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ALLA CONQUISTA DI LHASA

Alla conquista di Lhasa

Autore

Peter Hopkirk

Editore

Adelphi, Milano

Prima edizione

1982, 2008

Traduzione (dall'inglese) di Giovanni Luciani
Titolo originale Trespassers on the Roof of the World. The Race for Lhasa
© 1982, Peter Hopkirk

Pagine

384

N. ISBN

978-88-459-2308-1

Messi uno vicino all'altro, i titoli di Peter Hopkirk hanno qualcosa di inquietante. Il suo libro più noto, Il Grande Gioco, raccontava come le regioni dell'Asia centrale siano da due secoli la zona strategicamente più calda del pianeta - e lo faceva mentre gli occhi di tutti rimanevano voltati altrove. Quando invece, nel 1982, uscì Alla conquista di Lhasa, molti trovarono a dir poco entusiasmante la rievocazione della corsa, tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, per la conquista di quello che ancora era, nell'immaginazione popolare, il Paradiso Perduto: il Tibet. In effetti le imprese di personaggi come Annie Royle Taylor - che nel 1892 abbandonò l'East End per i sentieri himalayani, arrivando, con la sua carovana, a un passo da Lhasa - o Maurice Wilson fermato dalle autorità inglesi in India mentre stava per realizzare l'ultima fase del suo piano, cioè schiantarsi con un biplano Gipsy Moth alle falde dell'Everest per poi proseguire fino alla vetta e innalzarvi la bandiera britannica - restano nella memoria. Ma c'è di più: nel racconto di Hopkirk sembra aleggiare la credenza antichissima secondo la quale chi conquista il Tibet conquista, semplicemente, il mondo - e si ha così la strana sensazione che le ossessioni e le avventure di singoli così come le mire di immani Stati (la Cina di oggi, ad esempio) verso quei luoghi abbiano un'origine potente e arcana.
«Ci furono momenti nei quali dubitò che sarebbe mai riuscita a vedere Lhasa. Oltre alle inevitabili schermaglie con i banditi, c'era sempre la paura di essere scoperti, di essere riconosciuti da qualcuno - magari un altro pellegrino - che aveva avuto a che fare con loro prima che assumessero le sembianze attuali. Una notte, mentre si avvicinavano a Lhasa, uno strano lama emerse dal buio e sedette non invitato intorno al fuoco che avevano acceso. Per un po' non disse nulla, limitandosi a fissare Alexandra. Poi d'un tratto fece un'osservazione riguardo al suo aspetto che le fece capire che conosceva il suo segreto.
«"Il cuore smise di battere" lei scrisse in seguito. "Quest'uomo sapeva chi ero!". Ma da dove veniva? Accortosi del suo smarrimento, il lama aggiunse in modo ancor più misterioso: "Non cercare di ricordare. Posseggo tutti i volti che desidero, e questo tu non l'hai mai visto". Parlarono fino a tarda notte di misticismo e religione tibetana, e presto l'istinto disse ad Alexandra che quell'enigmatico viaggiatore non l'avrebbe tradita. Poi all'improvviso, senza dire una parola, egli si dileguò a grandi passi nella notte».

Adelphi ha pubblicato di Peter Hopkirk Il Grande Gioco (2004) e Diavoli stranieri sulla Via della Seta (2006).

 

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