Nato in Cina nel 1936, Zhang Xianliang è stato mandato a
soli ventun anni in un "campo di rieducazione attraverso il lavoro" nella Cina
nord-occidentale per il fatto di essere un letterato, un intellettuale, "un
"nemico del popolo".
La carestia, effetto delle disastrose pianificazioni
produttive degli anni Cinquanta, stava mietendo milioni di vittime in tutto il Paese (tra
il 1960 e il 1962, i decessi causati dalla carestia, o collegati a essa, furono almeno
trenta milioni), ma Zhang trovò la forza di scrivere un diario con scarne annotazioni,
accuratamente autocensurate, che laiutò a sopravvivere.
Dopo ventidue anni di prigionia, è stato
"riabilitato" nel 1979. Da allora si è affermato come una delle voci più
originali della letteratura cinese.
Nellottobre 1992 Zhang pubblica in Cina Zuppa
derba che, con uno stile essenziale e un linguaggio asciutto assieme ad
unironia disperata, rivela al mondo occidentale, e non solo, tutto lorrore di
cui è stato testimone. Un orrore che se può in qualche modo ricordare quello di Se
questo è un uomo di Primo Levi da questo si differenzia per il fatto che descrive
quanto di più sottilmente orrendo la mente umana possa concepire: il lavaggio del
cervello.
Il giovane Zhang, assieme a vecchi studiosi e rinomati
scrittori, viene gettato fra delinquenti comuni in un inferno senza sbarre, dove gli
strumenti di tortura si chiamano fame, autocritica e delazione. Un inferno da cui nessuno
osa fuggire perché ha talmente interiorizzato il senso di colpa da credere di meritarsi
condizioni di vita al di là dellimmaginabile: un giaciglio largo trenta centimetri
per dormire, un lavoro massacrante dallalba alla sera, insulti e umiliazioni come
terapia di riabilitazione, la perdita di qualunque individualità e, come cibo, una tazza
di zuppa derba dei campi annacquata.
Ma come enuncia la massima buddhista "Fannao jiu
shi zhihui" ovvero "Saggezza nellavversità", titolo
originale del libro, per Zhang anche le traversie più dure possono essere maestre di vita
e di saggezza. Eccone lincipit:
1960. 11 luglio.
Costruzione principale: trasportato zolle di terra.
Non so perché cominciai a tenere un diario proprio in questo giorno. Non era accaduto
nulla di insolito nella fattoria in cui venivo rieducato. Ero arrivato il 18 maggio 1958 e
ormai erano passati più di settecento giorni. Mi ero abituato, come se fossi cresciuto e
sempre vissuto qui. Un coltello affilato aveva tagliato a metà la mia vita - la metà di
cui ero consapevole era stata gettata in questa landa sterile. Dove fosse laltra
metà non ne avevo idea; non ero nemmeno sicuro di essere stato integro prima. Mentre
spaccavo la terra, le uniche sensazioni dolorose che provavo erano fisiche. Dopo aver
patito per più di settecento giorni, ero diventato insensibile. Non sentivo più il
dolore, sentivo solo la fame. Se non ci fosse stato questo esile diario comincerei a
domandarmi se quella parte della mia vita sia realmente esistita. Gli uomini hanno ben
scarsa memoria. Si scontrano con il presente - gioioso o doloroso che sia. Ma il presente
e lumanità che esso racchiude sono la conseguenza del passato, così come il futuro
è il risultato del passato. Le vite degli uomini non passano senza lasciare traccia,
svanendo come se non fossero mai state vissute. Oggi molti cinesi non osano ammetterlo -
non osano affrontare il passato, e alcuni non vogliono neppure affrontare certi aspetti
del presente. Per questa ragione mi sono sentito in dovere di rendere pubblico questo
diario autentico e di aggiungere dei commenti perché la gente possa capire.
La sera dell11 luglio ho aperto un taccuino comprato allo spaccio del campo. Pronto
a scriverci qualcosa, mi lascio sorprendere dalla penna che tengo in mano. E
possibile che abbia deciso di tenere un diario per il solo fatto che possiedo una penna.
/.../
Zhang Xianliang, Zuppa derba, Baldini e Castoldi, Milano,
1996, Lire 24.000.