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STORIA DELLA CINA
Storia moderna - IV. Repubblica cinese - Governo nazionalista e rivoluzione comunista (1928-1949)

1928 Le truppe di Jiang Jieshi occupano Beijing. Viene costituito un nuovo governo a Nanjing. Jiang Jieshi unifica nominalmente il Paese con la conquista di Beijing e il riconoscimento internazionale.
Denuncia cinese dei Trattati ineguali. Mao consolida la base di Jinggangshan; il Comintern convoca a Mosca il VI Congresso del Pcc. 
 
1930 Fondata a Shanghai la Lega degli scrittori di sinistra (21). Jiang Jieshi inizia le cinque campagne contro le basi rosse.   
1931 Nel settembre il Giappone occupa la Manciuria (22) costituendo lo stato del Manzhouguo e iniziano la guerra contro la Cina. In novembre viene fondata nel Jiangxi meridionale la Repubblica Sovietica Cinese con Mao Zedong presidente.. Proclamata la Repubblica Sovietica nel Jiangxi meridionale; Mao Zedong presidente.   
1933 Il Comitato Centrale del Pcc lascia Shanghai, dove è braccato dalla polizia di Jiang Jieshi, e si rifugia nelle basi rosse rivoluzionarie.   
1934 La quinta "campagna di accerchiamento e annientamento" di Jiang Jieshi minaccia le basi rosse. In ottobre l'Armata rossa dà inizio alla Lunga Marcia (23). Movimento "Vita nuova" lanciato da Jiang Jieshi.   
1935 Durante la Lunga Marcia, la Conferenza di Zunyi elegge Mao Zedong presidente del Pcc. In ottobre la Lunga Marcia termina nello Shaanxi settentrionale.   
1936 Inizia per il Pcc il periodo di Yan'an. "Incidente di Xi'an" (24).  
1937 Tregua fra il Gmd e il Pcc. Il Giappone invade la Cina settentrionale e centro-orientale (22). Patto di non aggressione tra Mosca e Nanchino. Fronte unito antigiapponese Gmd-Pcc (24).   
1938 Le truppe giapponesi completano l'occupazione della Cina centroorientale e conquistano Canton e Amoy (Xiamen) (22). II governo di Jiang Jieshi si ritira a Chongqing (Sichuan) dove fissa la capitale di guerra. Un Ufficio di collegamento del Pcc segue il governo del Gmd (24).   
1939 Riprendono gli scontri armati tra truppe Gmd e Armata rossa" (24). Giovani ed intellettuali di sinistra vanno a Yan'an (23). I giapponesi danno vita a un governo collaborazionista a Nanchino, capeggiato da Wang Jingwei.   
1940 Si moltiplicano ed estendono le basi rosse (24).   
1941 Fondata la lega dei Partiti democratici. La Nuova IV Armata attaccata e battuta dalle truppe nazionaliste (24). Nel dicembre inizia la guerra del Pacifico, dopo l'attacco a Pearl Harbour; la resistenza cinese anti-Giappone diventa parte del conflitto mondiale.   
1942 A Yan'an, Mao lancia la "rettifica" del Pcc; epurata " l'ala moscovita ". Conversazioni di Mao su arte e letteratura (21). Il Giappone occupa il sud-est asiatico.   
1943 Nelle zone " liberate ", il Pcc riorganizza la agricoltura in cooperative. La Dichiarazione del Cairo riconosce la sovranità cinese su Taiwan.   
1944 Offensiva giapponese nella Cina meridionale (22). In novembre l'ambasciatore americano Hurley visita Yan'an.   
1945 Mao propone un governo di coalizione. Mao domina il VII Congresso del Pcc. L'URSS dichiara guerra al Giappone (22, n); resa nipponica (15 agosto). Truppe russe occupano la Manciuria. Il governo nazionalista torna a Nanchino. Nuovo trattato di amicizia e alleanza Mosca-Nanchino. Riprendono le ostilità Gmd-Pcc (Liberazione). Conferenza di Yalta.   
1946 Delegati comunisti prendono parte alla Conferenza politico-consultiva convocata da Jiang lieshi (gennaio). La missione Marshall riesce a mediare un breve armistizio Gmd-Pcc. I russi evacuano la Manciuria; truppe nazionaliste avio-trasportate da aerei americani presidiano le città della Manciuria, mentre l'Armata rossa si fa strada nelle zone rurali. Dal luglio, conflitto generalizzato tra truppe di Gmd e Pcc (Liberazione).   
1947 Intensificata la riforma agraria nelle zone controllate dal Pcc. A Taiwan, rivolta contro le truppe nazionaliste. Divampa in pieno la guerra civile; i nazionalisti dapprima hanno la meglio, occupano Yan'an. I comunisti si consolidano in Manciuria. Il rapporto Wedemeyer condanna il regime di Jiang Jieshi, ma raccomanda maggiori aiuti militari al suo governo; il Dipartimento di Stato USA li rifiuta.   
1948 Contrattacco delle armate comuniste in Manciuria e nella Cina settentrionale, nord-occidentale e centrale; in agosto formato un "governo popolare" nella Cina del nord. L'Assemblea nazionale convocata a Nanchino da Jiang Jieshi, che viene eletto presidente della Repubblica cinese con Li Zongren come vice presidente. Dimostrazioni studentesche anti-americane nelle città; i comunisti intraprendono la conquista dei centri urbani. In novembre l'Armata rossa vince la battaglia di Manciuria. Il parlamento americano approva nuovi aiuti militari a Jiang Jieshi.   
1949 L'Armata rossa conquista Pechino (gennaio) e Nanchino. Programma di Mao sulla "Dittatura democratica popolare" (luglio). Inutili trattative di pace Gmd-Pcc. Il governo nazionalista si ritira a Taiwan. Disfatta nazionalista e liberazione della Cina continentale. 
Mao Zedong proclama la fondazione della Repubblica Popolare Cinese dalla Piazza Tian’anmen, a Beijing (1° ottobre). 
 
Note
21. La fondazione della Lega degli scrittori di sinistra (2 marzo 1930) segna gli inizi di un'abbondante produzione letteraria, interessata alla "creazione dell'arte proletaria". In realtà gli scritti di questi autori di sinistra sono più anti-Gmd che pro-Pcc. Guo Moruo (1891-1978), Lu Xun e Mao Dun (Shen Yanbing, 1896 -), tre maggiori esponenti, non sono iscritti al Pcc; ma nella cinquantina di membri figurano numerosi tesserati del partito. Tra questi ultimi sono Xia Yan (1900-) e Tian Han (1898-1979), che creano il teatro comunista, e la scrittrice Ding Ling (1904-). La direzione della Lega è di fatto in mano a Qu Qiubai (1899-1935, nel 1927-'28 segretario generale del Pcc) e a Zhou Yang (1908-) che diventa il teorico della "funzione politica" della produzione letteraria.Dopo un biennio di attività, la Lega è ridotta al silenzio dai controlli della polizia del Gmd. Riprende ad operare dal 1936, promuovendo una letteratura frontista, nell'ambito della resistenza anti-giapponese (vedi nota 24). La Lega si scinde però in due correnti: quella capeggiata da Lu Xun propugna la fedeltà al programma originario mediante la creazione di una "letteratura di massa per una guerra rivoluzionaria popolare"; la corrente di "letteratura di difesa nazionale" , capeggiata da Zhou Yang, riflette invece le scelte tattiche frontiste del Pcc. Si tratta in realtà di contrasti tra chi rifiuta e chi vuole l'egemonia del Pcc.Nel 1939 diventano sempre più numerosi i giovani e gli scrittori di sinistra che lasciano le zone "bianche", controllate dal Gmd e dalle truppe giapponesi, per recarsi a Yan'an. Zhou Yang, Ding Ling e altri hanno aperto nel 1936-'37 la strada a questo esodo di forze intellettuali verso la principale base rossa. A Yan'an si formano i quadri dirigenti delle future associazioni culturali della Rpc; emerge Zhou Yang, con i suoi associati Yuan Shuibuo, Lin Mohan e Shao Quanlin. A Yan'an si inaspriscono anche le prime controversie politico-letterarie contro i dissidenti; trovano una prima vittima nello scrittore-filosofo marxista Wang Shiwei che si scaglia (specie nel saggio Giglio rosso) contro la "nuova classe" nella burocrazia del Pcc. Altri scrittori convenuti a Yan'an, e poi dirigenti della cultura nella Rpc, sono Ai Siqi (1910-'66), Chen Boda (1904-) e Fan Wenlan (1893-1969).Le Conversazioni di Mao, su arte e letteratura (2 e 23 maggio 1942), sono considerate nell'ortodossia ufficiale i testi classici della politica del Pcc in materia. Esprimono con forza l'idea che l'opera artistico-letteraria, per essere valida in un contesto socialista, deve essere "al servizio del proletariato". Di conseguenza, artisti e scrittori devono subire una rieducazione mentale che crei in loro una "visione del mondo" nuova; e questa la ottengono mediante la "unione con operai-contadini" e attraverso l'adesione politica al Pcc. Mao attacca nelle sue Conversazioni la cultura "feudale" (tradizionale) e quella "imperialista" (occidentale), e invoca la creazione di una cultura "cinese e proletaria".
22. Le tappe dell'invasione e occupazione giapponese della Cina nel 1931-'45 si possono così riassumere:a) 18 settembre 1931: "incidente di Mukden". L'esercito giapponese occupa la Manciuria (Cina nord-orientale) ad eccezione della provincia di Rehol (Jehol), cacciandone le truppe cinesi comandate dal gen. Zhang Xueliang. Di fronte all'invasione del territorio cinese, Jiang Jieshi temporeggia, consapevole che sarebbe stato battuto in una guerra contro il Giappone, data l'esiguità delle forze militari a propria disposizione, e deciso invece all'impiego prioritario delle risorse militari esistenti nelle campagne di "accerchiamento e sterminio" contro le basi rosse comuniste.Nelle zone occupate della Manciuria, il Giappone crea il Manzhouguo ("Stato dei Mancia" o mancesi), affidandone la reggenza (nel 1932) all'ex-imperatore Puyi (vedi nota 16).b) Gennaio-maggio 1932. I reparti giapponesi stazionati a Shanghai conducono numerose azioni di rappresaglia, ai danni di installazioni militari e stabilimenti civili. La XIX Armata, di stanza nella provincia del Fujian al comando del generale Cai Tingkai, contrattacca con successo i giapponesi (Cai Tingkai nel 1933 tenta di creare un governo rivale di quello di Nanchino, presentandosi come il campione della lotta anti-giapponese).c) 15 aprile 1932. La Repubblica Sovietica cinese, proclamata nelle basi rosse del Jiangxi meridionale, dichiara guerra al Giappone. Lo stato di belligeranza è simbolico, in quanto l'esercito rosso è impegnato abbastanza a difendere se stesso da Jiang Jieshi; ma la dichiarazione di guerra fa parte della campagna propagandistica che presenta il Pcc come difensore degli interessi nazionali, in contrasto con il "disfattismo" di Jiang Jieshi).d) Febbraio-marzo 1933. I giapponesi occupano la provincia di Rehol (ora abolita, assorbita in Hebei, Liaoning e Mongolia interna) unendola al Manzhouguo. Nei mesi seguenti e nel 1934, il Giappone intensifica la presenza militare nella Cina del nord e le pressioni politiche sul governo di Nanchino; esige l'evacuazione delle truppe cinesi dalla parte orientale dello Hebei.e) Gennaio 1934. Il Giappone proclama l'ex-imperatore cinese Puyi, con il nome di Kangde, imperatore del Manzhouguo.f) 5 giugno 1935. I giapponesi formano nelle province di Rehol e Chahar un "governo autonomo della Mongolia interna".g) 25 novembre 1935. Il Giappone crea una "zona autonoma anti-comunista " nello Hebei orientale ed esige la formazione di un "Consiglio politico dello Hebei-Chahar ", sotto controllo giapponese (16 dicembre 1935). Questi sviluppi dell'aggressione provocano violente reazioni anti-nipponiche nei grandi centri cinesi. In quello che viene chiamato "Movimento 9 dicembre" (1935), migliaia di studenti dimostrano a Pechino contro il governo di Tokyo e contro quello di Nanchino che continua a cedere. Nei "Comitati di salvezza nazionale", formati in varie città, è rilevante l'influenza delle formazioni clandestine del Pcc.h) Tra il luglio 1937 e l'ottobre 1938, gli eserciti giapponesi travolgono la resistenza opposta dalle truppe nazionaliste (con partecipazione episodica di reparti comunisti ad alcuni scontri), e occupano: la Cina settentrionale, a est fino al mare e a ovest fino a Baotou (oggi Mongolia interna), ai confini tra Shanxi e Shaanxi e al capolinea ferroviario di Puzhou; la Cina centro-occidentale, a est fino al mare (Shanghai e Nanchino incluse), e a ovest fino a Anyang e Kaifeng (Henan), Hefei (Anhui), Xinyang e Wuhan (Hubei); la zona di Canton (e Hong Kong) e il porto di Amoy (Xiamen, nel Fujian). Per impedire, senza successo, l'avanzata giapponese, Jiang Jieshi ricorre perfino a una misura disastrosa: ordina la rottura degli argini del Fiume Giallo nei pressi di Kaifeng: le acque del fiume si dirigono a sud, confondendosi poi con quelle del fiume Huai e allagando un'enorme estensione di terreno, nelle province di Henan e Anhui, con danni incalcolabili e con perdite di milioni di vite umane.i) Nel 1939-'43 le operazioni militari sono ridotte di molto e il conflitto cino-giapponese si limita a una guerra di posizione, tranne la conquista giapponese dell'isola di Hainan, le incursioni giapponesi a fine di razzia alimentare e i contrattacchi cinesi.l) Nel 1944 i giapponesi lanciano una serie di operazioni nell'intento di rafforzare la propria situazione strategica di fronte all'offensiva americana nel sud-est asiatico.m) La resa giapponese in Cina nell'agosto 1945 è la conseguenza della sconfitta subita dal Giappone nella guerra del Pacifico contro gli Stati Uniti. Dalla primavera del 1945 le armate di Tokyo abbandonano progressivamente parte delle zone occupate in Cina; tale ritirata, dovuta alle crescenti difficoltà logistiche di tutto l'apparato militare nipponico, permette ai cinesi un parziale ricupero di territorio; ma né i cinesi (nazionalisti o comunisti), né gli alleati possono affermare di aver battuto i giapponesi in Cina.n) L'Unione Sovietica, che il 13 aprile 1940 ha firmato con il Giappone un trattato di neutralità, gli dichiara guerra l'8 agosto 1945 (due giorni dopo la bomba di Hiroshima), quando la capitolazione giapponese (15 agosto) è imminente. Le truppe russe si lanciano senza indugi al disarmo dei reparti nipponici in Manciuria, ricavandone un ricco bottino.
23. La Lunga Marcia, celebrata come l'impresa epica per eccellenza del Pcc, ha luogo dall'ottobre 1934 all'ottobre 1936 e copre 12.000 km. Il suo significato è soprattutto politico, per i principali risultati che raggiunge: la sopravvivenza di un nucleo essenziale dell'Armata rossa, la definizione di un chiaro direttivo del Pcc sotto la guida di Mao Zedong, e la fondazione nella zona di Yan'an di una "base rivoluzionaria" sicura che serve da culla alla nuova Cina comunista. Le imprese militari, per quanto eroiche e geniali, sono soprattutto quelle di un esercito fuggiasco, che riesce abilmente ad eludere la caccia del nemico, le truppe del Gmd di Jiang Jieshi. I dirigenti comunisti danno prova di straordinaria abilità, riuscendo a tenere insieme tra mille peripezie una collezione eterogenea di reparti equipaggiati alla buona, sempre in pericolo di frantumarsi e dissolversi.Il percorso della Lunga Marcia è scelto opportunamente lungo zone impervie, dove è debole o inesistente il controllo politico-militare del governo nazionalista di Nanchino. Dal sud della provincia del Jiangxi, verso metà ottobre 1934 partono 100-120.000 uomini suddivisi in varie colonne. Si dirigono verso ovest, tenendosi sempre sui confini delle province (Henan, Guangdong, Guangxi). Riescono ad arrivare in sessantamila nel distretto di Liping della provincia del Guizhou, trattenendosi poi due settimane a Zunyi. Nelle settimane seguenti, le colonne rosse proseguono a ovest, dirigendosi verso l'ansa meridionale del fiume Yangzi, chiamato in questo punto Jinshajiang ("Fiume della sabbia d'oro"), che attraversano in tre gruppi durante dieci giorni.Siamo alla metà di maggio 1935. La Lunga Marcia si dirige ora a nord, seguendo i confini del Sichuan e della provincia (ora soppressa e annessa a Sichuan e Tibet) del Xikang, fino alla città di Luding, ai piedi dei Monti Daxue ("Nevosi"). La città viene conquistata dall'Armata rossa dopo un'ardita traversata del fiume Dadu. Continuando verso nord su di un terreno fortemente accidentato, la I Armata (ossia la colonna di marcia partita dal Jiangxi) viene raggiunta a Mougong dalle formazioni rosse (la IV Armata) che nel 1933-'34 hanno stazionato al confine tra Sichuan e Shaanxi. Su percorsi paralleli in direzione nord-est, le due colonne si ritrovano a Maorgai, un centro montano nel distretto di Hongyuan (Sichuan nord-occidentale).La prossima tappa è Minxian, nel Gansu meridionale, dopo la traversata delle impraticabili paludi lungo il fiume Maqu (o "Fiume Nero"); intanto la IV Armata e alcuni reparti della I si trattengono nel Sichuan. Finalmente, tenendosi sempre lontani dai grandi centri, i soldati di Mao raggiungono Baoan (poi chiamata Zhidan), accolti da Liu Zhidan e Gao Gang, che da una diecina d'anni mantengono una base rossa in questa zona settentrionale della provincia del Shaanxi. Da Baoan, Mao si sposta poi a Yan'an, sempre nello Shaanxi.Alla Lunga Marcia partecipano molti dei passati dirigenti della Cina popolare. Nella I Armata: Zhu De (comandante), Peng Dehuai (vice comandante), Ye Jianying (capo di Stato Maggiore), Liu Bocheng (direttore delle operazioni), Zhou Enlai, Chen Yi, Nie Rongzhen, Deng Xiaoping, Lin Biao, Wei Guoqing, Xiao Hua, Xiao Jingguang, ecc.; nella II Armata: He Long (comandante), Yu Qiuli, Liao Hansheng, Wang Zhen. Li Jingquan, ecc. Nella IV Armata (comandata da Zhang Guotao): Xu Xiangqian, Liao Chengzhi, ecc.La II Armata, e cioè i reparti che tenevano una base rossa ai confini di Hunan-Guizhou-Sichuan, non si muove fino al novembre 1935, e raggiunge Yan'an il 6 ottobre 1936. Contemporaneamente si ricongiunge con le altre truppe comuniste anche la IV Armata di Zhang Guotao, che ha invano tentato di creare una seconda base nel Sichuan settentrionale.Due sviluppi politici di capitale importanza ebbero luogo durante la Lunga Marcia. A Zunyi, una riunione straordinaria del Politburo elegge Mao Zedong (nominalmente ancora presidente della Repubblica Sovietica del Jiangxi) alla carica di presidente della Commissione militare del Pcc, l'unico organo operativo del partito, e (pare) anche presidente del Comitato Centrale. A Maorgai esplode il dissidio tra Mao e Zhang Guotao. Questi rifiuta di accettare le decisioni prese a Zunyi, e obietta alla scelta dello Shaanxi settentrionale come meta finale della Lunga Marcia; guida invece i suoi reparti su altri percorsi. Il conflitto Mao-Zhang si risolve nel 1938 con l'abbandono della base di Yan'an e della causa comunista da parte di Zhang Guotao, dopo una breve riconciliazione con Mao nel 1937.Attraverso la Lunga Marcia, il Pcc ha modo di propagandare i propri ideali su un vasto raggio e nelle zone periferiche del Paese. Come effetto dell'impresa, compiuta senza l'aiuto russo, guadagnò inoltre maggior fiducia in se stesso, diminuendo sensibilmente la propria dipendenza da Mosca.
24. Incidente di Xi'an. La notte tra l'11 e il 12 dicembre 1936, Jiang Jieshi si reca a Xi'an (Shaanxi) per organizzare con le truppe di stanza nella zona, ai confini con la nuova base di Mao a Yan'an, un'azione più efficace contro i comunisti, ma viene sequestrato dal gen. Zhang Xueliang, comandante della piazza. Jiang è liberato dopo due settimane e torna trionfalmente a Nanchino il 25 dicembre.Con il suo gesto inatteso, il gen. Zhang Xueliang intende costringere Jiang Jieshi a rovesciare la priorità di scelte politico-militari, raggiungendo un'intesa con il Pcc e combattendo invece con vigore e con spirito di unione nazionale l'invasore giapponese.I soldati comandati da Zhang, in maggioranza nativi della Manciuria, sono appunto quelli che l'avanzata delle truppe giapponesi in Manciuria ha costretto ad abbandonare la propria terra. Ma il gesto di Zhang riflette anche i sentimenti di una parte del mondo politico cinese. Ad esempio, tra la fine del 1933 e l'inizio del 1934, la provincia del Fujian si è ribellata sotto la guida del gen. Cai Tingkai al grido dell'unità nazionale (vedi nota 22,b) contro il Giappone. Con le stesse motivazioni si ribellano contro Jiang Jieshi i generali del Guangdong-Guangxi, nel giugno-settembre 1935.Tuttavia il colpo di mano di Zhang non raccoglie le adesioni aspettate, anzi solleva un coro di protesta nel Paese. Dopo il fallimento delle ribellioni del Fujian e del Guangdong-Guangxi, è chiaro per tutti che solo Jiang Jieshi, per quanto si possa obiettare alla sua opera, può tenere insieme la Cina. Si aggiunge la protesta internazionale, compresa quella dell'Unione Sovietica, che nell'eventuale rovesciamento di Jiang Jieshi vede un fattore di destabilizzazione in Asia orientale, a tutto vantaggio delle mire espansionistiche giapponesi.Per ordine del Comintern, anche il Pcc interviene a favore del rilascio di Jiang Jieshi. Ai negoziati prendono parte i comunisti Zhou Enlai e Ye Jianying. Nessun documento viene firmato da Jiang come condizione del suo rilascio, ma viene raggiunta un'intesa verbale, che diventa la base del "fronte unito"del 1937.Il "fronte unito antigiapponese " tra Gmd e Pcc, stipulato nel settembre 1937 dopo laboriosi negoziati e con poca buona fede da ambo le parti, prevede la pace politica tra i contendenti, l'integrazione delle forze comuniste nell'esercito nazionale e il riconoscimento di una "amministrazione speciale" nella zona di Yan'an. Un documento del Pcc (Dichiarazione di Luochuan, 15 agosto 1937) specifica senza sottintesi in 10 punti gli scopi "tattici" del Pcc nel "fronte". II Pcc si attribuisce il merito esclusivo della lotta patriottica, e chiede (nel quarto punto) la convocazione di un'Assemblea rappresentativa e la formazione di un "governo di difesa nazionale" che includa i rivoluzionari e pratichi il "centralismo democratico" .Secondo gli accordi del "fronte unito", l'Armata rossa diventa l'VIII Armata di campagna dell'esercito regolare (di Nanchino) ed è composta da 3 divisioni (che corrispondevano alle armate I, II e IV dell'Armata rossa) e da 45.000 uomini. Inoltre sono "incorporati" nell'esercito regolare i guerriglieri comunisti sparsi nella Cina centrale e meridionale, che formano la Nuova IV Armata, con 10.000 effettivi.Nei combattimenti della seconda metà del 1937 contro l'invasore giapponese, le truppe comuniste partecipano ad alcune azioni, adattandosi a seguire le direttive del generale nazionalista Yan Xishan (vedi nota 19). Dopo la conquista della provincia del Shanxi da parte dei giapponesi nel novembre 1937, i reparti comunisti invece di schierarsi sulla linea arretrata del fronte, lungo il confine Shanxi-Shaanxi, si infiltrano nelle zone sguarnite delle retrovie degli invasori giapponesi, dando l'avvio alla formazione di nuove basi rivoluzionarie.L'invasione giapponese diventa così l'occasione per il rilancio della "rivoluzione" in termini di controllo territoriale. Il Pcc nel 1938 può incunearsi nell'Hebei, nel Chahar, nello Shandong e nello Henan. Negli anni seguenti le "basi" crescono fino a diventare una quindicina nel 1944. II Pcc estende il proprio controllo anche a spese delle "basi bianche", mantenute dal governo nazionalista di Jiang Jieshi alle spalle dell'esercito giapponese; le truppe di Mao le attaccano e le eliminano. I reparti comunisti guadagnano terreno anche ai margini del fronte tra le truppe nazionaliste e giapponesi.Il governo di Jiang Jieshi rifugiato a Chongqing prende qualche contromisura. Ne nascono innumerevoli incidenti. Dal 1940 truppe nazionaliste bene armate vengono spiegate ai margini della zona controllata dal Pcc nello Shaanxi settentrionale, per tenere inchiodata una parte dei reparti comunisti e rendere più difficile ulteriori tentativi espansionisti del Pcc. Un'altra misura viene adottata all'inizio del 1941, per impedire alla Nuova IV Armata di impadronirsi della porzione di Cina centrale non occupata dai giapponesi: Jiang Jieshi ordina con successo il disarmo di questi reparti comunisti, in quello che va sotto il nome di incidente dell'Anhui meridionale.I collegamenti tra Pcc e Gmd, in tutto il periodo del "fronte unito antigiapponese", sono tenuti a Yan'an da un rappresentante permanente del Comitato militare del Gmd, e a Chongqing da un Ufficio di collegamento del Pcc, che offre ai comunisti l'opportunità di tenersi informati sul mondo esterno e che in mano al suo direttore Zhou Enlai diventa una scuola pratica per l'addestramento dei futuri diplomatici. Nelle maggiori città in mano al governo nazionalista, funzionano inoltre uffici di collegamento militari, che in realtà fungono da centri di propaganda del Pcc.
 

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