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UNA NOTTE IN CUI LA LUNA NON È SORTA

Una notte in cui la luna non è sorta

Autore

Dai Sijie

Editore

Adelphi (MI)

Prima edizione

2008

Titolo originale Par une nuit ou la lune ne s'est pas levée
© 2007 Dai Sijie et Éditions Gallimard Paris
Traduzione (dal francese) di Martina Mazzacurati

Pagine

288

N. ISBN

978-88-459-2303-6

All'inizio c'è un manoscritto. Anzi, un frammento di manoscritto: una «reliquia mutilata», un «brandello di testo sacro» redatto, in una lingua sconosciuta, su un rotolo di seta risalente al II o III secolo dopo Cristo. Il rotolo fu probabilmente all'origine del misterioso assassinio di An Shigao, grande traduttore e poeta; poi, quasi mille anni dopo, l'imperatore Huizong, vissuto fra l'XI e il XII secolo, cercò invano di decifrarlo, dedicandovi «tutta la sua erudizione»; finché, all'inizio del Novecento, l'ultimo imperatore della Cina, Puyi, ne fu ossessionato al punto da uscire di senno, e durante il volo che lo portava in Giappone lo lacerò con i denti e ne gettò una parte dall'aereo. Quasi fosse un dono del cielo, il frammento cadde, alla lettera, nelle mani di Zai Lan, il legittimo erede al trono esiliato in Manciuria dalla crudele imperatrice Cixi. Ma questo, appunto, è solo l'inizio: perché la nipote di Zai Lan sposerà un sinologo francese (che brama di entrare in possesso del famoso rotolo e a causa di ciò finirà in un campo di lavoro), e da lui avrà un figlio, che a sua volta si innamorerà di una giovane sinologa francese, la quale rimarrà anche lei fatalmente impigliata nel groviglio di vicende che hanno al centro l'enigmatico frammento... Fermiamoci qui: questi, infatti, sono solo alcuni dei personaggi e delle storie che si intrecciano in un libro che (per una volta l'immagine non è arbitraria) ha una forma a scatole cinesi, mobile e affascinante, costituita di racconti magistralmente incastonati in altri racconti, di memorie di antichi viaggiatori che si disciolgono in schegge di diari, di chiose ad antichi testi sacri sullo sfondo, come sempre, della Cina comunista, con la sua assurda ferocia.

Nato in Cina, Dai Sijie vive da molti anni a Parigi e scrive in francese. Il suo primo romanzo, Balzac e la Piccola Sarta cinese (da cui lui stesso ha tratto un film), è stato pubblicato da Adelphi nel 2001; il secondo, Muo e la vergine cinese, nel 2004. Par une nuit où la lune ne s'est pas levée è apparso in Francia nel 2007.

«Succede per esempio che, subito dopo una fucilazione, un caposquadra organizzi una riunione sui tentativi di evasione, durante la quale ognuno deve fare autocritica e rovistare nei più reconditi angoli del cervello per scovarvi ogni possibile desiderio di fuga. Il capo ha la facoltà di decidere se la riunione notturna si terrà alla luce o al buio. Quando si svolge nell'oscurità, degenera in un pestaggio da parte dei detenuti comuni su quelli "politici" poiché, quando uno di questi ultimi prende la parola, non fa a tempo a pronunciare tre frasi che viene assalito da ombre nere sbucate da ogni dove. I compagni di prigionia della prima categoria gli saltano addosso, gli coprono la testa con un lenzuolo, lo riempiono di calci e pugni, dopodiché riprendono il loro posto e, protetti da una totale impunità, continuano a fare autocritica, a promettere in tutta sincerità che si correggeranno, mentre la loro vittima sanguina e urla di dolore consapevole che la propria sofferenza non fa che accrescere il piacere di quella barbarie collettiva, ordinata o avallata dal caposquadra, dunque dall'insieme delle guardie e da tutto il sistema penitenziario».

 

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