore legale a diplomi e lauree conferiti dalle Shuyuan (Accademie) statali, alle quali fu riconosciuto un livello di studi (universitario, secondario, primario) ufficiale corrispondente al livello amministrativo territoriale. Dovevano offrire programmi adeguati ai tempi, con frequenza obbligatoria alle lezioni e reclutamento a largo raggio.Con la riforma del 1905 cessa il binomio secolare "cultura classica" = "impiego statale". Le porte dell'istruzione sono aperte teoricamente a tutti; ma a studi finiti si presenta per i giovani l'interrogativo dell'impiego, e sorge il problema della disoccupazione intellettuale, resa più socialmente pericolosa dalle idee rivoluzionarie che prendono a dominare nella nuova scuola.
15. Una Costituzione era stata promessa dalla corte imperiale nel 1906, dopo la nuova vittoria giapponese sulla Russia, che sembrò confermare la validità dell'assetto costituzionale per il rafforzamento di un Paese moderno, pure in Asia. Anche i più conservatori tra i dignitari imperiali sembrano scossi dal successo giapponese.Tuttavia lo schema di Costituzione proposto nel 1908 riservava all'imperatore poteri molto più ampi ed esclusivi di quanti non attribuisse al Mikado la Costituzione giapponese, su cui si diceva modellato l'abbozzo cinese. L'assemblea rappresentativa che proponeva, aveva funzioni meramente consultive; restava ad nutum dell'imperatore, non doveva interferire nelle spese della corte, nelle nomine alle cariche pubbliche e nelle misure di ordine pubblico; né poteva occuparsi di politica estera. In particolare non era previsto un gabinetto ministeriale diretto da un primo ministro, nel timore che questi offuscasse la figura dell'imperatore.Le Assemblee provinciali (ziyiju) vennero formate nell'ottobre 1909. Nel febbraio seguente, i rappresentanti provinciali (tre per ogni Assemblea) convenuti a Pechino chiesero invano che si desse inizio a un assetto costituzionale genuino. La stessa richiesta fu ripetuta e nuovamente rigettata dalla corte in occasione dell'Assemblea nazionale consultiva (zizhengyuan) dell'ottobre 1910, che comprendeva 100 delegati delle province e 100 di nomina imperiale. Nell'aprile 1911 venne infine formato un deludente "gabinetto reale" di 13 membri (con due "vice primi ministri"), composto da otto mancesi, un mongolo e quattro cinesi.
 

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