Una Mostra che colma tanti vuoti
storici
Un'aquila maestosa, dalla
straordinaria apertura alare, disegnava lenti giri inquietanti nel cielo
profondo di Ulan Bator, la capitale della Mongolia. Proprio in quel
mattino assolato di inizio di agosto del 2006 con il Presidente De Poli
mi accingevo ad entrare nel palazzo del Parlamento per assistere - ospiti
d'onore - alla cerimonia di apertura del Convegno internazionale
sugli 800 anni dalla fondazione dell'Impero Mongolo. Quell'aquila che
roteava regale nel cielo sembrò un auspicio solenne, una simbolica
presenza di Gengis Khan, il fondatore di quell'Impero.
Nei giorni successivi abbiamo
fatto una serie di escursioni sulle alte praterie punteggiate di candide
ger, le tradizionali tende rotonde dei nomadi, e tra le montagne ossute
intervallate da boschi di pini e prati di stelle alpine. Più oltre, le
steppe desolate che preludono al deserto di Gobi che poi attraversammo
in treno per raggiungere Pechino.
Durante quel viaggio, eccitante
per gli straordinari paesaggi e tutto intessuto della memoria di Gengis
Khan e delle sue gesta sovrumane, è venuta a Dino De Poli l'idea di
centrare l'attenzione della nostra seconda Mostra sulla figura
irresistibile del mitico condottiero mongolo che otto secoli fa creò
l'Impero più grande del mondo.
Ringrazio il Presidente De Poli
anche per questa sua ennesima preziosa intuizione. Le Grandi Mostre
sulla Via della Seta e la Civiltà Cinese da lui fortemente volute
testimoniano, grazie alla sua partecipazione ai viaggi in Cina e in
Mongolia, la sua presenza attiva in tutte le fasi organizzative.
Ringrazio altresì l'amico Renato
Sartor, Segretario Generale di Fondazione Cassamarca, per il suo
costante sostegno alla Mostra con attenti suggerimenti e consigli, così
come l'ing. Piero Semenzato, direttore dei progetti della Fondazione,
prezioso nell'individuare soluzioni ai non semplici problemi strutturali
che la Mostra propone a Casa dei Carraresi.
Dopo due anni di lavoro
entusiasmante, con i primi sopralluoghi effettuati nel dicembre 2005 nei
Musei e nei siti archeologici della Cina Settentrionale al di qua e al
di là della Grande Muraglia, siamo stati in grado di realizzare una
Mostra che consideriamo eccezionale. Quasi quattrocento reperti,
riferiti a Dinastie poco note e assai poco esplorate dagli studiosi,
testimoniano l'importanza di quel mezzo millennio di Storia cinese, e
mongola, che va dalla caduta dell'impero Tang nell'anno 907 fino alla
caduta dell'Impero Mongolo degli Yuan nel 1368.
Una Mostra che ricostruisce quella
Storia e che alla fine incontrerà Marco Polo, l'eroe per antonomasia
dell'incredibile avventura sulla Via della Seta, il quale
contribuì a rendere il mondo più piccolo.
Approfondimento progetto espositivo
"La Via della Seta e la Civiltà Cinese"
ADRIANO MÀDARO