Due fratelli crescono
in un mondo che suona incomprensibile a loro che sono bambini e
intollerabile agli adulti: la cittadina di Liuzhen è sconvolta dalla
Rivoluzione culturale. La follia non ha limiti, ha un colore: il rosso
delle bandiere, delle spillette di Mao e del sangue. Yu Hua racconta una
storia palpitante che sgretola l'idea grigia di collettività come una
massa indistinta, inscenando una commedia tutta cinese e tragedia umana
disarmante. Brothers è un mondo che travolge e risucchia, dove l'orrore
più osceno si stempera nella risata più liberatoria e le passioni che
fanno grandi gli uomini coesistono con le loro piccolezze. Il ruggito
grandioso dell'oceano di notte, il trionfo incontenibil della primavera,
un uomo e una donna che si amano teneramente. Una pazza che corre nuda
nella campagna, un professore ucciso a bastonate e un disgraziato che
apia il didietro delle donne. E i due bambini, di fronte a questo mondo
indecifrabile, stanno a guardare con il moccio al naso. Surreale e
volgare, come la vita.
Brothers è un grande
racconto tragicomico in due parti che segue le vicende di due fratelli
dalla Rivoluzione culturale a oggi.
Yu Hua è nato nel 1960 ad Hangzhou. Figlio di medici,
trascorre lunghi pomeriggi dell'infanzia a giocare nel cortile
dell'ospedale. Di quel periodo ricorda il passaggio dei morti verso
l'obitorio e il camice del padre sporco di sangue all'uscita dalla sala
operatoria. Lì fa il suo apprendistato di scrittore. È considerato uno
dei migliori autori cinesi della nuova generazione. Con Einaudi ha
pubblicato Torture (1997), Cronache di un venditore di sangue (1999)
e Le cose del mondo sono fumo (2004); con Donzelli Vivere!
(1997), con il quale ha vinto il premio Grinzane Cavour, e L'eco
della pioggia (1998).
Yu Hua, Brothers,
Feltrinelli Editore, € 16
Ratti rossi
In un centro karaoke
del Fujian, nota copertura di una casa di vizio e piacere, viene
ritrovato il corpo senza vita di un poliziotto: stava indagando sui
traffici di Xing Xing, magnate degli affari a capo di un gigantesco
impero di contrabbando che coinvolge illustri personaggi a tutti i
livelli governativi. Una lunga catena con numerose maglie in cui rimane
impigliato anche l'ispettore Chen, incaricato di fare luce su un
delicato caso di corruzione. È il flagello della nuova Cina, un paese
sempre più simile a un immenso granaio infestato da grassi ratti rossi.
Rosso è il colore della politica e della vanità dei sensi, e i
funzionari di Partito che, tirannici e dissoluti, sfruttano la loro
posizione per ottenere privilegi e favori speciali, sono come i ratti
che dispongono a loro piacimento del granaio della società cinese,
accumulando gigantesche ricchezze. Ai novelli mandarini è quasi
impossibile opporsi, ma l'ispettore Chen, un sopravvissuto di successo
nella giungla della politica, è deciso ad andare a fondo negli affari
dei nuovi potenti. Di nuovo in coppia con Catherine Rohn, Chen dovrà
seguire il maggiore indiziato negli Stati Uniti. Cercando di mantenersi
in equilibrio tra il labirintico sistema di cui fa parte e il suo
desiderio di giustizia, l'ispettore a capo della squadra casi speciali
di Shanghai opta per una sorta di complicato esercizio di tal chi e
sfida la forza delle Triadi e di certa politica per portare a galla una
verità scomoda. Dall'autore premiato con l'Anthony Award per La
misteriosa morte della compagna Guan, selezionato dal «Wall Street
Journal» tra i cinque migliori gialli politici di tutti i tempi, una
nuova inchiesta che ci trascina nel marcio della Cina di oggi.
QIU Xiaolong, autore della serie dell'ispettore Chen Cao, è nato
a Shanghai e dal 1989 vive negli Stati Uniti, dove insegna letteratura
cinese alla Washington University di Saint Louis. Di Qiu, Marsilio ha
già pubblicato La misteriosa morte della compagna Guan, Visto
per Shanghai e Quando il rosso è nero, una serie che nel
mondo ha venduto più di un milione di copie.
Qiu Xiaolong, Ratti
Rossi, Marsilio Editore, € 17
Quando il drago
muove la coda
L'affascinante Liu Hong
si reca a Milano per smascherare gli illeciti finanziari di un alto
funzionario del Partito Popolare Cinese, ma le sue indagini lasciano
dietro di sé una scia di morti sospette che la mettono nel mirino di
una pericolosa organizzazione mafiosa. Dietro questa missione si
nasconde il vero scopo del viaggio di Liu, per raggiungere il quale la
consultazione dell'Yi Jing si rivela fondamentale. Nel tentativo di
portare a termine il suo progetto, la protagonista mette in luce le
trame che legano lo spionaggio industriale, la manipolazione genetica e
la produzione di armi batteriologíche. In una Milano inaspettata, la
cultura cinese e quella occidentale si incontrano per dar vita a una
criminalità sommersa e a un giallo avvincente.
Elisa Rossi è medico agopuntore e psicoterapeuta. Ha pubblicato
in Italia e in Inghilterra testi sulla medicina tradizionale cinese e
sui suoi aspetti psichici. Quando il drago muove la coda è il
suo primo romanzo.
E. Rossi, Quando il
drago muove la coda, Nottetempo Ed., € 14
Colpirne uno per educarne cento
Da «Servire il
popolo» a «Nuova Pechino, nuove Olimpiadi»: gli slogan piú
significativi per capire le fasi cruciali della Repubblica Popolare
cinese.
Oltre ad aver segnato le fasi salienti della storia della Cina moderna,
alcuni slogan del linguaggio politico cinese sono entrati
nell'immaginario collettivo di un'intera generazione di occidentali, tra
la fine degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta. Rileggendoli,
non solo si può ricomporre il quadro sociale politico del tempo, ma
anche fare interessanti scoperte: ad esempio, nella Cina di oggi il
famoso slogan maoista «Servire il popolo» è diventato il nome di un
sito di e-commerce, dove si acquistano tra l'altro prodotti per soli
adulti, mentre la politica attuale produce altre parole d'ordine come
I'«arricchitevi innanzitutto» coniato da Deng Xiaoping. II libro ci
aiuta a scoprire cosa siano i «quattro vecchiumi» oppure il
«demone?toro e lo spirito?serpente». In ossequio alla tradizione la
Cina continua ad «usare il passato per servire il presente».
Stefania Stafutti, professore straordinario di Lingua e
Letteratura cinese presso l'Università di Torino e docente presso
l'università Kore di Enna, si occupa anche di storia della cultura
urbana, con particolare riguardo alle metropoli cinesi nei primi decenni
del Novecento. Ha pubblicato vari saggi e traduzioni, tra cui Hu Shi
e la questione della lingua, Gu Cheng, Poesie giovanili
(2000), Cina. Storie e tesori di un'antica civiltà (con F.
Romagnoli, 2008).
Gianmaria Ajani, professore ordinario di Diritto comparato
presso l'Università di Torino, dove insegna anche diritto cinese, si
occupa del rapporto tra regole e mercato nei sistemi postcomunisti. Ha
insegnato Diritto europeo a Wuhan e Berkeley. Tra i numerosi studi
pubblicati, Diritto dell'Asia orientale (con M. Timoteo e A.
Serafino, 2007).
S. Stafutti e G. Ajani,
Colpirne uno per educarne cento, Einaudi Editore, € 11,80