Pensato da un veneziano (Marco Polo) e scritto da un pisano (Rustichello) in una prigione genovese alla fine del XIII secolo, Il Milione diventa presto un vero e proprio best seller dell’epoca. Esso intende dimostrare che il mercante è come il cavaliere, anzi è il cavaliere di una nuova epoca che assiste alla rivoluzione commerciale e all’ampliarsi degli orizzonti geografici. Proprio mentre guarda a Oriente, il mercante per la prima volta si autocelebra nelle vesti di “eroe” occidentale poiché è il solo a possedere le chiavi per la conoscenza del mondo, per penetrarne e conquistarne le meraviglie. Le città-stato di Genova e Venezia controllano a quel tempo tutte le principali vie di comunicazioni marittime e sono le uniche vere, grandi potenze mondiali in grado di operare nel quadro iternazionale. La Pratica di mercatura di Francesco di Balduccio Pegolotti e il Decameron di Giovanni Boccaccio non fanno mistero del fatto che i genovesi siano i maggiori esperti di cose cinesi. Proprio nell’età di Marco Polo e per l’epoca Yuan, tutte le testimonianze concordarno nel dire che costituiscono la presenza europea più importante e significativa nell’area cinese e, tra i mercanti occidentali, coloro che sviluppano il maggior volume d’affari con la Cina.
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