Ci vogliono circa 40 minuti
daereo da Kunming, la capitale di provincia dello Yunnan, a Jinghong, la città più
importante del distretto di Xishuangbanna, che occupa lestrema propaggine sud della
provincia, tra Laos e Birmania. Quando i collegamenti aerei non cerano, occorrevano
due o tre giorni di autobus per percorrere i 700 km. di distanza tra la capitale e il
distretto di Xishuangbanna che, situato comè a cavallo del Tropico del Cancro, alla
stessa latitudine delle più importanti aree desertiche del pianeta, dal Sahara alla
California a Sonoma in Messico, rappresenta una felice eccezione climatica perché è
protetto a nord da alte catene montuose e a sud gli giungono i venti dellOceano
Indiano e della Baia del Bengala.
Così la regione, con i suoi paesaggi naturali, con la sua flora selvatica e la fauna che
va dai pavoni agli elefanti, con le numerose e diversificate culture etniche, è un polo
di attrazione turistica per gli stranieri quanto per il turismo interno.
Intorno alla città di Jinghong, su una superficie di circa
200.000 ettari, infatti, si estende la più grande riserva naturale di tutto il Paese, con
uno dei più completi sistemi ecologici del pianeta: nella foresta pluviale tropicale di
Xishuangbanna crescono alcuni tipi di felci rare e altre specie preziose quali il
podocarpo. La città di Jinhong è stata menzionata per la prima volta nel 1180,
corrispondente allanno 542 del calendario Dai, letnia che in grande
maggioranza abita il distretto: allora Payazhen, uno dei capi delle tribù locali, le unì
e fondò il cosiddetto regno del "Palazzo doro" tutto intorno a Jinglan,
lodierna Jingmanlan. Il piccolo regno accettò la sovranità della dinastia Song,
che governò la Cina tra il 960 e il 1271 e sotto gli Yuan, tra il 1271 e il 1368, Jinglan
fu ribattezzata Cheli: da qui, per 700 anni, i capi Dai amministrarono tutto il
distretto. Nel 1500 larea aveva 10.000 residenti e ospitava oltre 200 templi
buddhisti, ma nel 1950 Jinhong era un povero borgo di poco più di 400 abitanti.
Oggi le cifre sono cambiate: Jinhong copre
unarea di 17 km² e ospita 60.000 abitanti, che è una cifra ben lontana dalla
popolosità delle grandi città ma che fa di questa cittadina solo un pallido ricordo del
villaggio quasi abbandonato che era negli anni cinquanta. Edifici di bambù in stile
architettonico Dai fiancheggiano strade carreggiabili ormai ampie, ma il paesaggio
tropicale resta quello di un tempo, tra palme, cocchi, manghi, betel e terrazze coltivate.
Un aspetto dindiscutibile fascino è
rappresentato dai costumi delle donne Dai, i colorati sarong, con i corpetti
attillati e i calzoni morbidi fino alle caviglie, alla vita cinture dargento
lavorate a mano e lunghe trecce annodate in cima al capo con pettini dargento o
forcine di fiori. Lungo le rive del Mekong, in cinese Lancang, ci sono fitti boschi
di bambù e alberi di banano, che proteggono con la loro ombra i bagni fluviali della
gente Dai.
Jinhong è famosa per la "Festa
degli Spruzzi dAcqua", che ricorre ogni anno in coincidenza del capodanno Dai,
nel mese di aprile: tutta la popolazione allora si riversa lungo il fiume e si spruzza di
acqua per commemorare un tempo in cui una coraggiosa fanciulla aveva liberato il paese da
un mostro e così, spruzzandosi dacqua, tentava di pulirsi nel fiume del sangue di
cui si era imbrattata nella lotta. Le acque del Lancang, durante la festa, si riempiono di
barche Drago, per la gara sportiva annuale.
Il traffico fluviale, che ha come
destinazione Birmania e Thailandia, è agevolato dalla costruzione recente di un nuovo
ponte e dalla presenza di molti traghetti e moli, già operativi o in costruzione.
Il Parco Manting, luogo privilegiato
dallaristocrazia Dai per le sue riunioni, oggi è attrazione turistica per la
ricchezza di templi buddhisti di stile thai e il distretto di Manjinglan è ormai il
centro di unarea nella quale ristoranti e locali pubblici sorgono ogni giorno come
funghi. Lo spirito imprenditoriale della minoranza Dai è testimoniato
dalliniziativa, che risale a più di dieci anni fa, di fare di Manjinglan un vero e
proprio distretto per turisti: sono stati aperti ristoranti etnici, dove la cucina è
squisitamente locale, sullonda del successo del primo esercizio, inaugurato nel 1985
con lintento dichiarato di essere un servizio turistico. Ora tutto il distretto è
una vetrina del folklore Dai e il luogo preferito per trascorrervi la serata dai
turisti che gravitano su Jinghong: allentrata dei ristoranti giovani fanciulle in
costume spruzzano gli avventori di acqua con un ramoscello di pino immerso in un catino in
segno di buona fortuna. I piatti proposti sono quelli tipici della cucina Dai.
Larea di Ganlanba poi è un must nella visita del distretto di Xishuangbanna,
perché vi si può vedere un tipico villaggio Dai di case di bambù circondate da
una spettacolare cornice di vegetazione tropicale con abbondanti pizzichi di folklore
locale.
La popolazione Dai vive da secoli in
abitazioni di legno di bambù elevate su pertiche come palafitte: lorigine di questo
sistema costruttivo risale allepoca di Zhuge Liang, che visse tra il 181 e il 234 e
fu ministro durante il periodo dei Tre Regni. Si racconta, infatti, che visitando lo
Yunnan rimase colpito dalla vulnerabilità delle sue abitazioni, così esposte alla
pioggia, alle intemperie e alle razzie degli animali: la leggenda narra che prese il
cappello e lo lanciò su una pertica di bambù, mostrando alla gente come avrebbe dovuto
costruire la propria casa. Si tratta di edifici di pianta rettangolare con
unelevazione di circa due metri dal suolo: pilastri, mura e pavimenti sono tutti di
legno di bambù. Lo spazio immediatamente circostante le abitazioni è dedicato
allallevamento di animali domestici. Il pilastro centrale della casa è considerato
sacro: non vi si possono legare gli animali e gli uomini non possono appoggiarvisi.
Oggi vi sono anche nuove abitazioni per le quali cè un principio duso di
pilastri di cemento, assi di legno e lamiera ondulata per il tetto.
Ganlanba è diventato un centro turistico di una certa popolarità e la sua esperienza si
è dimostrata pilota: molti dei villaggi che si trovano lungo la direttrice principale che
collega il distretto hanno raccolto finanziamenti per costruire tre villaggi turistici,
uno dei quali si chiama Garden Village e si propone di essere una città giardino.
Qui si trova anche un tempio buddhista che ha qualche secolo di vita e un solido pilastro
portante mostra motivi ornamentali che rappresentano spiriti di tipica matrice religiosa Dai.
Ristoranti, locande e negozi di artigianato incrementano la vita economica attraendo in
maniera sempre crescente il turismo locale ma oggi anche quello internazionale.
Alla stessa latitudine sud, ma in
unarea leggermente più a est di questa, a ridosso delle frontiere del Vietnam e del
Laos, tra il Mekong e il fiume Rosso, vivono altre due minoranze delle 55 presenti in
territorio cinese. La loro cultura è fondamentalmente radicata nella civiltà del riso:
il territorio montuoso è, infatti, scavato per far posto a terrazze in cui lacqua
è canalizzata da secoli con tecnica sapiente che non conosce meccanizzazione. Unico
compagno di lavoro è il bufalo. Nasce in questo contesto una religione animista
fortemente commista a riti sciamanici, che divinizza il riso e con esso strumenti e
attrezzi da lavoro. Anche un singolo chicco non può essere buttato via: gli spiriti della
terra potrebbero in tal caso diminuire la produzione, credendola troppo abbondante. Lo
sciamano, chiamato migu, scongiura con i riti ogni pericolo di calamità naturale,
indossando una maschera da cerimonia. Alla morte del padrone il bufalo viene sacrificato
ritualmente perché possa accompagnarlo nellaldilà mostrandogli il cammino: da
compagno di fatica, diventerà guida spirituale nei luoghi sconosciuti della morte, mentre
il migu, lanciando verso il cielo un pugno di riso, aprirà simbolicamente il
cammino del defunto.
Margherita Sportelli
Per giungere a Xinshuangbanna occorre fare
scalo a Kunming, capitale della provincia dello Yunnan via Beijing, Hong Kong o Bangkok.
Oggi infatti la capitale del distretto, la città di Jinghong, un tempo raggiungibile solo
a dorso di mulo, è collegata a Kunming con servizio di pullman e frequenti voli di linea.
Per informazioni è possibile rivolgersi
alla Segreteria dellIstituto Italo Cinese-Centroriente, a Torino, in Lungopo
Antonelli 177,
tel. 011.8980406 fax. 011.8903021
e-mail: info@tuttocina.it
GASTRONOMIA LOCALE
I piatti proposti nei ristoranti, mecca del
folklore Dai, vanno dal pesce, cotto al forno in un cartoccio di foglie fragranti
di piante tropicali, al riso al vapore servito nelle canne di bambù al maiale cotto al
vapore e avvolto in foglie di banano alle tipiche banane fritte, infine, che sono una
specialità di queste parti.
Il servizio è accompagnato da rappresentazioni di danze etniche.
Anche il tè, bevuto dappertutto in Cina, qui ha una ricetta locale. Nello Yunnan,
infatti, si consuma quello di foglie tostate.
In tutta larea occidentale della provincia, prima dellinfusione in acqua
bollita, le foglie subiscono un tipico processo di tostatura. Un vaso di terracotta vuoto
è scaldato sul fuoco e, quando è quasi bollente, vi vengono riposte le foglie di tè,
che saranno così essiccate fino a completamento della tostatura ma, prima che si brucino,
vanno asportate dal primo vaso e riposte in un altro per linfusione nellacqua
bollita. Un altro metodo, considerato anche migliore, è quello di tostare le foglie nella
terracotta bollente e quindi di aggiungere lacqua bollita nello stesso vaso.
Lacqua sfrigola, quando viene versata sulle foglie tostate e per questa ragione il
metodo prende il nome di xiang lei ("tuono rumoroso"). La
tostatura non richiede qualità particolari di tè: verde e nero vanno ugualmente bene. Se
tostatura e infusione avvengono con tecnica corretta, aroma e sapore sono ugualmente
garantiti.
Ecco infine la ricetta della vera ghiottoneria di questi luoghi, le banane fritte.
due banane, tagliate in cinque pezzetti
un albume montato a neve con un pizzico di sale
2 cucchiai da tavola di farina
1 cucchiaino da tè di maizena
abbondante olio per friggere
una padella concava
un piatto da portata con sopra un foglio di carta assorbente
Mescolate bene lalbume montato a neve
con la farina e la maizena e immergetevi i pezzetti di frutta, rimestando bene in modo che
ne vengano tutti permeati.
Tuffare poi nellolio bollente, uno per volta, i pezzetti di banana immersi nella
pastella.
Si formeranno delle belle frittelline gonfie: fatele friggere su un lato per un minuto,
poi rivoltatele con un mestolo forato e fatele friggere sullaltro lato per un altro
minuto. Dovranno essere ben dorate e compatte. Scolatele sul foglio assorbente e servitele
ricoperte di zucchero.
Qualora vogliate caramellarle, servitele poi in tavola con una ciotola contenente acqua e
ghiaccio, per immergervi le frittelle e raffreddarle, prima di mangiarle.
(da un ricettario di Antonella Palazzi).