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I DUE VOLTI DEL MONDO
Storie di Fengyangshu


Autore Su Tong
Editore Neri Pozza, Vicenza
Prima edizione 2000
Pagg. 134
Traduzione dal cinese di Fiorenzo Lafirenza
Titolo originale Shijie liangce: Fengyangshude gushi

«Per me, creare questi racconti è stato come tornare ai luoghi in cui sono nato».
Così Su Tong ha voluto commentare qualche tempo fa la genesi del ciclo narrativo di cui questo volume costituisce la prima parte.
Spesso ambientate a Fengyangshu, un luogo immaginario dietro il quale non è difficile riconoscere, almeno in parte, Suzhou, la città del Jiangsu in cui lo scrittore è nato nel 1963, le storie narrate in queste pagine si propongono di «tastare il polso degli avi» per ridestare un «volto del mondo» perduto: quello della Cina rurale, dove la crudele innocenza degli animi era un tempo in perfetta armonia con la durezza e l’incanto del paesaggio.
Come la Yoknapatawpha di Faulkner, Fengyangshu  «è qui la casa dei fantasmi familiari rimasti sconosciuti», il «luogo d’origine» che non esiste più, se non nel desiderio che alimenta la memoria e, dunque, la scrittura.
Tuttavia, come avviene in ogni grande narrazione, il ritorno all’origine non ridesta semplicemente un mondo scomparso.
La bella Liu’E dal braccio mozzato, il vecchio Dong, tutte le straordinarie figure che compaiono in questi racconti non appartengono a un tempo che semplicemente «è stato» ma allo spazio eterno del mito e della poesia. Lo stesso villaggio, «con il suo cielo, i suoi campi, le sue montagne e il suo fiume», non è solo un testimone reale di destini umani, ma vi «partecipa in modo solenne e decisivo». È «il luogo ideale dove riportare in vita i fantasmi dei propri antenati e recuperarne la vicenda umana, perduta nel flusso ambiguo e innarrestabile della Storia».

Nato a Suzhou nel Jiangsu nel 1963, Su Tong è tra gli scrittori oggi più noti in Cina e all’estero. La sua conoscenza dei classici e della poesia cinesi, e quella della letteratura straniera, ne fanno un autore raffinato, molto interessato alla sperimentazione linguistica. Oggi vive a Nanchino e lavora alla redazione della rivista letteraria "Zhongshan", una delle più autorevoli del momento.
Ha pubblicato il suo primo racconto, Dibage shi tongxiang (L’ottavo è un ritratto di bronzo), nel 1988. Tra i suoi libri pubblicati in italiano: Mogli e concubine (Theoria 1992, Feltrinelli 1996) da cui è stato tratto il film Lanterne rosse; Cipria (Theoria 1993, Feltrinelli 1997) da cui è stato tratto l’omonimo film, Spiriti senza pace (Feltrinelli 2000) e La casa dell'oppio (Theoria 1995).

 

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