Sun Yatsen (1866-1925), leader della rivoluzione cinese e teorico politico, considerato il padre della Repubblica, nacque vicino a Macao, nel sud della Cina, il 12 novembre da genitori agricoltori. La conversione del padre al cristianesimo influì indubbiamente sulla formazione iniziale di Sun, che continuò a considerarsi cristiano durante tutta la vita. Ben presto fu inviato ad Honolulu presso il fratello maggiore ivi emigrato, e là frequentò la scuola dei missionari protestanti; quindi si iscrisse a medicina ad Hong Kong dove si laureò nel 1892.
Dopo un breve periodo di pratica clinica, egli si identificò col movimento rivoluzionario contro la dinastia mancese, diede vita alla
Xingzhonghui ("Società per la rinascita della Cina") e, nonostante le forti resistenze incontrate, proseguì nell'azione di propaganda politica fra gli studenti cinesi ed i commercianti stranieri. La sua partecipazione ad un complotto rivoluzionario dopo la disfatta della Cina ad opera del Giappone nel 1895, aggiunta alla precedente attività, fece di lui un perseguitato del governo imperiale tanto da essere costretto a fuggire negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
Nel 1896, mentre si trovava a Londra, fu rapito e sequestrato nella legazione cinese per diversi giorni finché intervenne a favore del suo rilancio, quale rappresentante del governo inglese, Sir James Cantlie, da lui conosciuto e stimato fin dall'epoca dell'università. In questo periodo di esilio studiò le condizioni politiche ed economiche dei Paesi occidentali, cercando sempre di combinare in una sintesi ideale pensiero ed esperienza cinesi con le teorie ed applicazioni dell'Occidente più idonee ed adeguate a tale conciliazione. Nel 1898, infatti, Sun mise a punto i primi lineamenti della sua dottrina politico-sociale che sarà pienamente esposta nei suoi scritti pubblicati diversi anni più tardi.
I suoi famosi "tre principi", nazionalismo, democrazia e benessere per il popolo
(Sanmin Zhuyi, Canton, 1920) ebbero forte risonanza provocando consensi in gran parte del popolo, tanto che, successivamente, furono posti quali principi del Guomindang, il partito nazionalista che Sun fondò nel 1912.
Fedele all'ideale rivoluzionario e sempre attento nel rinvenire i mezzi appropriati a tale scopo, Sun tentò di utilizzare la reazione sviluppatasi dopo l'insurrezione dei
Boxer (1900) - che respingevano l'Occidente in nome di un angusto e fanatico nazionalismo
- per stabilire un governo democratico, decretando così la fine del regime mancese. Ma anche questo tentativo fallì ed egli, costretto nuovamente a lasciare la Cina per raggiungere Tokyo, iniziò qui la pubblicazione del "Giornale del popolo"
(Min Bao), che gli consentì di diffondere il suo pensiero fra i connazionali all'estero. La dottrina del "benessere per il popolo", basata sull'uguaglianza e la cooperazione delle varie parti sociali, fu una forma moderata di socialismo che ripudiava il livellamento sociale estremo affidando ad ogni uomo il proprio posto nella società civile secondo le capacità ed i meriti personali.
Nell'ottobre del 1911, quando iniziò la rivolta militare di Wuchang, primo episodio della rivoluzione, Sun si trovava in Gran Bretagna, dopo aver peregrinato per la Cocincina, Giava, Stati Uniti ed Europa, dovunque sostenendo la causa del popolo cinese e sollecitando interventi politici affinché cessassero gli aiuti economici stranieri al governo imperiale. Ritornato in Cina a fine dicembre, già il 5 gennaio dell'anno successivo giurò nelle vesti di presidente provvisorio del nuovo governo repubblicano dopo che, appena giunto in patria, un'assemblea dei "delegati provvisori" di quattordici province riunitasi a Nanchino lo aveva acclamato primo presidente della Repubblica.
Frattanto, nel febbraio 1912, un proclama imperiale in cui si annunciava l'abdicazione dell'imperatore ed il trasferimento dei poteri del reggente ai rappresentanti del popolo, autorizzava Yuan Shikai a formare un governo repubblicano. Considerata attentamente la situazione e vista l'impossibilità di unificare il paese sotto la sua presidenza, anche per la ripresa del conflitto fra le province settentrionali e meridionali, Sun si ritirò in favore di Yuan Shikai, accettando la funzione di direttore generale dei trasporti e del commercio. In questo incarico ebbe modo di verificare la sua concezione dell'equilibrio fra sovranità popolare e "governo di esperti", adoperandosi nel contempo sia per lo sviluppo adeguato dei mezzi di comunicazione accompagnato dal necessario progetto tecnologico e produttivo, sia per la promozione di una qualificazione maggiore delle maestranze, sia per la partecipazione popolare alle decisioni dell'esecutivo.
Mentre Sun operava secondo le linee della nascente repubblica, divennero presto chiare le intenzioni di Yuan, il quale combatteva apertamente il Guomindang e rifiutava al parlamento qualsiasi diritto di intervento nella gestione dei fondi pubblici. Nel dicembre dello stesso anno, ad aggravare una situazione già precaria, scoppiò una rivolta interna "antimonarchica", coagulatasi intorno all'opposizione fra il nord ed il sud, a causa delle ambizioni del presidente Yuan che voleva restaurare nella propria persona l'istituto imperiale. Dopo la morte di Yuan (6 giugno 1916), Sun fu l'animatore del governo autonomo di Canton, che era una promettente base rivoluzionaria, e dove poteva contare anche sui sentimenti dei meridionali contro il prevalere dei "signori della guerra" nordisti. Tuttavia le idee rivoluzionarie di Sun si scontrarono con le mire dei leader militari di Canton, che lo costrinsero a trovare rifugio a Shanghai.
Nel periodo di forzato ritiro (1918-'20) scrisse l'opera
Jianguo fanglüe ("Programma di costruzione nazionale"), nella quale espose tre tipi di ricostruzione: psicologica, sociale e materiale. Quella psicologica implica il ribaltamento della precedente filosofia cinese secondo la quale "la conoscenza è facile ma l'azione è difficile", per sostenere la difficoltà ed insieme la necessità della conoscenza scientifica in funzione di una effettiva azione per il progresso. La ricostruzione materiale indica a grandi linee il processo di modernizzazione della Cina attraverso nuovi sistemi di comunicazione e un diverso utilizzo delle risorse. Infine quella sociale, connessa strettamente ai tipi precedenti, riprende la dottrina dei "tre principi", accennando alla possibilità di un futuro comunismo e rimproverando nel contempo a quello sovietico la sua poca adattabilità ai bisogni della Cina. Sun precorre così mezzo secolo di storia situandosi in un punto centrale fra la vicenda epica dei Taiping e la Repubblica Popolare Cinese.
Nel febbraio 1923 Sun poté tornare a Canton grazie all'appoggio dei generali del Guangxi e dello Yunnan, ma perse buona parte del sostegno che era stato dato a lui e al Guomindang dai cinesi residenti all'estero, avendo permesso l'uso di metodi violenti nell'azione militare per la riconquista di Canton nel marzo 1924. Però le sue idee politiche e la sua opera instancabile, interpreti di una volontà collettiva e ormai diffusa, gli garantirono il consenso di gran parte dei lavoratori e degli studenti, grazie anche alla collaborazione di Michail Borodin, agente del Comintern sovietico, che si adoperò nel dare una efficiente organizzazione al Guomindang.
Nello stesso anno fu pubblicata l'opera
Jianguo dagang, nella quale egli descrisse i tre stadi attraverso i quali la rivoluzione dovrà sfociare infine nella democrazia: uno stadio militare per l'unificazione del Paese, quindi un periodo di dittatura politica
- in modo solo formalmente analogo al modello sovietico perché basata su fondamenti ideologici diversi
- ed infine l'età costituzionale.
Ma come fu assente durante la rivolta di Wuchang nel 1911, così, confermando comunque la sua influenza umana e politica indipendentemente dalle distanze, Sun non poté essere presente nel periodo unitario della Repubblica cinese, fu stroncato da un tumore a soli 59 anni, il 12 marzo 1925, a Pechino, dove si era recato per trattare un'intesa con i "signori della guerra" del nord, con qualche speranza di unità e di pace per il popolo cinese.
Nel 90° anniversario della nascita di Sun, Mao Zedong disse: "Noi abbiamo reso fertile la rivoluzione democratica lasciata incompiuta dal dott. Sun; l'abbiamo sviluppata e trasformata in quella rivoluzione socialista, che siamo ora in procinto di completare".
F. Demarchi
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