Nel corso della grande rivoluzione contadina contro i Sui (581-618), il nobile Li Yuan
(565-636), capo militare dello Shaanxi, diviene l'imperatore Gaozu dei Tang. Egli era un bravo e onesto governatore e pertanto era indeciso se appoggiare o meno la rivolta contro l'imperatore Yangdi (ultimo dei Sui), ma il figlio Li Shimin, con uno stratagemma, lo fa schierare dalla parte dei ribelli. Dopo due anni di guerra Li Yuan diventa padrone di un vasto territorio, si impadronisce della capitale Chang'an e nel 618 dopo l'assassinio di Yangdi si proclama imperatore e dà inizio alla gloriosa dinastia dei Tang. Dodici pretendenti gli contendono il potere aiutati anche da truppe dei turchi orientali. L'esercito Tang, agli ordini del principe Li Shimin, sbaraglia le forze degli avversari ed estende il potere della Cina dal Tibet sino al mare, dalla Grande Muraglia al Vietnam, costituendo un impero più potente e prospero di quello degli Han.
Nel 626 l'imperatore Gaozu (Li Yuan) abdica e gli succede Li Shimin che assume il nome di Taizong e regna fino al 649. Egli decide una riforma agraria con una equa distribuzione delle terre, senza però toccare le proprietà dei grandi proprietari e dei monasteri; diminuisce le imposte, abroga le leggi troppo dure, riforma i codici e sopprime molte pene. Nell'organizzazione dell'amministrazione dell'impero introduce delle novità collocando un governatore militare al di sopra di quello civile; per il reclutamento dei funzionari mette a punto un sistema di esami, nei quali, accanto alla conoscenza dei classici confuciani, erano richieste conoscenze scientifiche, matematiche, giuridiche, storiche e calligrafiche. Per i gradi superiori istituì una prova di poesia ed un saggio, e ciò gli valse il favore dei letterati. Dal punto di vista della struttura militare egli rafforza l'esercito potenziando la cavalleria, che diventa l'elemento determinante nelle conquiste territoriali della Cina di quest'epoca.
I turchi orientali, sconfitti, vengono ad inchinarsi davanti a lui e ne accettano il protettorato. Con lunghe campagne di cavalleria sottomette anche i turchi occidentali del bacino del Tarim e ristabilisce il protettorato cinese sulla regione. La sua potenza si estende, viene accettato oltre il Pamir fino al Caspio, fino a quando nel 751 le armate cinesi vengono sconfitte dagli arabi a Talas. Il Tibet gli invia tributi; gli ambasciatori dell'India, di Ceylon e della Persia si succedono nella capitale cinese. La Cina conosce in questo periodo un'epoca di floridezza economica, si sviluppa il commercio interno ed esterno; l'industria della seta, della porcellana, del broccato, quella mineraria conoscono una grande espansione. Si impara a estrarre lo zucchero dalla canna e il tè che un tempo era riservato ai signori diventa una bevanda nazionale.
Il buddhismo è florido, il monaco Xuanzang parte in pellegrinaggio per l'India, passando dall'Asia centrale. Dopo sedici anni di viaggio e di studi, torna con una documentazione straordinaria sui Paesi visitati, sui loro abitanti, sulla loro economia, sul loro modo di pensare; raccoglie anche i testi classici del buddhismo e dedica il resto della sua vita alla loro traduzione dal sanscrito in cinese. Nella capitale cinese tutte le religioni sono ammesse: quella di Zoroastro, quella manichea, il nestorianesimo, il giudaismo e l'islamismo; preti, mercanti e studenti stranieri affollano la ricca capitale cinese.
Alla sua morte gli succede un figlio, da lui prescelto, che prende l'appellativo di Gaozong
(650-683), giovane pieno di buona volontà, ma succube della affascinante e ambiziosa imperatrice Zetian, una concubina di Taizong, di nome Wu Zhao. Molto influente a partire dal 654, diventa imperatrice consorte nel 655, dopo aver con diversi raggiri screditato agli occhi dell'imperatore l'imperatrice rivale, che viene ripudiata ed esiliata. Da questo momento diventa la padrona della volontà dell'imperatore. Continuano le sue macchinazioni per sbarazzarsi dei possibili rivali al trono, induce l'imperatore a mettere a morte persino i figli, di cui due erano suoi.
Nel 683 muore l'imperatore, Wu Zetian ha sessant'anni e pone sul trono suo figlio; ma dopo appena 54 giorni lo detronizza e nomina imperatore il suo secondogenito, che imprigiona nel palazzo. Scoppia una rivolta di 100.000 ribelli, ma riesce a soffocarla nel sangue. Vuole fondare una dinastia che porterà il suo nome. I principi della famiglia Tang si rivoltano e allora ne approfitta per far scomparire tutta la famiglia imperiale giustiziando o mandando in esilio uomini, donne e bambini; le purghe durano due anni.
Wu Zetian era una fervente buddhista e la sua scalata al potere fu appoggiata dai buddhisti, che finiscono per riconoscerla come reincarnazione del bodhisattva Maitreya. Per sfuggire al controllo delle grandi famiglie trasferisce la capitale a Luoyang, si proclama imperatrice di una nuova dinastia Zhou. La sua condotta fa scoppiare un complotto che la costringe ad abdicare e muore dopo pochi mesi.
Le succede il figlio, un debole che amava intrattenersi con il monaco Yijing e i santi bonzi; il potere è nelle mani della moglie, l'imperatrice Wei, che, avendo un amante della famiglia Zhou, avvelena il marito, ma finisce decapitata, dopo un complotto capeggiato dal principe Li Longji
(685-762).
Costui era figlio dell'imperatore Ruizong, detronizzato da Wu Zetian nel 690. Dapprima pone suo padre nuovamente sul trono nel 710, ma dopo due anni prende personalmente il potere assumendo il nome di Xuanzong
(712-756). La Cina vive sotto questo sovrano il suo periodo d'oro sia per le dimensioni dei domini che per il fiorire delle arti e della letteratura. Era letterato egli stesso ed è più noto con l'appellativo di Minghuang (imperatore illuminato). Egli rimette ordine nelle finanze, nell'amministrazione e nei costumi politici.
Verso la fine della sua vita si disinteressa del governo, tutto preso dall'amore per la concubina Yang Yuhuan, nota con l'appellativo di Yang "guifei" (= consorte Yang). In balia della volontà di questa donna assegna incarichi di prestigio ai membri della famiglia di lei. Tutto ciò provoca il malcontento di un governatore, An Lushan, appartenente ad una tribù turca, che aspira alla carica di primo ministro, dopo la morte del titolare Li Linfu nel 752. L'incarico viene affidato invece a Yang Guozong, cugino della favorita. Ciò provoca la ribellione di An Lushan nel 755, che riesce ad occupare la capitale. La ribellione continua dopo la morte di An Lushan, sotto la guida di Shi Siming suo luogotenente, e viene infine domata dalle truppe imperiali nel 763.
Questo episodio segna l'inizio della decadenza dell'impero Tang. Le guarnigioni di frontiera si trasformano in forze regionali autonome e si impossessano delle imposte destinate allo Stato. I governatori proclamano ereditarie le loro cariche e alcuni dichiarano la loro autonomia dall'autorità centrale. Il potere centrale cade nelle mani degli eunuchi, che controllano la nomina dei generali e dei funzionari; giungono anche a porre sul trono o a deporre gli imperatori.
Ormai la Cina dei Tang è avviata verso un nuovo stadio di decadenza a causa delle lotte intestine della classe dominante e non riesce più ad esercitare il suo potere nelle regioni occidentali. Viene attaccata dagli Uighur e dai Tufan che avanzando da nord e da sud la serrano in una morsa; l'impero è quindi tagliato fuori dalle regioni occidentali e il bacino del Tarim cade in mano ai Tufan, che fondano uno Stato potente, lo Xizang (Tibet).
I tentativi del potere centrale di limitare lo strapotere dei monasteri buddhisti, dei funzionari, dei mercanti e dei proprietari fondiari falliscono: si impossessano senza scrupoli delle terre, riducendo i contadini alla miseria e alla disperazione. Scoppiano così diverse rivolte contadine. La prima è dell'860 ed è capeggiata da Qiu Fu; segue poi l'ammutinamento di soldati capeggiati da Pang Xun nell'869.
Alla fine la grande rivoluzione contadina dell'874 è guidata prima da Wang Xianzhi e continuata da Huang Chao. Tale rivolta sconvolge la Cina: truppe di ribelli partono dallo Shandong, attraversano Henan, Anhui, Hubei, il fiume Yangzi, raggiungono a sud la regione litoranea del Guangdong e del Guangxi, e poi di nuovo verso nord nel Jiangxi e Jiangsu, Anhui e Henan. Nell'880 occupano Chang'an. La rivolta si protrae fino all'884, quando la ribellione è stroncata dalle truppe Tang con l'apporto delle truppe turche della tribù Shato.
Dopo la pacificazione, il potere è nominalmente nelle mani dell'imperatore, ma continua la lotta fra il capo dei turchi, alleato dei Tang, e l'ex ribelle pacificato Zhu Quanzhong già luogotenente di Huang Chao. Costui si impadronisce dell'imperatore, lo mette a morte assieme agli eunuchi e alla corte imperiale. Obbedendo ad un ultimo scrupolo, colloca sul trono un giovane principe Ai dei Tang, che però fa abdicare due anni dopo, 907, e si proclama imperatore e fonda la dinastia dei Liang posteriori, concludendo così l'epoca Tang.
La Cina conosce sotto questa dinastia un periodo di grande progresso in tutti i campi. La poesia, anche perché favorita dalla corte, raggiunge il massimo splendore con più di 2.000 poeti, dei quali ci sono stati conservati più di 50.000 componimenti. I poeti maggiori furono Li Bai (Li Po) e Du Fu, che vissero sotto il regno di Xuanzong. Un altro grande poeta e pittore fu Wang Wei. Di quest'epoca è l'invenzione della stampa (VIII sec.) e l'introduzione dell'uso della carta moneta. Nel campo della ceramica la dinastia Tang è conosciuta soprattutto per le sue figurine di terracotta di stile realistico. Ma quest'arte produce anche pezzi rari; si ottiene la porcellana, grazie ad una argilla speciale portata a più di 1.300 gradi; compaiono i "céladon"
verde-azzurri.
Nel campo delle istituzioni giuridiche troviamo il codice Tang, redatto nella sua prima forma nel 624, rivisto nel 627 e 637 e seguito da un commento nel 653. Questo è il primo codice cinese pervenutoci; si tratta di un'opera ammirevole per la sua logicità, conta 500 articoli divisi in 12 sezioni.
Giacomo Zordan
BIBL.:
W. Bignham, The Founding of the T'ang Dynasty, Octagon, New York 1970.
C.P. Fitzgerald, The Empress Wu, Australian National U., Melbourne 1935.
H.S. Levy, Harem Favorites of an lllustrious Celestial, Chungtai, Taipei 1958.
B.S. Solomon, The Veritable Records of the T'ang Emperor Shuntsung, Harvard U. Press, Cambridge 1955.
D. Twitchett, Financial Administration under the T'ang Dynasty, Harvard U. Press, Cambridge 1963.
A.F. Wright (ed.), Perspectives on the T'ang, Yale, New Haven 1973.
Cfr. BIBL. Cultura, Diritto, Storia.
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