Autore | JIANG Rong (姜戎) |
Editore | Mondadori, Milano |
Prima edizione | 2006, 2015, 2020 |
Titolo originale | Lang tuteng (狼图腾) |
Traduzione dal cinese di | Monica Gottardo e Monica Morzenti |
Pagine | 448 |
Nota | Per leggere l’originale in lingua cinese |
N. ISBN | 978-8804732013 |
Cina, anni Sessanta. All’inizio della Rivoluzione Culturale, il giovane Chen Zhen lascia Pechino in compagnia di un gruppo di altri studenti, come lui inviati sull’altopiano della Mongolia Interna. Finalità del viaggio è non solo quello di educarsi al lavoro ma anche di entrare in relazione con le popolazioni locali, poco inclini ad assoggettarsi ai prinicpi del nuovo governo cinese. Le tribù nomadi che abitano la regione conducono infatti un’esistenza dedita alla caccia e alla pastorizia, non dissimile da quella dei loro antenati ai tempi di Gengis Khan. In una terra estrea e affascinante, sullo sfondo delle crescenti tensioni con l’esercito sovietico, Chen Zhen entra così per la prima volta in contatto con un mondo ancestrale in cui le dimensioni del sacro e del sovrannaturale permeano ogni cosa, compresa la quotidiana e delicata relazione con i lupi, i grandi predatori che contendono all’uomo la supremazia in quell’inospitale territorio.
Grazie agli insegnamenti del vecchio Bileg, che lo adottato come un figlio, Chen Zhen si libera dall’atavico terrore nei confronti dei lupi, imparando ad apprezzarne il valore. E scoprirà che è proprio grazie al loro esempio che i mongoli, nel corso dei secoli, hanno forgiato il proprio indomito carattere improntato ai valori del coraggio, della libertà e del rispetto della natura.
Vivendo giorno dopo giorno al fianco dei nomadi, Chen Zhen si convince sempre più della necessità di liberarsi di quella “mentalità del gregge” da cui vede affetti i cinesi suoi contemporanei, per tornare ad abbracciare i valori della libertà individuale.
Nel frattempo, però, l’imperiosa spinta cinese alla modernizzazione comincia a far sentire la sua forza anche sul grande altopiano: il progetto di bonificare forzatamente l’intera regione per trasformarla in area agricola, alterandone i fragili equilibri ecologici e sociali, imporrà a Chen Zhen scelte difficili, talvolta drammatiche, dalle quali egli emergerà profondamente mutato. Nato dall’esperienza diretta dell’autore, vissuto per undici anni nella Mongolia Interna, Il totem del lupo è il frutto di un lavoro di studio trentennale nel quale leggenda, storia e avventura si fondono per dare vita a un’opera intensa e controversa, che scuote dalle fondamenta il nostro modo di giudicare non solo la Cina di oggi, ma la storia stessa dell’umanità.
Jiang Rong è lo pseudonimo di un intellettuale dissidente di cinquantotto anni, professore universitario di economia politica a Pechino. Questo è il suo primo romanzo.
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