Tre libri molto diversi tra loro e che sapranno appassionarvi:
Il misterioso caso della compagna Guan, un bellissimo spaccato di vita nella Shanghai degli anni '90 che è anche un avvincente giallo che potrebbe tranquillamente divenire soggetto di un film;
Il diario di Ma Yan, coinvolgente storia di una dodicenne della minoranza Hui che non accetta il suo destino e che vuole fortemente coltivare la sua passione per lo studio;
La Montagna dell'anima, capolavoro del premio Nobel 2000 e opera dalle mille sfaccettature che conduce il lettore in una Cina caleidoscopica, magnifica, in eterno dualismo tra distruzione e rinascita.
LA
MISTERIOSA MORTE DELLA COMPAGNA GUAN
Shanghai 1990: in un canale fuori città viene trovato il corpo senza vita di una giovane donna. La vittima, Guan Hongying, è una famosa Lavoratrice Modello della Nazione, figura esemplare della propaganda di partito, un delitto che non tarda a rivelare complesse implicazioni politiche: cosa nascondeva la vita così apparentemente irreprensibile di Guan?
Il caso è affidato all'ispettore Chen Cao, poeta, traduttore e curioso gourmet a capo della squadra speciale del Dipartimento di polizia, che presto riceve pressioni dall'alto per non allontanarsi dalle piste suggerite dalle autorità del Partito.
Nella Shanghai dell'ultimo decennio del secolo, in rapida ascesa economica, pur se ancora condizionata dagli strascichi della Rivoluzione culturale, le indagini passano attraverso tutte le classi sociali di una Cina in bilico tra passato e futuro, che guarda a occidente senza troppa convinzione, dove masse emergenti di nuovi ricchi, gestori di night-club e ristoranti alla moda, ragazze disinibite e in cerca di fama si mescolano a mogli fedeli, intellettuali poveri e vecchi esponenti di partito in pensione confortati da pochi privilegi superstiti.
Chiunque abbia commesso il delitto va punito, ma non è detto che la verità coincida con gli interessi degli alti quadri, e Chen Cao sa che a cercare giustizia a tutti i costi può rimetterci la carriera.
Eccone l'incipit:
Il corpo fu rinvenuto alle 16 e 40 dell'11 maggio 1990, nel canale Baili, un canale fuorimano a circa trenta chilometri a ovest di Shanghai.
In piedi vicino al corpo, Gao Ziling, capitano della Avanguardia, sputò tre volte con forza sul suolo bagnato, un tentativo poco convinto di scacciare la mala sorte della giornata, iniziata con il tanto atteso incontro di due amici che non si vedevano da più di vent'anni.
Era stata una pura coincidenza che la Avanguardia, una nave pattuglia del Dipartimento di sicurezza pubblica delle acque di Shanghai, verso l'una e mezza si fosse avventurata per un lungo tratto nel Bailiché di solito non ci si avvicinava nemmeno.[…]
Qiu Xiaolong è nato a Shanghai e dal 1989 vive negli Stati Uniti, dove insegna letteratura cinese allo University College di Chicago. La misteriosa morte della compagna Guan ha vinto l'Anthony Award 2001 come miglior giallo ed è stato selezionato per l'Edgard Award 2001 come miglior poliziesco d'esordio.
LA
MONTAGNA DELL'ANIMA
La Montagna dell'Anima è l'opera monumentale che ha consacrato Gao Xingjian come uno dei maestri del nostro tempo. È il racconto di un lungo viaggio tra le montagne, le foreste, le riserve naturali, i villaggi della Cina del sud e del sud-ovest, narrato, a capitoli alterni, in seconda e in prima persona: un tu che, sul treno, ascolta un altro viaggiatore parlare delle meraviglie di Lingshan - la Montagna dell'Anima, dove tutto è allo stato originario - e decide di gettarsi alla sua ricerca; e un io che, come Gao, è uno scrittore perseguitato dal regime, ha dovuto allontanarsi da Pechino e ha completamente cambiato la propria visione del mondo dopo che un medico, per errore, gli ha diagnosticato un cancro al polmone. Il viaggio è dunque l'occasione di un bilancio esistenziale e la fonte inesauribile di nuove esperienze. E l'autobiografia diviene romanzo picaresco in cui si intrecciano avventure di feroci briganti e tristi vicende di fanciulle suicide per amore, saggio enciclopedico (sugli animali e le piante della foresta vergine, sugli usi, le credenze, le leggende delle popolazioni tribali, sui fossili degli ominidi più antichi e sulle tracce della presenza dell'"uomo selvatico"), storia della Cina dalle antiche dinastie alla Lunga Marcia, dalla tabula rasa della Rivoluzione culturale al presente (e precario) compromesso fra sviluppo economico e autoritarismo politico, riflessione sul senso e lo scopo della letteratura, tormentata storia d'amore, ricerca filosofica della natura dell'anima, della propria identità, della verità dell'essere, di Dio che nell'ultimo capitolo si manifesta in forma di minuscola rana e parla il linguaggio incomprensibile di una palpebra che si alza e si abbassa… Erede sia della tradizione letteraria cinese sia delle più inquiete esperienze europee del Novecento, Gao riesce a fondere i diversi materiali narrativi grazie al supremo controllo dello stile. E questo romanzo, uno dei più importanti degli ultimi vent'anni, diventa un'appassionata professione di fede nella necessità della letteratura.
L'incipit:
Sei salito all'alba su una corriera traballante, di quelle che in città non si usano più, e dopo dodici ore di sobbalzi su impervie strade di montagna, sei arrivato in questa cittadina del sud.
Con lo zaino in spalla e un borsone in mano, fermo alla stazione invasa da cartacce di gelati e avanzi di canna da zucchero, scruti l'umanità che ti circonda.
Uomini piegati da sacchi di ogni dimensione e donne con bambini in braccio scendono dagli autobus o attraversano il piazzale, mentre giovani con le mani libere, senza sacchi né ceste, pescano dalle tasche semi di girasole, se li ficcano in bocca uno dietro l'altro e sputano la scorza con gesti abili ed eleganti, emettendo un leggero sibilo. Hanno l'aria spensierata e disinvolta, tipica del luogo. Sono a casa, perché dovrebbero sentirsi a disagio? Le loro radici affondano in queste terre da generazioni, è inutile che tu venga qui da tanto lontano a cercare le tue.[…]
Gao Xingjian, narratore, saggista, drammaturgo, traduttore e pittore, è nato nel 1940 a Ganzhou (provincia del Jiangxi), nella Cina sudorientale. Dopo aver studiato letteratura francese all'università di Pechino e aver tradotto alcuni classici del Novecento, e dopo cinque anni di "rieducazione" imposti dalla rivoluzione culturale, si afferma sulla scena letteraria con il Primo saggio sull'arte del romanzo moderno (1981) e con alcune opere teatrali come Fermata d'autobus (1983). In un clima politico sempre più ostile e soffocante, Gao decide nel 1987 di lasciare la Cina e nel 1988 approda a Parigi, dove vive tuttora. Qui conclude il suo capolavoro, La Montagna dell'Anima (1990), e dopo i fatti di Tian'anmen scrive il dramma La Fuga (1989). Dal 1998 è cittadino francese. Nel 1999 pubblica il suo secondo grande romanzo autobiografico, Il libro di un uomo solo. Nel 2000 Gao ottiene in Italia il premio Feronia; in ottobre, l'Accademia Reale di Svezia gli assegna il Nobel per la letteratura. Nel 2001 Rizzoli ha iniziato la traduzione integrale delle sue opere con i racconti di Una canna da pesca per mio nonno e Per un'altra estetica, il catalogo di una mostra della sua produzione figurativa.
IL
DIARIO DI MA YAN
In una sperduta regione della Cina nordoccidentale fuori dal tempo e dalla storia, vive una ragazzina di quattordici anni, figlia di contadini poverissimi. Ma Yan ha lo sguardo vivace, un carattere forte e soprattutto tanta voglia di studiare per crearsi un futuro diverso da quello di sua madre, di sua nonna, dei suoi avi, che sembrano condannati a un'esistenza di stenti senza possibilità di riscatto e di speranza. Ma un giorno viene a sapere che la famiglia non ha più i mezzi per farle proseguire gli studi. Ma Yan non ha scelta. L'unica forma di ribellione è una lettera accorata che scrive alla madre. La donna, addolorata e impotente, decide di consegnarla, insieme a tre taccuini che contengono il diario della figlia, ad alcuni francesi di passaggio. Fra di loro c'è il giornalista Pierre Haski, che non rimane indifferente al destino di quella ragazzina ostinata e lo fa conoscere al mondo intero attraverso le pagine di un giornale: e così "il messaggio in bottiglia" è arrivato in porto... Nel diario Ma Yan descrive la sua vita quotidiana nell'arco di due anni, con tutte le paure, le gioie e le frustrazioni. Con parole semplici e sincere traccia così la storia di un'infanzia all'insegna delle
privazioni - dove la scuola è a quattro ore di cammino -, il sacrificio della madre che si sfinisce di fatica, l'assenza del padre che si è spinto fino alla Mongolia Interna per cercare un lavoro. Una testimonianza commovente, corredata da un toccante inserto a colori, capace di svelarci cosa sia realmente la Cina delle campagne più povere. La storia di Ma Yan ha subito provocato reazioni di solidarietà: la creazione di un'associazione ha permesso a lei e a una trentina di altri bambini dei villaggi vicini di riprendere la strada della scuola. E di sperare nella possibilità di costruire il proprio futuro...
Ecco la lettera scritta da Ma Yan alla propria madre:
Abbiamo una settimana di vacanza e la mamma mi prende in disparte: "Bambina mia, devo dirti una cosa!" Le rispondo: "Mamma, se hai una cosa da dire, dilla! Non devi proprio tenertela nel cuore". Ma le sue prime parole mi annientano: "Temo che tu non possa più andare a scuola". Spalanco gli occhi e le chiedo: "Come puoi dire una cosa del genere? Oggi non si può vivere senza studiare! Persino un contadino ha bisogno di conoscenze per coltivare la terra, altrimenti non ottiene buoni raccolti".
La mamma insiste: "Siete in tre ad andare a scuola e solo vostro padre lavora, in posti lontani. Non basta". Le chiedo, con l'angoscia nel cuore: "Significa forse che devo tornare a casa per sempre?" "Sì", risponde la mamma. "E i miei fratelli?" domando. "Loro possono continuare a studiare". Mi sento ribollire. "Perché i maschi possono studiare e le femmine no?" Sul suo volto appare un sorriso stanco: "Sei ancora piccola… Quando sarai grande, capirai".
Quest'anno non c'è denaro per mandarmi a scuola, così vivo in famiglia e coltivo la terra per provvedere agli studi dei miei due fratellini. Quando ripenso alle risate che ci facecamo a scuola mi sembra di esserci a scuola. Quanto desidero studiare! Ma non abbiamo soldi.
Voglio studiare, mamma, non voglio stare a casa. Come sarebbe bello se potessi rimanere eternamente a scuola!
Ma Yan
2 maggio 2001
Pierre Haski, corrispondente da Pechino per Libération, ha fatto conoscere in tutto il mondo la storia di Ma Yan, in un reportage pubblicato in Italia su Internazionale. Attualmente sta cercando di organizzare un sistema di aiuti per bambini poveri a cui viene negato il diritto di andare a scuola.
Qiu Xiaolong, La misteriosa morte della compagna Guan, Marsilio, Venezia, 2002, € 17,00
Gao Xingjian, La Montagna dell'Anima, Rizzoli, Milano, 2002, € 21,50
Pierre Haski (a cura di), Il diario di Ma Yan, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2003, € 15,00