Spigolature da Pechino
Tabacco d'Oriente
Un pomeriggio di qualche
giorno fa, sulla via del ritorno verso il mio ufficio, ebbi occasione di
trovarmi nel bel mezzo di un'intera scolaresca in uscita dai locali di una
scuola media inferiore. II lento flusso degli studenti che aveva
all'improvviso invaso la strada costrinse il mio taxi a rallentare la sua
corsa fino ad arrestarsi del tutto per cedere il passo a quelle frotte
rumorose e spensierate. La sosta inattesa mi diede la possibilità di
osservare gli imberbi giovincelli accalcarsi di fronte agli spacci
alimentari per acquistare dolciumi, scambiarsi battute garrule e rosicchiare
famelici le frittelle calde e gli spiedini di carne venduti da svariati
chioschetti ambulanti. In tutto ciò non potei fare a meno di notare che
molti dei maschietti in uscita tenevano fra le dita una sigaretta. Dopo
essermi guardato bene attorno, realizzai che almeno metà di quei bambini
era intento ad aspirare boccate, con la tipica compiacenza spocchiosa del
minorenne consapevolmente intento in attività consone a un'età più
matura. Pur essendo io stesso un fumatore incallito, non potei fare a meno
di provare una stupita inquietudine nel constatare l'alto numero di baby‑fumatori
che gironzolavano attorno al mio taxi. In realtà, c'è ben poco da
meravigliarsi. Secondo le stime fornite da Newsweek lo scorso Novembre, in
Cina esistono più di 320 milioni di fumatori, corrispondenti a circa il 30%
dei fumatori dell'intero pianeta. In parole povere, la Cina è una sorta di
ciminiera umana.
Tuttavia, tra le percentuali offerte
da Newsweek, ce n'era una che indicava lo svilupparsi di una nuova tendenza
nazionale, ossia il diffondersi del consumo di sigarette anche tra le donne
cinesi: più di 20 milioni, secondo Newsweek, con una percentuale di
incremento annua pari 10%. Tradizionalmente in Cina - soprattutto tra gli
uomini - è opinione diffusa ritenere che il vizio del fumo non si addica
assolutamente a una donna perbene. Una recente indagine on‑line
condotta dal sito 163.com ha appurato che più del 60% degli uomini
intervistati sostiene di non gradire affatto che una donna fumi, fino al
punto di detestare la vista di una donna con una sigaretta in mano.
Ed in effetti, fino a non più di un
paio di anni fa era assai raro imbattersi in fumatrici cinesi, soprattutto
in luoghi pubblici. Ma la situazione attuale in una città come Pechino
dimostra che le proiezioni di incremento annuale del numero di fumatrici
indicate da Newsweek hanno qualche fondamento. Qualche giorno fa mi trovavo
nel ristorante svedese dell'Ikea. Sezione fumatori, ovviamente. Ebbene, in
tale sezione erano sedute almeno una ventina di donne, giovani e meno
giovani, di cui più della metà intenta a scandire il sorseggio del caffè
e il chiacchiericcio al ritmo di robuste tirate di sigaretta. Anche nei
locali, nei pub e nei ristoranti è sempre più comune notare ragazze cinesi
che fumano.
Secondo quanto descritto in un
articolo pubblicato recentemente da un settimanale cinese, il graduale
cambiamento nella percezione sociale di tale fenomeno è dovuto
principalmente al modo in cui "cinema, televisione e pubblicità
influenzano il pubblico mostrando la maturità, l'eleganza, l'indipendenza e
la mondanità emanata dalle donne che fumano sigarette. Fumare non è più
un simbolo di volgarità in una donna”. Ma alcune rappresentanti del
gentil sesso spiegano la loro passione tabagica in maniera assai più
semplice e diretta: "lo fumo perché me l'ha insegnato mia sorella -
racconta Tang Ying, una studentessa universitaria - secondo me è
assolutamente normale fumare per una studentessa. Come dire, a me piace bere
tè e tu preferisci bere caffè. Fumare è una questione di gusti".
Mauro Marescialli
(Per gentile concessione di MONDO
CINESE)
Frammenti d'Oriente, settembre 2007
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