Xu Sanguan trasporta i bachi tutto il giorno in un grande setificio.
Ha una moglie molto bella e molto capricciosa e tre figli di cui va orgoglioso: Felice
Uno, Felice Due, Felice tre. Intorno a lui e alla sua famiglia rotolano i giorni più
caotici e intensi della Repubblica Popolare Cinese, dagli anni Cinquanta a oggi. Ma la
solennità della Storia si accende nelle buffe minuzie della vita quotidiana e i suoi
drammi si stemperano in tragicommedia.
La schietta umanità di Xu, la sua arte di arrangiarsi, il suo saggio non voler capire le
cose che succedono gli permettono di attraversare giorno dopo giorno la miseria e la fame,
le epurazioni e i fanatismi ideologici senza mai perdersi e senza mai perdere la propria
autenticità. Lestrema risorsa di vendere il proprio sangue nei momenti difficili e
più importanti (una pratica ancora oggi realmente diffusa in Cina) è una specie di
talismano: il sangue è un dono degli avi, e per questo non va sprecato. Ma ciò non gli
impedisce di far convivere con fantasia e buon senso le ragioni della morale con quelle
della necessità.
Dopo le sue già significative prime opere di formazione, in questo romanzo Yu Hua
dimostra di saper controllare un ventaglio di toni molto vasto, dal comico al grottesco,
dalla commozione e una vitrea, sferzante ironia. Raggiungendo una maturità e un senso
poetico del raccontare che lo pongono al vertice della narrativa cinese contemporanea.
Yu Hua è nato nel 1960 a Hangzhou, nell Cina
meridionale. In Italia ha pubblicato i romanzi Vivere!
(Superpremio Grinzane Cavour per la letteratura straniera 1998), Leco
della pioggia e il volume di racconti Torture.