LA CASA DELL'OPPIO
Autore |
Su Tong |
Editore |
Theoria, Roma-Napoli |
Prima edizione |
settembre 1995 |
Pagg. |
109 |
Traduzione dal cinese di |
Rosa Lombardi |
Titolo originale |
Yingsu zhi jia |
La casa delloppio è laffresco della lenta,
inesorabile autodistruzione di una famiglia di un villaggio del Sud, del suo crollo fisico
e morale, dietro al quale si intravede, come attraverso un pannello schermato, il crollo
di una parte della civiltà cinese nei primi anni del secolo. Perversione sessuale,
deformità, lussuria, ferocia e impotenza, corruzione. Su Tong affonda la lama in una
materia in via di decomposizione, nel sangue marcio di un ambiente chiuso come una serra
attorno a un padre-padrone coltivatore di oppio e alla sua famiglia: una moglie ex
prostituta che mette al mondo un figlio nato da una relazione con un servo, un figlio
idiota ossessionato dalla fame e dallomicidio, un fratello malato di sifilide. Su
tutto lodore forte e inebriante dei papaveri da oppio che danno alla famiglia quella
ricchezza contaminata che è allorigine del senso del peccato e di espiazione che
pervade lintero libro. Romanzo cupo e sanguigno, scritto con una tecnica narrativa
di straordinario pathos, con lo scrittore che indossa di volta in volta i panni dei
diversi personaggi in un crescendo che va dal monologo interiore, allinvettiva, al
discorso onirico, a un realismo spietato e spettrale. La casa delloppio è,
come gli altri romanzi di Su Tong, ambientato nel passato pre-rivoluzionario, in un décor
al tempo stesso fatiscente e sensuale dietro cui si intravede però, come in un improvviso
balenio accecante, una delle ossessioni forti della cultura cinese di sempre: la stirpe,
la famiglia, gli antenati, le generazioni e la storia che passa sopra di esse con la
violenza distruttrice di un uragano.
Nato a Suzhou nel Jiangsu nel 1963, Su Tong
è tra gli scrittori oggi più noti in Cina e allestero. La sua conoscenza dei
classici e della poesia cinesi, e quella della letteratura straniera, ne fanno un autore
raffinato, molto interessato alla sperimentazione linguistica. Oggi vive a Nanchino e
lavora alla redazione della rivista letteraria "Zhongshan", una delle più
autorevoli del momento.
Ha pubblicato il suo primo racconto, Dibage shi tongxiang (Lottavo è un ritratto di
bronzo), nel 1988. Tra i suoi libri pubblicati in italiano: Mogli e
concubine (Theoria 1992, Feltrinelli 1996) da cui è stato tratto il film Lanterne
rosse; Cipria (Theoria 1993, Feltrinelli 1997) da cui è stato
tratto lomonimo film, e Spiriti senza pace (Feltrinelli
2000).
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