Il
drago dai piedi d’argilla – La Cina e l’Occidente nel XXI secolo
Sopra le nostre teste si
sta svolgendo il nuovo Grande Gioco. Attori principali: Stati Uniti e Cina,
la "vecchia" e la nuova super-potenza. E intanto l'Europa – il
più significativo esperimento di governante multilaterale della storia,
nonché modello sociale più equo tra le economie di mercato – resta al
palo. La tesi innovativa del Drago dai piedi d'argilla è che Pechino debba
assolutamente avviarsi verso una «contaminazione democratica», se intende
stabilizzare la sua prodigiosa crescita. Proseguendo sulla strada tracciata
finora, invece, si avvierà rapidamente verso lo scoppio della
"bolla" e il collasso del sistema produttivo, schiacciato sotto il
peso della vertiginosa modernizzazione e delle crescenti richieste di
libertà da parte dei suoi abitanti. Ma nella partita gioca un ruolo
decisivo anche l'Europa, cui spetta il dovere di recuperare e rilanciare
quei valori elaborati dalla cultura occidentale dall'Illuminismo in poi e
che gli LISA sembrano inesorabilmente avviati ad abbandonare.
Nella fase corrente,
sostiene l'autore, l'unica via praticabile da parte dell'Europa e
dell'Occidente in generale è un'«apertura critica» alla Cina, ma senza
sconti sui diritti umani. Will Rutton, uno dei più stimolanti intellettuali
progressisti dei nostri tempi, compie una circumnavigazione completa del
gigante asiatico, tracciando una mappa dettagliata non solo della sua
economia e della sua cultura attuali ma anche della loro storia recente e
remota; e, al contempo, affronta i temi fondamentali della contemporaneità:
la globalizzazione, l'involuzione dell'economia di mercato, la crisi del
progressismo, le difficoltà dell'Europa, le dinamiche che hanno portato gli
Stati Uniti a porre un'ipoteca sul loro stesso assetto democratico.
Economista unico nel suo genere proprio per la capacità di tenere, assieme
coordinate distanti e apparentemente eterogenee, Hutton rivela
insospettabili nessi: la tradizione dei funzionari dell'antico impero cinese
e la classe emergente dei manager comunisti, la Compagnia delle Indie
Orientali e la nascita del concetto di impresa in Occidente. Uno sguardo,
quello di Hutton, lucido e tutt'altro che rassegnato, lontano dagli
"opposti isterismi" dei detrattori a priori e degli entusiasti
cantori della mondializzazione.
William Hutton, Il Drago dai piedi d’argilla – La Cina e
l'Occidente nel XXI secolo, Ed. Fazi Editore, € 21,50
La
danza dei vestiti
Una ventina di storie, una
manciata di testimonianze colorite e vivaci, brevissime, ci aprono
altrettante finestre sulla vita di donne e uomini cinesi. Attraverso le
vicende di un oggetto, spesso un capo d'abbigliamento, l'autore ricostruisce
il percorso esistenziale di questi personaggi, che delineano poi tutti
assieme una storia recente della Cina. In ciascuna "storia"
veniamo informati su chi è l'io narrante, che professione svolge (o
svolgeva), l'età, e ci viene poi fornita la descrizione sommaria
dell'oggetto in questione (una vecchia tunica, un asciugamano, una tuta da
lavoro), lo spunto che ci permette di frugare tra le memorie del
proprietario. Queste persone sono i genitori dei cinesi di oggi, e leggere
le loro microstorie private ci aiuta a penetrare tra le pieghe della storia
della Cina contemporanea, per cercare di sciogliere le nebbie o i
pregiudizi.
Un reportage leggero, divertente, sul quale regna un'ironia impareggiabile,
quella di chi ha visto susseguirsi disagi e sventure, ma ce li racconta con
saggezza e serenità, mai con rassegnazione.
Sang Ye, La danza dei vestiti, Edizioni e/o, pagg. 144, € 14
I
delitti dell’oro cinese
Al suo primo incarico come
giudice distrettuale, l'onorevole magistrato Dee lascia la capitale per
raggiungere Penglai, dove sostituirà il predecessore assassinato. Un inizio
che nessuno si augurerebbe, ma che il giovane magistrato valuta come una
sfida eccellente.
La priorità è quella di scoprire l'assassino. Tuttavia, fin dal primo
momento, altri eventi misteriosi e inquietanti lo costringono ad allargare
le indagini affrontando più casi apparentemente slegati tra loro.
Un raffinato pensiero deduttivo, un'acuta capacità di osservazione, una
determinazione appassionata, insieme a uno spirito d'avventura libero dalle
convenzioni del tempo, che lo spinge ad affrontare di persona situazioni
inaspettate e rischiose, lo portano ad individuare l'origine comune delle
vicende. La brillante risoluzione degli enigmi dimostra un'abilità degna di
un magistrato di lunga esperienza.
Un giallo ironico e smaliziato, anche crudo, in cui la Cina antica ritorna a
noi vivida e reale.
L'autore, analizzando gli
antichi testi di criminologia, scopre l'arte del romanzo poliziesco cinese e
riporta alla luce la figura del grande magistrato Ti Jen-chieh, vissuto nel
VII secolo d.C. nella Cina della dinastia T'ang. Ne nasce il personaggio del
giudice Dee, protagonista di sedici
suoi romanzi.
A I delitti dell'oro
cinese, primo nella serie dei casi del giudice Dee, farà seguito Il
paravento di lacca.
Robert Van Gulik, I delitti dell’oro
cinese, ObarraO edizioni, € 12
Il
manager dei bagni pubblici (e altre storie di vita cinese)
Questo libro non è un
saggio sulla Cina. In esso la Cina del miracolo economico, la Cina che
incute paura, che invade i mercati, la Cina maoista e capitalista,
millenaria e all’avanguardia, si racconta.
Fabio Cavalera, corrispondente da Pechino del “Corriere della Sera”, dà
voce, per la prima volta, ai protagonisti nascosti del boom economico di un
paese ancora avvolto in atmosfere di mistero.
Personaggi cruciali, bizzarri, drammatici, in bilico tra comunismo, buddismo
e sfrenato modernismo danno testimonianza delle loro vite e del loro lavoro,
e ci stupiscono più di quanto avessero fatto, all’epoca, gli eventi
traumatici della Cina maoista.
Qualche esempio: il
contadino-contabile, pioniere del boom; la campionessa di arti marziali, ora
responsabile di Mtv per tutta l’Asia; l’avvocato comunista che difende i
dissidenti insegnando loro i princìpi del sindacalismo; un attivista di
Greenpeace, scopritore di laboratori chimici illegali costruiti in decine di
villaggi; il monaco del tempio sacro di Shaolin, che gestisce ora un impero
cinematografico; l’artista che ha inventato il Nido Olimpico e la
studentessa espulsa dall’università perché non ha voluto abortire.
Un ritratto magistrale e sorprendente della Cina, che ci rivela i segreti
reali – ma più fantasiosi di un romanzo di cappa e spada – di un paese
diviso tra una storia millenaria e un futuro forse inquietante.
Fabio Cavalera, Il manager dei bagni
pubblici, Bompiani, € 12