I racconti fantastici di Liao
Autore PU Songling (蒲松龄Pú Sōnglíng)
Editore Luni, Milano
Prima edizione Settembre 2024
Titolo originale 聊斋志异 (Liáozhāi zhì yì)
Traduzione di

Ludovico Nicola Di Giura

Introd. e revisione delle note

Isabella Doniselli Eramo

Pagine 1888 (3 voll.)
N. ISBN 978-8879848817

Umorismo, satira, critica sociale e fantasia scatenata sull’onda delle leggende e delle credenze popolari sono il fil rouge che accompagna queste 435 storie, ascoltate e riscritte nell’elegante stile letterario che era proprio di Pu Songling, che qui vengono ripubblicate integralmente nella celebre traduzione di Ludovico Nicola Di Giura, completamente rivista e rinnovata e impreziosita dalla introduzione del grande orientalista Giuseppe Tucci. Durante i molti anni della sua vita di insegnante e segretario privato, l’autore era solito incontrarsi con conoscenti, amici, abitanti dei villaggi, nello “Studio di Liao”, un padiglione dove trascorreva lunghe ore ad ascoltare i racconti in lingua parlata degli ospiti. In seguito, coerentemente con il suo ruolo di insegnante e di studioso confuciano, li trascriveva in elegante lingua letteraria classica. È nata in questo modo la raccolta I racconti fantastici dello studio di Liao (o, più semplicemente, “di Liao”): «Non appena mi viene raccontata una storia interessante – scrive l’autore stesso nel Prologo – prendo il pennello e la scrivo, dandole forma letteraria. Da molto tempo ormai i miei amici mi forniscono del materiale, spedendomelo da ogni parte della Cina, e io, con l’entusiasmo del collezionista, ne ho già raccolto una gran quantità…». Vi si ritrovano tutti i motivi più amati della letteratura cinese: storie di spiriti volpe, di fantasmi, di studiosi sfortunati, di ufficiali di corte, di monaci o esorcisti taoisti, di innamorati delusi o contrastati, di demoni, di animali. Sovente affiora l’intonazione garbatamente satirica, mentre il fine morale della narrazione è spesso giocato sul paradosso e sull’inversione delle parti come, per esempio, le dinamiche tra spiriti e fantasmi (tradizionalmente concepiti come degenerati e perfidi), che qui appaiono saggi e degni di fiducia e si confrontano con studiosi confuciani indecisi, inaffidabili e disorientati. Ne derivano la fine ironia e il sottile umorismo, che nascondono però la disillusione e l’amarezza dell’autore per la realtà sociale e culturale del suo tempo, travagliata dal delicato e sofferto passaggio dalla dinastia Ming alla dominazione mancese della dinastia Qing.

Nato in un piccolo centro rurale dello Shandong, in una famiglia di letterati ormai decaduta, Pu Songling (1640–1715), seguì la tradizione famigliare, pur non entrando mai nel sistema della burocrazia mandarinale.
Autore di trattati e saggi di argomento morale – oggi perduti – lavorò per molti anni ai Racconti fantastici di Liao e continuò ad apportare modifiche e integrazioni fino quasi alla morte. Non acconsentì mai a dare alle stampe questa sua opera, che tuttavia iniziò presto a circolare in copie manoscritte, sovente parziali o incomplete, ed ebbe subito uno straordinario successo, soprattutto a livello popolare, diffusa da cantastorie e da compagnie teatrali itineranti che ne trassero soggetti per le loro rappresentazioni. Molti furono anche gli adattamenti in forma di ballate e canzoni popolari. Soltanto nel 1766, circa cinquant’anni dopo la morte di Pu Songling, si ebbe la prima edizione a stampa.

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