INDICE>EURO-CHINA>13° BUSINESS FORUM A SHANGHAI

Si celebrano i 20 anni di EURO-CHINA a Shanghai
Un'organizzazione al servizio dello sviluppo delle imprese europee
13° Business Forum dal 16 al 19 settembre 2006

L’Ambasciatore Siro Polo Padolecchia è il 34° discendente diretto di Marco Polo il quale, dopo essere stato per ben 12 anni Ambasciatore dell’ONU in Cina, ha fondato il 15 settembre 1986 EURO-CHINA, sotto gli auspici dell’ONU e della Commissione Europea con lo scopo di incoraggiare e facilitare la cooperazione tecnologica ed economica fra le imprese Europee e quelle Cinesi.
Il Gruppo EURO-CHINA festeggerà quindi il suo ventennale a Shanghai in contemporanea col Business Forum che si terrà dal 16 al 19 settembre 2006. Un evento di grande rilievo soprattutto in considerazione del livello tecnologico delle PMI e lo scenario cinese che ospiterà nel 2008 i Giochi Olimpici e nel 2010 la Grande Esposizione Mondiale di Shanghai.

Le autorità cinesi hanno riconosciuto ad Euro-China una qualificazione ed una presenza che ormai da molti anni si è via via sempre più affermata e tengono nella dovuta considerazione i progetti e le imprese da essa presentati.

È infatti noto a tutti che in Cina le normali regole europee ancora non valgono e se si vuole sviluppare business lo si deve fare accompagnati da “esperti” di quel ghiotto mercato.
Durante questi anni Euro-China ha presentato e sviluppato migliaia di progetti che le Autorità Cinesi le avevano affidato, grazie soprattutto alla credibilità che il Presidente ha saputo guadagnarsi, e che oggi dispone di una rete di uffici e di collaboratori selezionati in tutta la Cina; per questo vengono organizzati periodici Forum e Seminari in Cina, per favorire incontri specifici che hanno portato importanti commesse a svariate imprese europee e il prossimo Business Forum di Shanghai è di vitale importanza per focalizzare lo sviluppo dei futuri interessi nell’ottica dell’economia globale che sarà un elemento vitale del 21° secolo, oltre ad individuare i nuovi protocolli di comunicazione economico-culturale per meglio integrare il “Made in China” col “Made in Europe”, anche alla luce degli antichi legami stabiliti da Marco Polo.

Il Presidente Polo Padolecchia rileva con una nota di disappunto in quanto Italiano, che l’Italia non abbia mai brillato per una folta partecipazione alle iniziative promosse da Euro-China, e questo si deve anche ad un’inveterata abitudine italica, in virtù della quale tutti gli Amministratori di Governo, Regioni, Province, financo Comuni, oltre a varie Organizzazioni Industriali, Artigianali e Commerciali, hanno ritenuto loro precipuo dovere organizzare “missioni” in Cina, guidati dal Capo di turno; ma alla fine sono tutti o quasi tutti rientrati, come spesso accade, insoddisfatti dei risultati, mentre i costi per le Amministrazioni locali erano un fatto certo. Anche l’ex Presidente Ciampi, uomo equilibrato e sagace, quando andò in Cina lo scorso anno portandosi un seguito di “centinaia” di “imprenditori”, ebbe ad osservare la “pochezza” qualitativa dell’offerta italiana, a fronte dell’elevata qualificazione della richiesta cinese. Infatti è inutile offrire loro il “parmigiano” o il “San Daniele”, sono cose che i cinesi, se vogliono, sanno prodursele anche in proprio.

I cinesi da tempo chiedono all’Europa, quindi anche all’Italia (se non vuole essere definitivamente tagliata fuori) una tecnologia di alto livello, che consenta loro di capire veramente quanto valga la superiore esperienza industriale europea, ma per questo occorrono Partner qualificati e selezionati, che non possono essere reperiti tutti dall’Ambasciata o dall’ICE, tantomeno dal “residente della Provincia” appena eletto, che seppure animato dalle migliori intenzioni e si porta in Cina un po’ di parenti e amici imprenditori, ma quando si trova in Cina, a parte i discorsi ufficiali di benvenuto, costui è (e rimarrà) uno sconosciuto per la stragrande maggioranza delle controparti cinesi.
Allora il poter disporre di una struttura collaudata e conosciuta da molti anni in Cina, deve far riflettere seriamente gli imprenditori italiani, quelli che intendono affrontare veramente un processo di “internazionalizzazione” e non come hanno fatto alcuni, di mera “delocalizzazione” selvaggia che li porta a chiudere stabilimenti in Italia per aprirli in Cina!
Noi italiani possiamo e dobbiamo andare n Cina per fornire IMPIANTI, TECNOLOGIA per produrre imbarcazioni, motori, energia ed altro, ma dobbiamo anche portare la nostra esperienza in campo EDILE, inclusi PORTI, AUTOSTRADE, STAZIONI FERROVIARIE, AEROPORTI, secondo le priorità governative cinesi, peraltro concordate anche con EURO-CHINA.

(Agosto 2006)

 

CENTRORIENTE - P. IVA 07908170017 - CF PSCMRA56R30H856T

Copyright Centroriente 1999-2014