1. Le origini della scrittura cinese
La scrittura cinese appare come un sistema di scrittura pienamente sviluppato nella
seconda parte della dinastia Shang (14°-11° sec. a.C.). Da questo periodo abbiamo
numerosi esempi di scrittura su ossa e gusci di tartaruga, per la maggior parte in forma di
brevi testi divinatori. Dello stesso periodo esiste anche un certo numero di iscrizioni su
recipienti di bronzo di vario tipo. Il primo tipo di scrittura è conosciuto come scrittura su ossa oracolari, il secondo come scrittura su bronzi. La scrittura di questo periodo è già pienamente sviluppata, capace di
testimoniare la lingua cinese contemporanea in maniera completa e non ambigua. La maturità di questa prima scrittura ha suggerito a molti studiosi che doveva essere trascorso un
periodo di sviluppo abbastanza lungo prima di raggiungere questo stadio, ma i pochi
esempi di scrittura che precedono il 14° secolo sono sfortunatamente troppo scarsi per
permettere una qualsiasi sorta di ricostruzione di questo sviluppo. Sulla base delle prove
disponibili, tuttavia, non sarebbe irragionevole assumere che la scrittura cinese nacque
durante la prima parte della dinastia Shang o addirittura durante l'ultimo periodo della
dinastia Xia o approssimativamente nel 17° secolo a.C.
Fin dagli inizi il sistema di scrittura cinese è stato fondamentalmente morfemico: cioè quasi ogni carattere rappresenta un singolo morfema. Poiché la stragrande maggioranza dei morfemi dell'Antico Cinese era
monosillabico ciò significa che ogni carattere rappresenta una singola sillaba. La scrittura
cinese differisce dalle scritture puramente sillabiche (ad es. il giapponese kana) per il
fatto che le sillabe omofone sono rappresentate da differenti caratteri quando hanno un
significato differente. Per esempio, shǒu "testa" e
shǒu "mano" sono rappresentati da differenti caratteri anche se sono omofoni per quanto si riesca a risalire nel tempo.
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La prima scrittura cinese mostra che aveva un'origine fondamentalmente pittografica. Nei primi stadi del suo sviluppo, è chiaro che il meccanismo principale per la
creazione di caratteri era disegnare una raffigurazione di ciò che voleva essere rappresentato. Esempi di questo tipo di caratteri sono
mostrati nella figura 1. Più il carattere era realmente rappresentativo e più era difficile e lungo da dipingere. C'è una naturale
tendenza per tali caratteri a diventare progressivamente semplificati e stilizzati man mano il sistema di scrittura matura e diventa
maggiormente usato. Il carattere per quăn "cane" mostrato nella figura 2 illustra bene questo tipo di sviluppo. |
Non tutti gli elementi della lingua possono essere facilmente rappresentati in forma
pittorica. Davanti a questo problema i primi creatori della scrittura cinese fecero ricorso a vari altri meccanismi. Uno fu quello di usare una rappresentazione più astratta; per
esempio, per scrivere shàng "sopra" essi disegnarono una linea orizzontale e misero un'altra linea orizzontale più corta sopra di essa
(tabella 1); xià "sotto" venne scritto in modo simile, con una linea breve sotto una linea orizzontale più lunga. La parola
wéi
"circondare" fu scritta ponendo quattro piccoli caratteri per "piede" attorno a un quadrato vuoto, probabilmente rappresentante una
città cinta da mura. In tutti questi casi le rappresentazioni grafiche sono unite
direttamente ai loro corrispondenti morfemi senza nessun riferimento al suono o pronuncia
della parola in questione.
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Ma questi meccanismi si dimostrarono inadeguati per
rappresentare il primo cinese in maniera completa. Infine, come in tutti i sistemi di scrittura completamente sviluppati, bisognò prendere in considerazione la pronuncia degli
elementi che dovevano essere scritti.
Un modo per fare questo fu l'uso del principio del
"rebus", cioè impiegare un pittogramma o un altro carattere rappresentativo non fonetico solamente per il suo valore fonetico; per
esempio, la parola lái "venire" sarebbe stata difficile da rappresentare facendo ricorso a meccanismi pittografici o puramente rappresentativi. Una soluzione a questo
problema fu di prendere in prestito il carattere di un omofono o quasi-omofono. In questo caso particolare venne scelto un pittogramma che rappresentava
lái "grano"; nella storia della lingua, successivamente questa parola per "grano" divenne obsoleta e il carattere in questione ora sopravvive solo con il suo significato preso in prestito di "venire". Gli elementi grammaticali erano particolarmente difficili da rappresentare in forma pittorica; di conseguenza, praticamente tutti i primi caratteri per questo tipo di elementi sono basati siul principio del "prestito fonetico".
In aggiunta ai tipi di carattere descritti sopra, un piccolo numero di caratteri furono segni in apparenza puramente arbitrari che non
avevano nessuna relazione rappresentativa o fonetica con la parola in questione. Un
esempio di questo tipo di caratteri è wŭ "cinque" che veniva scritto con una "X", o la
parola per qī "sette", scritta con una semplice croce. Nell'Antica Cina fu sviluppato un
altro meccanismo per la formazione dei caratteri che divenne progressivamente sempre più importante: il meccanismo della
composizione fonetica. Un carattere di questo tipo consiste di un elemento semantico
combinato con un secondo elemento usato per indicare la pronuncia del nuovo carattere; per esempio, la parola
láng "lupo" era scritta con il carattere di
quăn
"cane" alla sinistra e un carattere pronunciato liáng (con il significato di "buono") alla destra. L'elemento fonetico qui è generalmente usato solamente per il suo valore di suono, indipendentemente dal suo significato. L'impulso originale per la creazione di
caratteri di questo tipo può essere stato il bisogno di distinguere caratteri che si rassomigliavano e potevano essere
facilmente confusi. I numerosi caratteri per i vari tipi di uccelli, per esempio, potevano essere distinti più chiaramente se ad essi
fossero stati aggiunti tali elementi fonetici. Un altro impulso fu probabilmente l'aumentato numero di prestiti di semplici caratteri per il loro valore fonetico per scrivere parole
altrimenti difficili da rappresentare. Con il progressivo maggior uso di questo
meccanismo il pericolo di ambiguità e confusione indubbiamente decrebbe. Questa ambiguità potè essere risolta con l'aggiunta di
indicatori semantici. Un esempio di questo è il primo uso del pittogramma
jī "cesto per la
vagliatura" per la parola qí, una particella modale che denota probabilità o futuro; poiché la
parola grammaticale qí ha una frequenza testuale molto più alta rispetto a
jī, a quest'ultimo venne aggiunto il carattere
zhú "bambù" per distinguerlo da qí. La scrittura Shan conteneva quindi caratteri di due tipi: uno era rappresentativo semanticamente, senza alcuna indicazione della pronuncia delle parole rappresentate, l'altro tipo era in un certo modo legato alla pronuncia delle parole.
In entrabi i casi è essenziale sottolineare che i singoli caratteri del sistema di scrittura Shang rappresentavano specifiche parole nella lingua Shang, ognuna delle quali aveva le sue proprie caratteristiche semantiche e fonologiche. La nozione che qualche volta si incontra che i caratteri Cinesi in un qualche modo rappresentano idee piuttosto che
specifiche parole cinesi è evidentemente assurda e porta a grossi fraintendimenti riguardo sia alla scrittura cinese che alla natura della scrittura in generale. Per questa ragione, il termine ideogramma, che è stato spesso
usato per riferirsi ai caratteri cinesi, è meglio che venga evitato. I caratteri cinesi
rappresentano parole cinesi e il fatto di capire il processo di formazione semantico e
fonologico di queste parole è essenziale per capire come funziona il sistema di scrittura cinese.
I caratteri della tabella 1 illustrano alcune delle categorie dei caratteri Shang. Dopo ogni carattere, tra parentesi, troviamo la forma moderna del carattere con la sua
lettura in Medio Cinese e la ricostruzione di F. K. Li in Cinese Antico.
L'esempio 1 della tabella è un chiaro esempio di un pittogramma originale; è la
raffigurazione del sole. L'esempio 2 mostra il carattere rén "persona" vicino a
mù "albero"; l'unione di questi due elementi è usata per esprimere la parola
xiū "riposare" poiché presumibilmente la gente spesso riposa all'ombra di un albero. L'esempio 3 è la
parola lái della quale si è parlato sopra; in origine un pittogramma per una parola con il significato di "grano" fu presa in prestito per scrivere
lái, che a quel tempo era un
omofono o quasi-omofono. Il carattere 4 è un carattere che offre un'indicazione grafica di un'idea; è la parola
shàng "sopra", e mostra un tratto orizzontale sopra un altro. L'esempio 5 mostra la parola
qí la cui
origine è stata descritta sopra. L'ultimo carattere della tabella è quello per
jī "pollo"; questa parola venne scritta anche con un semplice pittogramma, ma qui è stato aggiunto un
elemento fonetico alla sinistra per indicare la sua pronuncia; nello stesso tempo il
pittogramma originale è stato in un qualche modo semplificato.
Mentre nella dinastia Shang le principali fonti per lo studio della scrittura sono le ossa oracolari e i gusci di tartaruga, nella dinastia Zhou Occidentale (11° secolo a.C.) e nel
periodo delle Primavere e Autunni (770-476 a.C.) le fonti principali sono le iscrizioni su bronzo. Queste iscrizioni, trovate su
recipienti di bronzo di varie forme e funzioni, variano da pochi caratteri a diverse
centinaia. La scrittura di questo periodo nella sua struttura e stile è molto simile a quella dell'ultimo periodo Shang ed è chiaramente derivata da essa. Essa mostra una generale tendenza verso una maggiore linearità e
regolarità di forma, come si può vedere nella tabella 2. Questa tendenza diventa ancora più pronunciata nel periodo Primavere e
Autunni.
Da questi esempi rappresentativi appare ovvio che la scrittura, maturando, diventa più semplice, e progressivamente comincia a perdere alcune delle sue qualità
pittografiche. Questo fu dovuto alla crescente importanza dell'uso della scrittura in una società che diventava più complessa, e al bisogno di semplificare e razionalizzare la struttura
lineare dei caratteri con il loro sempre più diffuso uso. In generale si può osservare anche la tendenza a raddrizzare i tratti e a
convertire tratti prima arrotondati in tratti con angoli più acuti. Nell'era seguente il periodo
Primavere e Autunni, l'uso della scrittura si diffuse in quasi tutti i livelli della società;
questa popolarizzazione della scrittura portò allo sviluppo di molti caratteri drasticamente semplificati, accelerando ancora di più l'allontanamento da forme pittografiche
ovvie, e impartì alla scrittura un aspetto visuale interamente nuovo. Lo sviluppo di quello che uno potrebbe chiamare (dopo simili
sviluppi nell'Antico Egitto) forme demotiche fu diffuso soprattutto negli stati della Cina
Orientale. La scrittura dello stato occidentale di Qin, al contrario, tese generalmente a conservare più fedelmente l'aspetto
pittorico. La tendenza principale osservabile nel periodo degli Stati Combattenti (475-222 a.C.) è un ulteriore sviluppo verso la
semplificazione, sebbene qui e là siano stati osservati alcuni esempi di grande elaborazione. Senza dubbio, principalmente come
conseguenza di una frammentazione politica, può essere osservata anche una crescente
diversità tra le scritture dei vari stati e regioni; così, alla vigilia del primo grande consolidamento imperiale sotto Qín Shĭ
Huángdì nel 221 a.C., la scrittura cinese, nel corso della sua storia di più di un millennio, si era evoluta allontanandosi dalle sue primitive radici
pittoriche e, grazie alle forze centrifughe create dalla disunità politica, si stava sottoponendo a un processo di rapida diversificazione.
2. Codificazione della scrittura sotto la dinastia Qin
La dinastia Qin è un grande spartiacque nella storia della scrittura cinese. I due o tre
secoli che precedono l'unificazione dell'intero paese sotto Qín Shĭ Huángdì videro un rapido sviluppo della scrittura
praticamente in tutte le aree del paese. Non solo la scrittura si sviluppò costantementever verso una forma più semplice e meno
pittografica, ma assunse forme marcatamente differenti nei diversi principati indipendenti del periodo degli Stati Combattenti. Il nuovo impero Qin, all'interno della politica di standardizzazione di cose quali pesi e
misure, valuta e statuti legali, si impegnò anche in una politica di riforma della scrittura. In termini pratici, questo significò l'obbligo dell'uso della scrittura Qin in tutto l'impero, e come risultato di ciò le varie scritture
locali che erano state in uso fino a quel tempo caddero in disuso. È la scrittura Qin, quindi, che è l'antenata di tutte le succesive forme di scrittura cinese. Come sottolineato nella
sezione precedente, il sistema di scrittura del vecchio (pre-imperiale) stato di Qin tendeva ad essere considerevolmente più
conservatore degli stati della Cina orientale; ciò significa che adottando definitivamente le forme della scrittura Qin la Cina preservò al
massimo grado la continuità con il passato.
La scrittura che fu adottata sotto la dinastia Qin esistette in due forme differenti, una forma standard più complessa e una forma demotica (che chiameremo popolare)
semplificata. La prima scrittura è conosciuta come zhuànshū o "scrittura del sigillo", dal suo diffuso uso sui sigilli. Lo stile del sigillo Qin è disceso direttamente dalla scrittura su bronzo della tarda dinastia Zhou Occidentale (vedi sopra). Nel corso del suo sviluppo lo stile del sigillo aveva assunto un aspetto più regolare e bilanciato senza, tuttavia,
cambiare fino al punto che le sue origini pittografiche venissero totalmente oscurate.
Tradizionalmente l'invenzione dello stile del sigillo era stata attribuito al Primo Ministro Qin Lĭ
Sī (208 a.C.), ma la ricerca moderna ha
mostrato che lo stile del sigillo Qin nei suoi dettagli essenziali esisteva già prima della
dinastia Qin; è ovviamente possibile che Lĭ
Sī abbia giocato un qualche ruolo nella
standardizzazione della forma ufficiale di questa scrittura.
Più importante della scrittura del sigillo nella storia seguente della scrittura cinese fu la
seconda varietà di scrittura di cui si è accennato prima. Questa forma di scrittura
"popolare" venne ad essere conosciuta come lìshū "scrittura degli scribi" dalla sua associazione con i vari tipi di impiegati del governo. In origine non fu niente di più che una
continuazione organica della vecchia scrittura popolare dello stato di Qin. Lo stile
impiegatizio nella sua forma grafica era altamente evoluto e rappresentò una versione molto
semplificata dello stile del sigillo standard.
3. Le varietà della scrittura antica e la sua nomenclatura
Le forme di scrittura cinese usate fino alla fine della dinastia Qin sono conosciute come
"scrittura antica". Poiché la scrittura fino a quel momento era andata incontro a molte
trasformazioni è utile a questo punto elencare e spiegare quali furono i principali tipi di scrittura
antica.
1. Scrittura della dinastia Shang. Il tipo di scrittura rappresentativo di questo periodo è la
jiăgŭwén "scrittura su ossa oracolari". Questo è il primo tipo di scrittura conosciuto
a noi in termini puramente cronologici.
Appare iscritta (od occasionalmente scritta con un pennello) su ossa e gusci di tartaruga. I testi sono
quasi sempre di natura divinatoria oppure oracolare. Sebbene la maggior parte di questi esempi
risalgano alla dinastia Shang, recentemente sono stati scoperti alcune
jiăgŭwén della dinastia Zhou. Risalenti all'ultimo periodo della dinastia Shang sono
state trovate anche iscrizioni su recipienti di bronzo, conosciute in cinese come
jīnwén. Le iscrizioni su bronzo della dinastia Shang sono generalmente molto corte, consistenti di pochi caratteri. Gli studiosi cinesi credono che il pennello
(máobĭ) in questo periodo venisse già usato; sfortunatamente, i
materiali sui quali veniva impiegato il pennello erano per la maggior parte deperibili e così a noi sono giunti solo pochissimi esempi di reale scrittura col pennello. La scrittura di iscrizione su bronzo, tuttavia, conserva uno stile modellato intimamente sulle tecniche di scrittura col pennello. La
jiăgŭwén, d'altra parte, essendo incisa su vari materiali duri con un qualche tipo di attrezzo appuntito, presenta uno stile di scrittura più angolato e lineare.
2. Periodi degli Zhou Occidentali e delle Primavere e Autunni. Quest'era vide un grande fiorire della produzione di recipienti di bronzo. Molti di questi recipienti venivano fusi con lunghe iscrizioni, arrivando in qualche caso a centinaia di caratteri. Di
conseguenza
jīnwén è venuta ad essere considerata la scrittura rappresentativa di questo
periodo. La scrittura su bronzo del primo periodo degli Zhou Occidentali è parecchio simile a quella trovata sui recipienti risalenti agli Shang. Di conseguenza essa mostra una tendenza verso una più grande regolarità
accanto a un ulteriore sviluppo nella direzione di angoli più acuti e linee più sottili. Accanto alla scrittura su bronzo dovrebbe essere menzionato un altro tipo di scrittura, chiamata
zhòuwén "scrittura Zhou" (chiamata qualche volta anche dàzhuàn "grande sigillo"). Secondo il dizionario degli
Han Shuōwén jiězì sarebbe stata inventata da uno storiografo ufficiale di nome Zhòu.
Sebbene l'origine di questa scrittura sia ancora soggetta a controversie, il sapere attuale tende a identificarla come fondamentalmente la stessa della scrittura su bronzo degli Zhou Occidentali.
3. Scrittura del periodo dei Sei Regni. Questo termine (liùguó wénzì in cinese) è usato per indicare i tipi di scrittura dei vari
principati indipendenti della Cina orientale durante il periodo degli Stati Combattenti. Questa scrittura, che esistette in molte varietà locali, è conosciuta per mezzo di un buon numero di fonti, le più importanti delle quali sono recipienti di bronzo e testi scritti su strisce di bambù e seta. Il
Shuōwén jiězì, oltre al zhòuwén conserva un'altra forma di scrittura alla quale ci si riferisce come
gŭwén "scrittura antica". La sua origine diretta fu un corpus di testi pre-Qin scoperti durante la
dinastia Han; questi testi furono scritti con un tipo di scrittura che fu chiaramente in uso prima della dinastia Qin. Una comparazione con vari materiali antecedenti la dinastia Qin mostra che hanno stretti legami con la
scrittura della Cina orientale nel periodo degli Stati Combattenti.
4. Stile del sigillo, zhuànshū. Questa scrittura
viene frequentemente chiamata anche xiăozhuàn "piccolo sigillo" per distinguerla dalla cosiddetta
dàzhuàn "grande sigillo",
altra denominazione della zhòuwén nominata prima in collegamento con la scrittura su bronzo degli Zhou Ocidentali.
zhuànshū è la varietà ufficiale e più formale di scrittura della dinastia Qin. È la scrittura di base
descritta nel dizionario della dinastia Han Shuōwén jiězì. Per dare un'idea dell'evoluzione della scrittura fino all'inizio della dinastia Han, si può vedere lo sviluppo di dodici caratteri nella tabella 3. Un
esempio di ogni carattere viene dato nelle forme di: Ossa oracolari Shang, Bronzi Zhou, Stati Combattenti, Sigillo e degli scribi.
Seconda
parte