Letteralmente,
yang (che non è yang di yin e yang,
il tono è leggermente diverso….. ma che fatica e che confusione scrivere la
fonetica dei caratteri cinesi in alfabeti occidentali!) significa nutrire,
coltivare, custodire, far crescere, curare…. e sheng significa vita. Yangsheng
è un concetto cinese di autodisciplina per “coltivare la vita”. Si tratta,
in genere, di un insieme di regole, di igiene,
di esercizi sportivi e non, che ha come scopo il miglioramento della
qualità di vita nei suoi aspetti concreti di salute, di vitalità mentale, di
relazioni…. ecc.
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È un concetto, una
consapevolezza dell’avere cura di sé, una consapevolezza che si
raggiunge quando c’è una sufficiente maturità di vita per capire il
senso profondo di “avere
cura” di qualcosa. È quindi una filosofia che interessa più agli
adulti ed agli anziani che ai giovani. I giovani (fino a 25 anni circa)
godono la forza e lo splendore dell’energia yang (questa volta è proprio yang di yin e yang)
e non hanno il tempo, né
la testa per pensare a
queste cose. Adulti ed anziani invece hanno già oltrepassato il vertice
yang e sentono la necessità di conservare yang e
coltivare yin in modo giusto, non tanto per allungare insipidamente la vita
quanto per poter dare un senso al ricco contenuto di questa fase della
vita. Per questo gli antichi partivano da due aspetti elementari:
coltivare il “cuore” (che significa lo spirito) attraverso la
generosità e l’apertura mentale, coltivare il corpo attraverso il
giusto cibo, il giusto movimento e l’allontanamento delle medicine. |
E’
nato così fin dall’antichità il yangshengxue,
cioè lo studio dello yangsheng, che
possiamo sintetizzare in sei punti:
1. Spirito
e sentimenti --- chiarezza, quiete e sobrietà di pensieri, ottimismo,
determinazione, generosità, compassione, neutralizzazione dell’ira.
2. Interessi
e ricreazioni ---
poesie e canti, strumenti musicali e gioco di scacchi, calligrafia e
pittura, giardinaggio ed allevamento di uccelli e pesci, passeggiate ed
escursioni, arti marziali e tiro con l’arco.
3. Alimenti
e bevande ---
semplicità ed adeguatezza della qualità e della quantità, modo
corretto della preparazione dei cibi, puntualità dei pasti, conoscere gli
alimenti tonificanti e quelli terapeutici, controllo di fumo, alcolici e tè.
4. Abitudini
di vita e lavoro --- regolarità
di riposo e veglia, stare in un fengshui
(ambiente) idoneo, giusta fatica (non oltrepassare il limite) del lavoro,
controllo e regolazione del desiderio sessuale, curare in tempo l’insonnia.
5. Medici
e stregoni ---
“più lontani sono e meglio è”, saper muoversi quando è ora di
muoversi, saper stare in quiete quando è ora di stare in quiete, saper
introdurre i cibi tonificanti quando è ora di tonificare.
6. Massaggiare
ed avere cura di ---
testa, capelli, viso, orecchi, occhi, bocca, denti, schiena, addome e i
quattro arti (praticamente tutto !)
Questo
è grosso modo il contenuto dello Yangshengxue
tradizionale. È un campo dove tutti gli appassionati, da quelli colti e
sofisticati a quelli semplici e comuni, hanno dato dei contributi attraverso
millenni di esperienze. Anche i medici tradizionali hanno elaborato delle
discipline (tipo taijiquan, qigong ed
affini) e dato dei consigli (alcuni preziosi, altri autoironici).
Come si vede, yangsheng può essere considerato un grosso contenitore di tante
cose, apparentemente molto diverse, ma tutte legate dal comune filo rosso di
“avere cura “ della vita, di questa vita che ognuno di noi si è trovato ad
avere tra le mani.
È
in questa ottica che ho sempre cercato di inserire i miei corsi (ma preferisco
chiamarli incontri per il mio modo non troppo programmato e didattico di
condurre le cose) di taijiquan e qigong
ormai da decenni, e recentemente anche di massaggio e di calligrafia. Per questo
il taijiquan che facciamo è più yangsheng
che lotta, è più la conoscenza di sé che la competizione con l’altro……
e la calligrafia che facciamo è paradossalmente più un cercare la “quiete”
mentale che un cercare la bravura artistica o letteraria.
Anche
quest’anno continueranno questi incontri. Per il taijiquan
ritorneremo ai corsi di prima e
seconda ora soltanto e non le tre ore come l’anno scorso, per una questione di
concentrazione e serietà da parte mia (vedi quella regola di non oltrepassare
il proprio limite). La prima ora è, come sempre, dedicata alla sequenza
fondamentale delle 24 figure. Come yangsheng,
in questa sequenza c’è già tutto. Quindi non è riservata solo ai
principianti. In Cina, ci sono tantissimi che praticano per lunghi anni solo
questa sequenza. La seconda ora, invece, è dedicata alle altre sequenze che
possono contribuire ad aumentare interesse o approfondimento su questa
affascinante disciplina del movimento del corpo. Per quest’anno, potremmo fare
la “40” che è una sintesi dell’antica e lunga sequenza tradizionale stile
Yang, e se c’è tempo si potrebbe riprendere un po’ di “spada” che, con
i suoi 13 modi di maneggiare e 32 figure, ha sempre una sua utile peculiarità.
Comunque, l’unico programma fisso è la “24” della prima ora, il resto è
flessibile, perché tutto deve essere finalizzato allo yangsheng,
ad “avere cura” di sé e della relazione tra il mondo interiore ed il mondo
esteriore.
Per
il qigong vale la stessa flessibilità
del programma, perché l’obiettivo del qigong
– yangsheng è sempre quella difficile unità tra corpo, mente e
respiro, condizione indispensabile per la fluidità salutare del “qi
vitale”. Per questo, gli incontri di qigong
saranno sempre più legati agli incontri di automassaggio.
Per
la calligrafia, visto la positiva esperienza dell’anno scorso, si potrebbe
continuare e magari anche mettendoci dentro un po’ di pittura semplice.
Bisogna provare, ed è sorprendente vedere come ad un certo punto il pennello,
l’inchiostro di china e la carta di “riso” possono indurre la mente in uno
stato di riposo e “quiete” rigenerante. Auguri !
Joseph
Lee (Li Jingtang)