Settembre 2055. Sotto il cielo azzurro artificiale della Cina, Nio Schulz viaggia nel paese per promuovere l’ultimo ritrovato commerciale della sua azienda, un prodotto di nuova concezione, il ‘true barefoot running’. Nio, l’ultimo erede della saga di “In tempi di luce declinante”, si muove in un flusso di costanti informazioni, vive nel mondo dei big data, dove si comunica a colpi di tweet e post, e la priorità di tutti è l’ottimizzazione tecnica di sé, le bistecche sono create in vitro, le donne vestono guaine superaderenti simili a tatuaggi. La sua quasi-fidanzata Sabena, a Minneapolis, discute con lui sulle possibilità e i costi di affittare una madre per il figlio che vogliono avere, mentre il suo capo, una donna bulgara fredda e calcolatrice, che può raggiungerlo in ogni momento tramite una connessione criptata, lo considera un perdente. Nio è un progressista, teso come tutti alla prestazione ottimale di sé, in un universo ridotto ad aree commerciali nel quale si sforza di restare all’altezza dei tempi in cui vive. Un mattino si sveglia in una camera d’albergo, non sa dove si trova, non sa nemmeno se quella camera è reale. Inforca i Glass – occhiali speciali che sostituiscono lo smartphone e sono il suo cordone ombelicale con la realtà -, ma quando il sistema digitale di identificazione non lo riconosce, Nio non riesce ad attivare la sua connessione con il mondo (l’account di posta, i social, l’agenda, le foto), né tutto un sistema complesso e sofisticato di app e impostazioni, playlist, profili, filtri, link, preferiti che costituiscono la sua identità. Senza i Glass, Nio non è niente. E mentre si sta recando al suo appuntamento di lavoro in un centro commerciale scompare dal radar degli onnipresenti addetti alla sorveglianza…
Eugen Ruge (Soswa, Unione Sovietica, oggi Russia, 1954) ha studiato matematica a Berlino ed è stato ricercatore presso l’Istituto Centrale di Geofisica di Potsdam. Prima di lasciare la DDR per la Germania Federale, nel 1988, è stato sceneggiatore e regista cinematografico. Dal 1989 scrive e traduce per il teatro e il cinema, insegnando nel contempo all’Università delle Arti di Berlino. Il suo precedente romanzo, In tempi di luce declinante (Mondadori, 2013), ha vinto il premio Döblin (istituito da Günter Grass) e il Deutscher Buchpreis, ed è stato finalista al Premio Strega Europeo.
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