Allindomani della separazione
tra il cielo e la terra, vivevano nel firmamento nove draghi giganteschi che venivano
sovente a divertirsi tra le nuvole multicolori. Quando questi nei loro giochi si
avvicinavano alla terra, tutto ciò che la copriva si disegnava sotto i loro occhi: le
montagne, i fiumi, gli alberi, le piante, gli animali
Un giorno, furono affascinati da una gemma
che sulla terra brillava di tutti i suoi bagliori ora rossi, ora verdi, ora violetti. Come
era magnifica! La natura aveva voluto che i draghi avessero un debole per le pietre
preziose, e così si precipitarono facendo a gara su questo tesoro per appropriarsene. Ma,
cosa strana, la pietra che vedevano così bene dal cielo, scomparve al loro arrivo sulla
Terra, sommersa nellimmensa foresta. Non volendo ritornare a mani vuote, i draghi
restarono per continuare le loro ricerche. Il tempo passava senza che se ne accorgessero,
e a forza di persistere nella ricerca di questo gioiello, finirono per metamorfizzarsi nel
fiume Lancang. È per questo motivo che questo fiume si chiama anche il Fiume dei Nove
Draghi.
A fianco del Fiume dei Nove Draghi si
ergeva un enorme picco chiamato Picco Dorato, ai piedi del quale cera una grotta
estremamente profonda, detta Grotta della Roccia dOro. Essendo questo un luogo
spazioso e luminoso, i draghi decisero di trasformarlo in un palazzo e di istallarvisi.
Parecchi anni più tardi uno di loro, il Re
dei Draghi bianchi, mise al mondo una bambina. Questa, molto sincera, vivace e graziosa,
aveva la pelle così bianca e fresca come quella delle radici di loto e gli occhi
brillanti come delle perle. Alletà di sedici anni la figlia dei draghi, annoiata di
vivere sempre nel palazzo sotto il fiume, usciva sovente dalle acque per giocare. Un
giorno, salita in superficie, scoprì lungo le rive dei ciottoli bianchi, delle sensitive
verdeggianti, dei fiori rossi e degli alberi dai frutti color arancio. Ella si divertiva
così tanto che si dimenticò che doveva tornare indietro. Dapprima, si divertì un mondo
lungo il fiume, poi, desiderosa dandare vedere altrove, giunse, seguendo un sentiero
sinuoso, in cima ad una montagna a nord del fiume. Oltre la montagna scoprì una pianura
verdeggiante coperta da palme, da bambù nani e da piante di areca molto slanciate.
Estasiata, la figlia dei draghi continuò
ad avanzare. Arrivata davanti alla pianura, vide degli uomini che tiravano dei buoi per
arare, delle donne trapiantare del riso con dei cesti sulla schiena, dei bambini e dei
bufali bagnarsi in uno stagno. Quanto la vita sulla terra era gioiosa e animata! A quella
vista, presa da una grande passione per quel tipo esistenza, non ebbe più voglia di
rientrare al Palazzo dei draghi.
Proprio in quel momento, le si avvicinò un
giovanotto dai che camminava su un sentiero tra i campi conducendo un bue. Aveva
allincirca ventanni, ed era vestito con una giacca da contadino, con dei
pantaloni voltati in su. Portava una fascia sulla testa e aveva le mani piene di fango.
Vedendolo, la figlia dei draghi comprese immediatamente che era lavoratore ed onesto. E
senza saperlo se ne innamorò. Gli andò incontro e chiese timidamente:
Fratello coltivatore, mi potresti dire il nome di questo luogo?
Il ragazzo si fermò e rispose molto
educatamente:
È la pianura Mengyang dei Dai. Da dove vieni, sorella? Perché sei tutta sola?
La figlia dei draghi avrebbe ben voluto
dirgli la verità ma per timore di non essere creduta, rispose in maniera sibillina:
Fratello coltivatore, abito vicino al fiume Lancang. Questa mattina, sono andata a
cogliere delle verdure selvatiche nella montagna vicino al fiume. Là, mi sono perduta ed
eccomi qui per caso
Nel sentirla parlare in tale maniera, il
ragazzo le disse affabilmente:
Vuoi venire a riposarti un po a casa mia? Devi essere molto stanca. Casa mia,
quella palafitta, è piccola ma comunque ci sono degli sgabelli per gli ospiti.
La figlia dei draghi abbassò la testa,
molto felice, e si lasciò condurre dal giovane.
Il ragazzo si chiamava Yan Maoyang. I suoi
genitori erano morti da molti anni. Senza fratelli, viveva solo in una piccola casa di
bambù. Aveva lavorato come guardiano di buoi sin dallinfanzia e sapeva già arare
la terra alletà di dieci anni. Era povero ma di grande bontà. Quando le persone
avevano delle difficoltà, era sufficiente dire una sola parola perché lui andasse in
loro aiuto. Tutti gli abitanti del villaggio lo trovavano molto simpatico. Parecchie donne
molto premurose avevano da molto tempo lintenzione di aiutarlo a fondare una
famiglia. Ma non avevano ancora trovato la ragazza giusta. Il sole era già tramontato e
gli uccelli sarebbe ben presto ritornati al loro nido. I paesani, stupiti di veder Yan
Maoyang rientrare con una bella ragazza, andarono tutti sul balcone per guardarli. Il
ragazzo era un po infastidito ma per niente imbarazzato. «È naturale, si disse,
condurre a casa qualcuno che si è smarrito, perché dovrei infastidirmi?»
Rientrato a casa, Yan Manyang depose una catinella dacqua sul balcone e chiese alla
ragazza di lavarsi i piedi. Poi, dispose una tavola rotonda di striscioline di giunco
sulla quale mise una ciotola di riso glutinoso, della zuppa di germogli di bambù e dei
cetrioli salati.
Sorella smarrita, disse con tenerezza, avrai probabilmente fame dopo aver digiunato
tutto il giorno, vieni subito a man-giare qualcosa!
Vedendo che la giovane era arrossita e
sembrava confusa, aggiunse:
Queste verdure selvatiche e la zuppa fredda non sono certamente molto appettite, ma
il riso glutinoso, però, è buono, vieni ad assaggiarne!
Fratello coltivatore, come posso ringraziarti! Esclamò la figlia dei draghi. Era
la prima volta che mangiava il cibo del mondo terrestre e lo trovava migliore di quello
del Palazzo dei draghi.
Finito di mangiare, era già buio.
Lorfano si mise in agitazione. Cosa sarebbe accaduto se un uomo pieno di salute
avesse dormito con una bella ragazza sotto lo stesso tetto? Ma la notte gli impediva di
riac-compagnarla a casa. La figlia dei draghi era intelligente, e si era già accorta
dellangoscia del giovane. Pensando che era giunto il momento della verità, gli
disse con franchezza e tenerezza:
Fratello coltivatore, scusami; in realtà io sono la figlia dei draghi e vivo nella
Grotta della roccia doro del fiume Lancang. Il desiderio per la vita umana mi ha
spinto a venire sino qui. Ti supplico di tenermi, diventerò volentieri tua moglie e ti
coprirò di cure e tenerezza.
A queste parole, Yan Maoyang fu costernato.
Come era possibile che questa graziosa figliola fosse la figlia dei draghi del fiume
Lancang? Scettico, egli la interrogò e rinterrogò per esserne certo. Ed ogni volta la
giovane giurava di dire la verità. Yan Maoyang non insistette più. Che quello che diceva
fosse vero o falso, egli decise di rispondere alla preghiera della ragazza. Così le disse
sinceramente:
Figlia dei draghi, tu hai unanima pura come una goccia dacqua! Ma io
sono un uomo molto povero. Hai pensato alle difficoltà alle quali andrai incontro se
vivrai con me?
Se si ama veramente, rispose la figlia dei draghi, il più aspro dei frutti diventa
dolce nella bocca degli innamorati.
Essi procedettero alla cerimonia nuziale la
sera stessa.
Lindomani, a questa notizia, i paesani andarono a felicitarsi con dei fiori, del
riso dellultimo raccolto e dello zucchero rosso in polvere. Vedendo che questi
contadini erano tutti molto onesti e benevoli, la gio-vane sposa giunse le mani per
esprimere loro i suoi ringraziamenti sinceri:
Mille volte grazie per avermi dato il diritto dasilo nel vostro villaggio
malgrado la mia bruttezza. A partire da oggi, se voi avrete delle difficoltà, io farò
del mio meglio per aiutarvi.
Queste parole colmarono di gioia i paesani
che cominciarono ad esprimere i loro desideri:
Ebbene, figlia dei draghi, dacci più pioggia, il nostro villaggio non ha
abbastanza risorse dacqua, il trapianto del riso non si può fare senza la pioggia,
implorò un vecchio.
E poi, proseguì una nonna, la gente di Mengyang non sa nuotare né condurre le
zattere. Quando abbiamo bisogno di recarci in visita dai nostri parenti sullaltra
riva del fiume, non potresti aiutarci ad attraversare il fiume?
La nuova venuta acconsentì con gioia. Da
allora, si dice, il tempo divenne molto favorevole per la risicoltura nel villaggio
Mengyang. Quando la gente di Mengyang aveva voglia di andare al villaggio Jinghong, doveva
solo gridare: «Sono del villaggio Mengyang, che la figlia dei draghi abbia la gentilezza
di aiutarmi ad attraversare il fiume», perché apparisse un ponte sul fiume.
Un anno più tardi, la figlia dei draghi
era incinta. I paesani andavano sovente a trovarla a casa, augurandole di mettere al mondo
un neonato paffuto senza difficoltà. Ma proprio in quel periodo accadde qualcosa di
catastrofico.
Con lo scopo di farsi costruire un altro
palazzo, il nuovo capo del villaggio Jinghong ordinò a tutti gli uomini del villaggio di
andare ad abbattere il legname necessario sulle montagne. Un mese dopo, essi ne avevano
già raccolto la quantità necessaria. Ma al momento di attraversare il fiume, le zattere
di bambù furono rovesciate dalle onde e tutto il carico di legname cadde nel fiume
Lancang. I battellieri, diverse migliaia, si adoperarono per recuperare tutto quel legno
per novantanove giorni, ma fu tutta fatica inutile. Come fare? Il capo del villaggio
Jinghong era molto inquieto, quando un uomo molto intelligente andò a suggerirgli una
soluzione:
Mio signore, gli disse, io mi reco sovente al villaggio Mengyang per rendere visita
a dei parenti. Ho saputo che là un giovanotto ha sposato la figlia dei draghi. Se si
chiedesse aiuto a questuomo, forse si ritroverebbe facilmente il legno perso nel
fiume.
A queste parole, il capo fece chiamare
immediatamente Yan Maoyang.
Costui era un uomo di cuore. Era sempre disponibile. Ma questa volta egli esitò, poiché
sua moglie era incinta di nove mesi e avrebbe ben presto partorito. Ma il messaggero lo
implorò tanto e ancor di più:
Se noi non possiamo recuperare il legname, il capo del nostro villaggio ci farà
picchiare sino alla morte. Abbiate pietà di noi e aiutateci a venirne fuori.
La figlia dei draghi si commosse e disse a
suo marito:
Va, mio caro sposo. Aiutare gli altri a superare le difficoltà è nostro
dovere. I paesani si occuperanno di me, stai tranquillo!
Le parole della sua sposa lo rassicurarono e così si recò a Jinghong accompagnato da
colui che aveva chiesto aiuto.
Dopo la partenza di suo marito, la figlia
dei draghi andò furtivamente sulle rive del piccolo fiume del villaggio Mengyang. Là,
ella pregò il genio del fiume di dire al Re dei draghi di aiutare suo marito a recuperare
il legname caduto, il più presto possibile. Il Re dei draghi del fiume Lancang, per far
piacere a sua figlia, inviò immediatamente numerosi pesci e gamberi ad assistere Yan
Maoyang nel ripescaggio. In meno di mezza giornata, essi riuscirono a tirare fuori
dallacqua più di un migliaio di tronchi dalbero. La gente di Jinghong ne era
stupefatta. «Oh, diceva, è miracoloso! Solamente il genero del Re dei draghi è capace
di fare questo!» Ma qualcuno ne aveva fatto partecipe il capo del villaggio Jinghong.
Convinto dei talenti di Yan Maoyang, questi riconobbe che nessuno a Jinghong era capace
quanto il giovane. Ma proprio in quel momento, un uomo gli mormorò allorecchio:
Mio rispettabile maestro, il giorno della vostra morte è vicino!
Il capo spalancò gli occhi e chiese:
Cosa succede? Qualcuno cerca di uccidermi?
Luomo rispose con astuzia:
Non ora, ma bisogna stare allerta! Riflettete bene, Yan Maoyang è mille
volte più forte di voi, se avesse lintenzione di diventare, al posto vostro, il
capo del villaggio Jinghong, sareste in grado di misurarvi con lui?
Allora cosa bisogna fare, secondo te?
Chiese il capo con un tono ansioso.
La cosa migliore sarebbe quella di ucciderlo prima che egli sospetti qualcosa,
rispose luomo estraendo la propria sciabola.
Il capo scosse la testa, vedendo pagato con lingratitudine il suo benefattore. Ma
subito gli balenò unaltra idea per la testa: «il capo del villaggio Jinghong deve
essere un uomo del posto, non bisogna cedere questa carica ad un uomo del villaggio
Mengyang. Sarà meglio agire per primo». Fece allora arrestare Yan Maoyang con
lintento di trascinarlo nella foresta per decapitarlo. A questa notizia, la gente
del villaggio Jinghong che abitava lungo il cammino dove doveva passare il condannato
andò ad intercedere in suo favore e a dissuadere il loro capo dallagire alla
leggera. Ma costui non non sentiva da questo orecchio e tranciò la testa di Yan Maoyang
con un colpo di sciabola.
Avendo appreso della morte di suo marito,
la figlia dei draghi cadde in deliquio. Grazie alle cure dei paesani, ella ritornò poco a
poco in sé. Nella sua collera, disse:
Non credevo che esistessero a questo mondo degli uomini così malvagi. Mio marito
ha avuto la bontà di andare ad aiutarli. Ma invece di essergli riconoscenti, essi
lhanno ucciso, io non glielo perdonerò!
La notte stessa, la giovane ritornò nel
Palazzo dei draghi per far partecipe del suo dolore il Re dei draghi bianchi. Questi,
preso dal furore, ordinò immediatamente ai soldati dei gamberi di gettare grosse pietre
nel fiume Lancang. Subito le acque del fiume iniziarono a scorrere a ritroso e, in un
niente, inondarono Jinghong e le sue risaie. Il capo e gli abitanti trovarono scampo sulla
sommità delle montagne dove si nutrirono di foglie dalberi e di frutti selvatici.
Perché le acque del fiume salgono così in fretta, visto che non è caduta una
sola goccia di pioggia? Sinterrogò il capo del villaggio Jinghong che dava per
scontato che la cosa sarebbe stata di breve durata.
Ma trascorsero otto o nove giorni senza che
si avesse alcun segno di decrescita. I sinistrati avevano mangiato tutte le foglie degli
alberi e i frutti selvatici e ora rischiavano di morire di fame. Allora un vecchio disse
al responsabile:
Hai avuto torto ad uccidere il bravo giovane che ci ha aiutati a ripescare il
legname. Ti rendi conto che è la tua cattiveria che ha provocato la collera della figlia
dei draghi ed è indirettamente la causa di questa apocalisse! La sola via duscita
che ti permette di sopravvivere è quella di andare a riconoscere i tuoi crimini davanti
alla figlia dei draghi.
Il capo comprese solo allora le cause di
quella catastrofe. Rimpianse molto la sua imprudenza e fece fare una zattera di bambù che
lo conducesse verso le montagne sullaltra riva in compagnia dei suoi consiglieri.
Là, scesi dalla zattera, si recarono a piedi del villaggio Mengyang per domandare perdono
alla giovane vedova:
Figlia dei draghi, disse il capo del villaggio Jinghong, la nebbia ha ostruito la
mia vista, quanto me ne voglio daver ucciso tuo marito su istigazione di cattivi
consiglieri. Uccidimi se vuoi, ma ti supplico di non annegare gli abitanti del villaggio
Jinghong.
La figlia dei draghi gli lanciò uno
sguardo furioso, gli rimproverò la sua ingratitudine e gli chiese di rendergli suo
marito. Incapace di assolvere a tale richiesta, il capo non sapeva che implorare la
clemenza. Fu soltanto dopo aver lungamente pianto che la figlia dei draghi si calmò.
Allora il capo le disse:
Figlia dei draghi, se tu ci perdoni e lasci gli abitanti del mio villaggio vivere
tranquillamente, noi saremo felici di nutrirti di generazione in generazione.
La figlia dei draghi, nonostante la sua tristezza e la sua indignazione, non se la sentiva
di annegare tutti gli abitanti del villaggio Jinghong. Così acconsentì.
La sera stessa, essa ritornò nel Palazzo
dei draghi per domandare al Re dei draghi di far togliere lo sbarramento di pietre dal
fiume. La mattina del giorno dopo, le acque del fiume avevano ripreso il loro corso
normale, i villaggi e i campi emersero nuovamente dallimmensità delle acque.
Da allora, per esprimere la loro riconoscenza, la gente del
villaggio Jinghong considerano la figlia dei draghi come il genio del loro villaggio e
vanno a venerarla ogni anno lungo le rive del fiume. Si narra anche che, poco dopo il suo
ritorno al Palazzo dei draghi, la figlia dei draghi avesse partorito un bel neonato. E
poiché durante la maternità ella aveva avuto bisogno di uova, quando la gente va a
renderle omaggio le porta come offerta centoventi uova di differenti colori.