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L’uso degli emblemi in
Giappone ha una doppia origine: l’antica nobiltà di corte e, più
tardi, la classe dei guerrieri. Durante l’epoca di Heian
(794-1185) i nobili utilizzavano questi emblemi per decorare le loro
vesti. Fu nel corso del periodo seguente, in cui brevi tregue si
alternavano alle guerre feudali, che il progredire di una classe di
guerrieri professionisti fece dei monshō
degli emblemi designanti le famiglie o i clan. Dapprima li si
utilizzò sui campi di battaglia in cui i guerrieri, sotto le loro
pesanti armature, dovevano poter distinguere facilmente le figure
araldiche alfine di identificare le loro ed essere sicuri che le
loro prodezze fossero riconosciuti.
Con l’epoca di Edo
(1603-1868) – il paese godette allora del suo primo periodo di
pace dopo secoli – il loro utilizzo divenne più o meno
standardizzato. La stratificazione di una società fortemente
gerarchizzata e il potere crescente della borghesia diedero origine
a una proliferazione degli emblemi, adottati anche dalle famiglie
borghesi e dalle imprese commerciali, per non parlare degli attori e
delle cortigiane. Dopo la Seconda Guerra mondiale, in seguito all’abolizione
del sistema familiare tradizionale, gli emblemi non vengono
utilizzati che sui kimono da cerimonia e sulle pietre tombali,
conservando però tutto il loro valore artistico.
1.
komori (pipistrello) – Originario della Cina, dove aveva una
connotazione di buon auspicio, per la sua omofonia con il carattere
di fortuna. 2. ji (ideogramma). Numerosi emblemi hanno dei
caratteri cinesi, scelti per il loro significato o la loro
connotazione di buon auspicio, come in questo caso in cui il
carattere fuku (fortuna) è circondato da un motivo decorativo in
stile cinese. 3. ran (orchidea). 4. nashi (pera).
Questo motivo sembra essere esistito ben prima di essere apparentato
alla pera, spiegando così la scarsa somiglianza con questo frutto. 5.
nanten. E’ un arbusto che produce delle bacche rosse commestibili.
Associato fin dall’antichità alla setta buddhista di Shingon; fu
sovente impiegato nell’arme di famiglie appartenenti a questa
setta.
6. zakuro (melagrana). Motivo apparso abbastanza
recentemente, estraneo all’arte araldica tradizionale, ma riveste
interesse in quanto testimonia l’evoluzione ornamentale degli
emblemi.
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