GELIDE
NOTTI
Autore |
BA Jin (Pa
Chin) |
Editore |
Bompiani, Milano |
Prima edizione |
Aprile 1980 |
Pagg. |
284 |
Traduzione (dal cinese) di |
Renata Pisu |
Titolo originale |
Han ye
© Xi wen ji chubanshe 1955 |
Tragica
e sommessa descrizione, giorno per giorno, del calvario di un uomo ammalato di
tisi nella Cina miserevole che vive l’ultimo anno di guerra. Gelide notti è il capolavoro della
maturità di Ba Jin (Wade-Giles: Pa Chin), lo scrittore che nel 1931 con il romanzo-saga Famiglia aveva denunciato il sistema
patriarcale confuciano che nel paese percorso dai primi fremiti di rinnovamento
ancora mieteva vittime tra i giovani e soprattutto, come da millenni, tra le
donne. Gelide notti non è invece una “saga”:
i personaggi sono soltanto tre, lui, lei e la madre di lui. Sullo sfondo la
Cina martoriata, quella del “tempo del disprezzo” che preclude ogni ottimismo e
impedisce allo scrittore di salutare una qualsiasi “nuova aurora”. In questo
romanzo ogni evento, ogni gesto, ogni parola sono antieroici, semplici,
quotidiani al punto che la banalità esalta e acuisce la tragedia ed è
penosamente rivelatrice di una condizione umana universale e al tempo stesso
specifica. È il “privato” di oppressi e vinti che guarda caso sono cinesi ma
potrebbero essere di ogni luogo se non di ogni tempo. “Bastardo culturale” e “occidentalizzante”
è stato definito Ba Jin dai critici di regime. Ma non lo sono in definitiva,
in questo mondo che si va facendo uno, tutti i grandi scrittori? L’opera di Ba
Jin, come ha scritto Pierre-Jean Rémy su Le
monde des livres “si rivela a poco a poco – e peso le mie parole – come un
capolavoro. I suoi sono di quei libri ‘maggiori’ che attraversano folgoranti le
nostre vite e che ci danno il coraggio e la voglia forsennata, disperata, di
leggere e di scrivere ancora...”
Gelide
erano le notti nella Cina invasa dai giapponesi, depredata dal corrotto governo
di Chiang Kai-shek. Gelida ancora è stata per Ba Jin – nato nel 1904, il più
prolifico e famoso romanziere della Cina contemporanea – la lunga notte della
rivoluzione culturale. Fu accusato infatti dalle guardie Rosse di essere “la
peggiore carogna anarchica della Cina”. In gioventù i suoi idoli erano stati
Bakunin e Kropotkin (a loro il giovane Li Feigan rese omaggio scegliendosi lo
pseudonimo di Ba Jin: la ba – iniziale del primo, la kin – o jin –
finale del secondo), Sacco e Vanzetti, Emma Goldman. Il 20 giugno 1968 venne
additato al ludibrio popolare in uno stadio di Shanghai. Ba Jin stava la
centro dell’arena, in ginocchio su vetri spezzati: il processo venne trasmesso
per televisione. Mandato a rieducarsi in un campo di lavoro, soltanto nel 1972
potè tornare a casa sua, dove visse ignorato, disprezzato, costretto al
silenzio sino al 1976, cioè fino alla caduta della “banda dei quattro”. Dei suoi
romanzi, tutti messi all’indice durante la rivoluzione culturale, alcuni sono
stati ripubblicati in cina non nella versione originale ma in quella del
periodo 1952-57, già spurgata da fremiti eccessivamente eterodossi o almeno
così giudicati dal partito comunista cinese che allora applicava nei confronti
degli intellettuali una politica più “elastica”, ma sempre vigile. Gelide notti non ha ancora visto una
riedizione ed è l’unico suo romanzo che non sia stato rimaneggiato rispetto
alla prima stesura perché, come dice Ba Jin, “avrei dovuto riscriverlo tutto o
distruggerlo”. L’opera di Ba Jin è stata proposta per il premio Nobel.
Ba Jin, il più prolifico e famoso romanziere della
Cina contemporanea, nasce nel 1904. Giovanissimo va a vivere a Parigi dove, a contatto con
la cultura occidentale, si immerge nello studio della letteratura di tutto il mondo.
Comincia a scrivere i primi romanzi e i primi racconti; suoi idoli sono in quel periodo
Bakunin e Kropotkin, Sacco e Vanzetti, Emma Goldman, le cui opere e il cui pensiero
concorrono a determinare nella figura di intellettuale rivoluzionario che il giovane Ba
Jin andava maturando una componente decisamente anarchica. Rientrato in patria, prosegue
con la sua attività di scrittore impegnato ma, con lavvento della Repubblica
popolare, la vigilanza del partito comunista cinese lo costringe a spurgare le sue opere
di quei fermenti giudicati eterodossi. Nel 1968 la rivoluzione culturale lo travolge: la
sua produzione artistica è messa allindice, lui stesso processato e inviato in un
campo di lavoro a "rieducarsi", per lunghi anni costretto al silenzio e
dimenticato. Si tornerà a parlare di lui solo nel 1976, anno che segna la caduta della
"banda dei quattro". Da allora i suoi romanzi sono stati ripubblicati in Cina e
tradotti allestero. Di Ba Jin Bompiani ha pubblicato Famiglia. La sua
opera è stata proposta per il premio Nobel.
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