Pechino, marzo 1852: durante la selezione delle consorti imperiali, lo sguardo dell’imperatore Xianfeng si posa su una sedicenne dai tratti non belli, forse, ma senza dubbio affascinanti. Di lì a poco, il cenno di approvazione del Figlio del Cielo schiuderà le porte della Città Proibita alla donna che, ammessa a corte come semplice concubina, si ritroverà in breve a reggere le redini dell’ormai morente dinastia Qing con il titolo di Imperatrice vedova Cixi.
Considerata in Cina una despota dalle scarse capacità e dalle vedute ristrette, Cixi intraprese invece una coraggiosa politica di modernizzazione che, ispirandosi ai metodi e alle tecniche occidentali, scosse il Paese dal suo immobilismo millenario: a lei si devono infatti l’introduzione del telegrafo e della ferrovia, la costruzione di una flotta moderna e l’avvio della pratica di estrazione mineraria, la riforma del sistema legale (con l’abolizione di pratiche quali la fasciatura dei piedi) e l’istituzione di scuole e università di livello. Il tutto mentre, con decisione e accortezza, affrontava le rivolte dei Taiping prima e dei Boxer dopo, le «guerre dell’oppio» e le mire espansionistiche di russi e giapponesi, sventando i complotti orditi alle sue spalle.
Dall’autrice di Cigni selvatici, una biografia documentata e avvincente che, avvalendosi di materiali fino a poco tempo fa inaccessibili, ribalta gli stereotipi per tracciare il ritratto di una figura ancora poco nota agli storiografi occidentali: quella di una donna energica e lungimirante che, in un contesto tutt’altro che favorevole, governò per quarant’anni le sconfinate terre del Celeste Impero da dietro un paravento di seta gialla.
Jung Cheng. Nata nella provincia del Sichuan, è figlia di due funzionari del Partito Comunista Cinese. Visse la sua infanzia e la sua adolescenza sotto il regime di Mao Zedong: arruolatasi a quattordici anni, durante la rivoluzione culturale, nella Guardie Rosse, si iscrisse poi all’Università del Sichuan, dove studiò letteratura inglese.
Nel 1978, ottenuta una borsa di studio, lasciò la Cina alla volta dell’Inghilterra, dove fu la prima studentessa della Repubblica popolare cinese a conseguire un dottorato. (in linguistica presso l’università di York).
Raggiunse la celebrità nel 1992 grazie alla pubblicazione del romanzo autobiografico Cigni selvatici. Tre figlie della Cina. Per questo libro è stata insignita dell’NCR Award (miglior libro di saggistica), del British Writers’ Guild Award e del premio “Book of the Year” per il 1993
Nel 2006 ha realizzato, in collaborazione col marito Jon Halliday, una ponderosa biografia di Mao (Mao, la storia sconosciuta). Vive attualmente a Londra.
Sono seguiti nel 2015 L’Imperatrice Cixi e nel 2020 Le signore di Shanghai. Tutti i volumi sono stati pubblicati dalla casa editrice Longanesi.
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