Circa un mese fa, il 15 novembre 2005, la
principessa Sayako, 36 anni e unica figlia dell’imperatore Akihito e dell’imperatrice
Michiko, è convolata a nozze con Yoshiki Kuroda, un quarantenne semplice
funzionario della municipalità di Tokyo. Un matrimonio d’amore che le è
costato la perdita del titolo nobiliare e il diritto di vivere a Palazzo,
perché così vuole il codice della Casa imperiale. Fiduciosa di sapersi
adattare alla vita di una Giapponese “ordinaria”, Sayako ha anche preso
la patente di guida.
Il governo, dal canto suo,
ha deciso di aiutarla in questa sua nuova vita donandole 152,5 milioni di
yen (1,12 milioni di euri) come regalo di nozze.
Sayako, conosciuta anche
con il nome di principessa Nori, ha lasciato per sempre il Palazzo imperiale
la mattina del 15 novembre scorso, a bordo di una limousine che l’ha
condotta al famoso hôtel Imperiale, nel cuore di Tokyo. Durante la
cerimonia celebrata da un prete shintō (la religione della famiglia
imperiale) Sayako indossava un abito lungo all’occidentale di color
bianco, mentre al ricevimento, a cui hanno partecipato 150 invitati, è
apparsa in un kimono già indossato da sua madre l’imperatrice.
Contrariamente alla tradizione, l’imperatore Akihito e consorte hanno
assistito al ricevimento.
Il suo è stato il primo
matrimonio di una principessa imperiale a partire dal 1960 e coincide con
uno sconvolgimento imminente e senza precedenti da due secoli nel
funzionamento della più antica monarchia del mondo: il possibile avvento di
una donna al trono del Crisantemo, privo di eredi maschi.
Il dibattito su una riforma
della Costituzione del 1947, che fa dell’imperatore il “simbolo dello
Stato e dell’unità della Nazione”, è già molto avanzato. Un
Consiglio di “saggi” ha proposto che sia il primogenito,
indifferentemente dal sesso, della coppia imperiale a succedere al trono del
Sol Levante.
Questo sconvolgimento delle
“tavole della legge” imperiali ha buone possibilità di essere
rapidamente accolto dal Parlamento suscitando già una forte reazione di
coloro che ritengono la primogenitura maschile una tradizione intoccabile.
Un cugino dell’imperatore,
il principe Tomohito, suggerisce piuttosto di ritornare al “sistema del
concubinaggio”.
Fu l’imperatore Showa
(Hirohito) (1901-1989) a mettere fine a questa pratica rifiutando di
prendere una concubina. Suo padre, Taisho (1879-1926), come pure suo nonno,
Meiji (1852-1912), fautore dell’entrata del Giappone nell’era moderna,
erano nati da concubine.
La nascita della
principessina Aiko (vedi il n° 13 1/2002 di FdO)
ha aperto un dibattito salutare su questo principio arcaico, in vigore dall’epoca
Meiji.
In un Paese dove le donne godono degli
stessi diritti degli uomini, tale dibattito, come pure la posizione delle
principesse e l’alone di mistero che circonda la monarchia nipponica, può
apparirci alquanto anacronistico. L’opinione pubblica, esprimendosi in
maggioranza a favore della salita al trono di una donna, sta costringendo il
sistema imperiale a mettersi al passo con i tempi.