DESCRIZIONE DELLA CINA
Autore |
Matteo Ricci |
Editore |
Quodlibet, Macerata |
Prima edizione |
2011 |
Pagine |
200 |
N. ISBN |
978-88-7462-327-3 |
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«Tutto il regno si governa per letterati, come di sopra ho detto, et in essi sta il vero e misto imperio, ai quali sono soggetti tutti i soldati e loro capitani; di tal modo che non vi è Capitano nessuno, sia di quanto valore, di quante migliaia di soldati sotto di sé volete, che non trema e non si abassi inanzi ad un Dottore e mandarino di lettere. E molte volte sono da lui battuti pubblicamente, come tra noi i putti delle scuole: e in tutte le guerre sempre vanno a esse i mandarini letterati, dai quali i capitani sono in tutto governati e diretti nelle battaglie, negli assalti et in tutto quanto hanno da fare. Oltre che i denari della paga de tutti, soldati e capitani, e le vittuaglie dell'essercito, tutto sta in mano de letterati; e di questi fa più caso il Re, che di quanto dicono tutti i soldati e capitani, i quali puoco entrano in conseguo di cose di guerra.
E da qui viene che nessuno huomo di animo virile si dà alle armi, e più tosto vuole essere un piccolo mandarino di lettere che di arme; e nel vero, e nella stima e nel guadagno e rispetto che ognuno gli tiene è assai magiore. E, quello che più ci fa maravigliare, è che nel vero sono i letterati di molto più nobile animo e più fedeli allo stato, e che più facilmente nei pericoli morrono per la patria e per il loro Re, che quei che attendono alla guerra; o sia perché le lettere innobiliscono più l'animo loro, o sia che dai loro primi principij questo regno sempre avesse in più riputatione le lettere che le armi, per non esser dati a conquistare altri regni, come fumo sempre i nostri popoli più all'occidente».
Scritto fra il 1609 e il 1610, poco prima della morte dell'autore, il testo di Matteo Ricci che qui pubblichiamo per la prima volta in forma autonoma è stato per secoli il veicolo principale attraverso cui l'Occidente ha conosciuto la Cina. Esso è parte integrante del resoconto scritto dal gesuita al termine della sua trentennale missione in Cina, che lo portò fino alla corte dell'imperatore Wan Li della dinastia Ming.
Suddiviso in brevi capitoli, esso descrive l'Impero celeste nei molti suoi aspetti che stupirono, e ancora stupiscono, il lettore occidentale: dalla scrittura per ideogrammi all'arte della stampa, dalla «scoperta» dei ventagli alla medicina cinese, dalla
complessa organizzazione dell’impero e della corte alla cerimonia del tè. E ancora: il ruolo dell’esercito, il confucianesimo, le sette religiose e gli eunuchi, il giudizo sulla poligamia, fino alla pratica disinvolta dell'infanticidio (soprattutto delle femmine), e alla mutilazione del piede delle donne, le quali addirittura non ricevevano un nome ma venivano designate con un numero.
Per la vastità dei temi affrontati, l’efficacia dello stile che unisce concisione, parsimonia nel giudizio e concretezza anche brutale nelle descrizioni, ed evoca illustri precedenti quali Erodoto, Tacito o Tito Livio, questo libro può essere considerato uno dei capolavori dell'etnografia premoderna.
Matteo Ricci nacque a Macerata nel 1552. Missionario della Compagnia di Gesù, astronomo, letterato, cartografo, matematico
dotato di una memoria prodigiosa, gettò un ponte fra la cultura occidentale e quella cinese. Destinato alle missioni d’Oriente, partì da Lisbona nel
1578 e, dopo un viaggio di cinque mesi, giunse in India, dove, per quattro anni, studiò teologia e insegnò nei collegi dell'Ordine. Chiamato a Macao
nel 1582, l’anno successivo entrò in Cina, rimanendovi per il resto della sua vita. Si presentò ai cinesi quale letterato occidentale in cerca di dialogo
e di amicizia con la classe dirigente confuciana. La sua cultura enciclopedica lo spinse ad apprendere perfettamente il cinese, una lingua nella quale
poteva scrivere e parlare. Morì a Pechino nel 1610, ottenendo dall'imperatore un terreno per la sepoltura.
Presso Quodlibet è in corso l'edizione delle opere di Matteo Ricci. I testi già apparsi sono:
Della entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina (2000, nuova edizione 2010), Lettere
(2001), Dell'amicizia (2001, nuova edizione 2010) e Dieci capitoli di un uomo strano
(2010). Con Guerini e associati
Il castello della memoria. La mnemotecnica occidentale e la sua
applicazione allo studio dei caratteri cinesi (2016). |