A 500 km a nord di Urümqi nel Xingjiang, nelle
foreste montane, a 1374 metri di altitudine, si incastona come uno
specchio il bel lago Kanas, lungo 25 km, largo da 1,6 a 2,9 km e
profondo circa 170 m.
Da molto tempo in questo lago accadono delle cose
straordinarie. Secondo alcuni abitanti,
dei mostri del lago sollevano enormi onde, divorano buoi e pecore che
pascolano sulla riva e si divertono ad inseguirsi quando sono contenti.
Le onde sollevate raggiungono l’altezza di diverse decine di metri. Il
sindaco di un villaggio mongolo a raccontato dei fatti ancora più
stupefacenti: quando suo nonno era giovane, una mandria di cavalli di un
ricco proprietario andò a bere in riva al lago e non ritornò più. Si
andò a cercare gli animali e si scorsero delle tracce di passi che
conducevano al bordo dell’acqua, ma nessuno ritrovò mai i cadaveri
delle bestie.
Sono solamente delle leggende e non vi sono
testimonianze. Nessun documento storico ha riportato questi fatti. Una
ventina di anni fa, si produsse veramente un fenomeno bizzarro. In quel
tempo, dei tecnici dell’ufficio dell’acquacoltura, che facevano
delle ricerche sulle risorse della regione, tesero una rete nella parte
mediana del lago e furono molto sorpresi, alcuni giorni dopo, nel vedere
che la rete era misteriosamente scomparsa. La trovarono, alla fine, più
a monte, dove videro chiaramente delle tracce di urti. Qual era dunque
quell’animale provvisto di una tale forza? I mostri lacustri esistono
veramente?
Nel mese di luglio di cinque anni dopo, si
fece una nuova scoperta inerente a questo fenomeno. I professori e gli
studenti delle sezioni di biologia e di geografia dell’Università del
Xinjiang, andarono al lago Kanas per fare dei rilievi in questa riserva
naturale protetta. Il 20 luglio, ventiquattro tra professori e studenti,
salirono nel “Padiglione della Vista del Lago” (costruito l’anno
prima), a ovest del lago, con a capo il professore aggunto della sezione
di biologia Xiang Lijie. Poiché era la prima volta che andavano in quel
luogo, furono tutti molto attirati dal bel panorama. I loro sguardi
passavano da un punto all’altro ed essi emettevano grida di
meraviglia. Improvvisamente, uno studente gridò: “Guardate! Che
cos’è?”. Tutti guardarono e videro sulla superficie del lago
diverse masse rossastre. Un istante dopo, degli oggetti rossi
raggruppati a triangolo, si misero in riga. Uno studente prese un
binocolo ed esclamò: “Guardate! Sembra che siano dei pesci rossi!”.
"Dei pesci rossi così grandi?”, si chiedeva il professor Xiang.
Il pesce rosso si chiama Hucho taimen; è originario
dell’Oceano Artico ma non se n’è mai visto di una taglia simile.
I pesci rossi più grandi mai scoperti nel mondo non misurano che 1 o 2
metri e non pesano che 70-80 chili. Che cosa potevano essere se non
degli enormi pesci rossi?
Nello stesso momento, questi oggetti erano a più di 1000 metri dal
punto di osservazione; poteva essere che essi diventassero più grandi o
più piccoli con il riflesso dei raggi nell’acqua?
Il mattino seguente il professor Xiang
risalì al padiglione con binocolo e macchina fotografica. Alle 9, la
scena del giorno prima si ripropose: alcuni oggetti rossi che
somigliavano a dei pesci apparvero sulla superficie dell’acqua; si
spostavano lentamente. La luce era sempre più forte, e queste forme
rosse si facevano sempre più numerose. Ne contò una sessantina.
Cogliendo quest’occasione favorevole, Xiang li fotografò
ripetutamente. Sembrava, dalle foto, che questi pesci potessero
raggiungere tranquillamente i dieci metri di lunghezza. Dopo
mezzogiorno, con a diminuzione della luminosità, questi oggetti rossi
diminuirono poco a poco per, alla fine, scomparire completamente.
Che cos’è questo animale? Per trovare una risposta scientifica, i
professori e gli studenti dell’Università del Xinjiang tentarono di
pescare questi “pesci”.
Il 27 luglio mandarono alcuni compagni e colleghi nel distretto del lago
di Kanas per far forgiare due grandi ami e comperare più di 100 metri
di filo di nylon. Fecero un palo di legno di 2,85 metri di lunghezza e
20 cm di diametro come galleggiante e misero due cosce di pecora sugli
ami come esca; alla fine attaccarono l’estremità del filo a un grande
albero sulla riva.
Trascorse un giorno e le esche rimasero intatte. Trascorsero due giorni
senza che succedesse alcunchè. Al terzo giorno si cambiarono le esce. A
mezzogiorno, un “oggetto” rosso apparve attorno al galleggiante e
nuotò direttamente verso il centro del lago, lasciando dietro di sé
una grande onda. Gli sforzi dei professore e degli studenti furono
inutili.
È un enorme pesce rosso? Un mostro
lacustre o qualcos’altro? Questo fenomeno curioso resta un mistero
completo. Tuttavia la scoperta imprevista dei professori e degli
studenti dell’Università del Xinjiang ci ha fornito un filo
conduttore importante per rilevare il mistero del mostro lacustre ed
essi continueranno a fare degli sforzi in questa direzione.