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COSTUMI DELL'ANTICA CINA
(PRIMA PARTE)

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L’evoluzione del costume cinese durante gli ultimi cinquemila anni riflette il progresso nella vita politica, 
economica e culturale del paese.

FdO propone la prima parte di un servizio inerente a questo argomento, 
studiando gli indumenti usati dal popolo cinese nei secoli passati.

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L'ABBIGLIAMENTO TREMILA ANNI FA

Dalle pelli alle tuniche
Le chiavi migliori per conoscere cosa indossavano gli abitanti preistorici delle caverne sono rappresentate da una spilla d'osso e da 141 ornamenti grezzi scoperti a Zhoukoudian, presso Beijing. Questi reperti provano che più di 20 mila anni fa i cavernicoli erano capaci di fabbricare indumenti rudimentali con pelli di animali. Con l'invenzione dell'arte della tessitura, circa 7 mila anni fa, il cotone cominciò ad essere usato come materiale d'abbigliamento, aumentando la varietà e l'adattabilità dei vestiti. Mantelli e tuniche divennero popolari. Alla fine della società primitiva, 4 mila anni fa, i capitribù, gli sciamani e gli indovini indossavano abiti con strascico, segno della loro autorità e stato sociale, mentre la gente comune usava vestiti lunghi solo fino al ginocchio.

La seta
La società cinese schiavista fiorì fra il XVI secolo e il 771 a.C. per circa mille anni, dalla dinastia Shang a quella degli Zhou dell'ovest. Durante questo periodo, i materiali principali per indumenti erano ancora le pelli d'animali e inoltre la seta e la canapa, ma seta e canapa divennero più importanti con il progresso del costume. Nobili e proprietari di schiavi vestivano bluse ricamate con colori brillanti, legate da una fascia all'altezza dei fianchi, con colletto aperto e maniche strette, decorate ai bordi e un grembiule della forma di una testa di animale che pendeva sul davanti. La gente comune e gli schiavi vestivano indumenti fatti di canapa e di lana grezza. Gli uomini, generalmente, usavano un copricapo corto che restò di moda per quasi mille anni. La gente di rilievo si copriva con un cappello a cilindro decorato con perline e grani. Gli uomini componevano i capelli in una treccia che piegavano e avvolgevano intorno al capo, mentre le donne li annodavano sulla nuca, fissandoli con una spilla di osso o li arricciavano e li lasciavano cadere sulle spalle, fermandoli con una coppia di spille di avorio o di giada, incise con anitre e fenici.
Le donne più ricche spesso avevano al collo collane di gemme scintillanti. Una spilla di giada era il segno che una ragazza era arrivata all'età delle nozze. I bambini di solito usavano acconciare i capelli in due anelli di riccioli. Plebei e schiavi legavano i loro capelli come fossero le due corna d'una capra e intrecciandoli dietro in un codino oppure li rasavano intorno alla fronte. 
Il popolo Shang sapeva già creare fantasie in delicato broccato e sete. Per produrre le tinte, oltre ai colori minerali erano usate piante selvatiche come l'acacia e il gelsomino.
La gamma delle tinte dei tessuti fu arricchita, da varie specie di erbe, del blu di campo, del rosso e succhi di porpora.

La gerarchia del vestito
Gli Zhou occidentali davano grande importanza ai riti e la scelta dell'abito era subordinata alla posizione sociale. I signori feudali, oltre a possedere un gran numero di schiavi, riscuotevano tasse dai loro soggetti e in particolare due misure di abiti per adulti l'anno. Re e ministri indossavano abiti di differenti colori e stili nelle differenti occasioni come simbolo di dignità e di prestigio. Ma la gente comune doveva accontentarsi di canapa e di lana grezza, mentre i più poveri erano ridotti a indossare mantelli di canne.
Generalmente, in questo periodo, l'indumento superiore era lungo e sciolto con un collare a zigzag e maniche di varie lunghezze. La fascia alla cintura e il grembiale usati come indumenti inferiori, erano segni di uno stato sociale particolare. Pochissime persone potevano permettersi l'uso della seta durante la dinastia Shang, ma gli abiti di seta diventarono popolari con gli Zhou occidentali. Anche i più piccoli feudatari mostravano un gusto ricercato nel vestire, per non parlare di re e imperatori. Dove le condizioni lo consentivano la gente comune aggiungeva decorazioni ai vestiti e alla biancheria.

L'ALTA MODA AL TEMPO DELLA DINASTIA ZHOU

Alcuni secoli prima di Cristo, al declino della dinastia Zhou erano molto richiesti abiti ben disegnati e cuciti e costosi ornamenti personali. L'annessione di territori più piccoli da parte dei sette stati che seguirono gli Zhou portò a nuovi fertili incroci culturali e a scambi di esperienze che resero possibile per le classi superiori l'uso di una moda raffinata. Uno stile di abiti estremamente complicato diventò normale non solo per l'imperatore, ma anche per i suoi ufficiali. I ministri avevano scarpe decorate con perle e cinture d'oro intarsiate di giada. Si diceva che la giada aveva le sette virtù necessarie ai gentiluomini e che un gentiluomo per nessun motivo avrebbe rinunciato a indossare i propri ornamenti. Gli uomini e le donne delle classi superiori portavano come ornamento dell'ultima moda, una spada decorata con oro e giada, guaine e lacci di differenti materiali pendevano dalla cintura. Inoltre indossavano copricapo di tela di un tessuto leggero, spesso decorati con oro, perle e giada e talvolta a forma di un'alta coppa. Le scarpe di uso quotidiano erano fatte di pelle di cervo, di seta o di erbe. Il pesante cappotto invernale era fatto usualmente di pelliccia di volpe bianca e le donne amavano avere paramani di pelliccia sui loro vestiti e una specie di guanti di seta aperti nelle dita. I gusti personali dei governanti avevano una grande influenza sulla moda. Per esempio, il duca Huan dello Stato di Qi amava la porpora. Il re dello Stato di Chu amava donne esili e nello sforzo di dimagrire, molte belle concubine imperiali digiunarono fino a morire. Lo stile delle pettinature femminili cambiò considerevolmente. Nello stato di Chu le donne acconciavano i loro capelli in trecce serrate con due anelli all'altezza del collo dietro la nuca e lasciandoli poi cadere lungo le spalle. A volte li intrecciavano in anelli simili a dollari d'argento appena sotto le spalle o componendo dei nodi stretti. Questa moda derivava dalla dinastia Shang. Le fanciulle avevano di solito due trecce e indossavano vestiti a pieghe, lunghi fino al ginocchio. Le donne anziane indossavano anelli d'oro e dipingevano un triangolo rosso carminio sui loro volti. Secondo i ricordi letterari presso la corte imperiale della dinastia Zhou le donne si ornavano di oro nel periodo di preghiera e di carminio nei tempi in cui erano impedite. Ma durante il periodo degli Stati Combattenti questi simboli divennero puramente ornamentali.

La vita in un modo concreto
Nei periodi della Primavera e dell'Autunno e degli Stati Combattenti le tecniche della tessitura e del ricamo si svilupparono grandemente e così quella dei materiali impiegati. Alcuni dei nuovi tessuti popolari erano broccati con motivi floreali nello Xiangyi dello Henan, o erano sete sottili e ricami a Qilu, nello Shadong. Le sete di manifattura più fine erano vendute a un prezzo 20 volte superiore quello delle sete ordinarie. Altre materie lavorate erano tele di sacco leggere, negli Stati di Wu e Yue, lana e feltro nello stato Yan del nord, tessuti di lana nella nazionalità del Qianghu, nell'Asia centrale, e ricami floreali broccati nello stato di Chu. 
Il costume di comporre una giacca e una gonna insieme si ritiene avesse inizio nel periodo Primavere e Autunni o all'inizio degli Stati Combattenti. Il vestito di un solo pezzo, indossato da donne e uomini serviva a coprire modestamente tutto il corpo. La classe intellettuale vestiva questi indumenti in casa, mentre la classe inferiore li usava come abiti da cerimonia. In una tomba Chu, nel Jianling; è stato ritrovato è un paio di pantaloni  il primo indossato  cucito sul davanti di un indumento e con una fenditura nel sedere. È stato inoltre ritrovata una coperta con in cima un'apertura così che due persone potevano respirare liberamente, benché i loro volti fossero coperti; perciò è stata chiamata "l'anitra del mandarino" dal nome dell'uccello simbolo delle coppie degli sposi. Questa coperta fu davvero popolare fino al XII secolo.

Becco di barbagianni e coda di gazza
La maggioranza delle informazioni disponibili oggi riguardo allo stile dei vestiti antichi deriva dalle figurine, dalle incisioni e dai disegni degli oggetti laccati, scoperti nelle tombe. Da queste fonti noi apprendiamo che per le cerimonie importanti si indossavano abiti ampi con maniche lunghe fino alle ginocchia; che i musicanti usavano "cappelli a vela" a presa del vento e che i danzatori vestivano con maniche lunghe. I cacciatori usavano pantaloni stretti e giacchette. I vasi di bronzo delicatamente modellati, scoperti nelle province dello Shanxi e dello Henan mostrano della gente fornita di ornamenti per il capo a forma di becco di barbagianni o di coda di gazza, completando gli indumenti attillati con gonne lunghe e a pieghe. Una giada riportata alla luce a Luoyang, nello Henan, mostra due ragazze che danzano entrambe in lunghe vesti strette, maniche a buffetto sulle spalle. Probabilmente le loro vesti erano quelle tipiche usate dalle donne negli Stati di Yan e di Zhao.
Le decorazioni su ceramiche trovate in Houma, provincia dello Shanxi, rivelano che, nel periodo degli Stati Combattenti, la gente vestiva lunghi indumenti ricamati con colli rivolti all'indietro e fermati alla cintura in un nodo a farfalla da fasce di seta decorata. Non è sicuro che questo stile di vestiti sia venuto dai mongoli, anche se molti sostengono questa tesi. Ciò che conosciamo degli indumenti dei mongoli indica che quel popolo preferiva indumenti lunghi solo fino al ginocchio, simili a quelli degli schiavi della Cina centrale. I calzoni mongoli non avevano fenditura nel sedere a differenza di quelli cinesi; per secoli la classe superiore degli intellettuali faceva realmente poco lavoro fisico, perciò le lunghe vesti erano considerate un segno di aristocrazia. Ma per montare i cavalli e usare l'arco si preferivano le tuniche corte.
A giudicare dalle figurine scoperte a Yangtianhu nello Hunan, gli stili di moda più diffusi nel periodo tardo degli Stati Combattenti erano le vesti lisce di lunghezza completa ovvero simili a quelle con un pezzo diagonale sul davanti. I due stili sopravvissero durante la dinastia degli Han occidentali (206 a.C. - 8 d.C.). Gli indumenti rinvenuti nelle tombe Han, a Mawangdui sono tagliati squisitamente e rappresentano una variante della forma del soprabito popolare negli ultimi tempi del periodo Primavera e Autunno. All'inizio era un indumento di stile strettamente femminile, ma in seguito gli abiti maschili arrivarono a imitarli.

L'ABITO FA L'UOMO

La dinastia Qin (221 - 207 a.C.), malgrado i cambiamenti e le riforme importanti, compresa l'unificazione della Cina, ha lasciato scarse informazioni sui vestiti e le mode dell'epoca. Per fortuna i soldati di terracotta e le figure femminili in ceramica, scoperte presso la tomba del primo imperatore Qin nello Shaanxi, forniscono alcuni elementi essenziali sui loro costumi. 
L'uniforme militare e l'indumento dei lavoratori di questo periodo differivano di poco da quelli della prima epoca degli Stati Combattenti. Uomini e donne indossavano indumenti lunghi fino al ginocchio con maniche strette, con paramano lunghi e squisitamente ricamati e con ampi risvolti, simili a code di rondine e calzavano scarpe di pelle o di tela con punta quadrata e tacco basso.
I soldati pettinavano i capelli in un nodo inclinato leggermente indietro, verso destra e indossavano cappelli per lo più di pelle. Le uniformi militari erano di sei o sette tipi, differenti secondo i soggetti, e cioè soldati a cavallo, a piedi e conduttori di carri. Le donne acconciavano i loro capelli all'indietro in un chignon. Durante la dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.), quando il feudalismo era in ascesa, furono introdotte più strette distinzioni di gradi fra gli ufficiali. I ricordi storici forniscono dettagli di più di 20 tipi di arredi cerimoniali o per la vita quotidiana, indossati dagli imperatori e dai ministri. Tutti gli ufficiali indossavano sciarpe di differenti colori e lunghezze che venivano rilasciate dal governo insieme a un sigillo ed erano conservate in una custodia di pelle, quando non venivano usate. La gente del popolo, a giudicare dalle pitture e dalle sculture, vestiva invece abiti più semplici. Durante la dinastia degli Han occidentali, gli uomini pettinavano i loro capelli, e usavano insieme un cappello basso oppure affastellavano e fissavano con spille i loro capelli, usando un copricapo alto, fatto di strisce di bambù, laccato e imbottito di garza, noto come il "cappello della gazza", che aveva avuto origine nello Stato di Chu.
L'indumento abituale per gli uomini e per le donne degli Han occidentali era costituito ancora da una tunica di un sol pezzo. I modelli di gonne femminili trovate in una tomba Han a Mawagdui, nello Hunan, sono squisiti con motivi decorativi diritti o diagonali e con l'ampio spacco usato nelle gonne del periodo degli Stati Combattenti. Questa tunica, chiamata "la gonna obliqua" consentiva maggiore libertà di movimento.
Gli indumenti maschili avevano un ampio collo, davanti erano di un pezzo unico fino a terra mentre nella parte posteriore terminavano in due code. Uomini e donne usano tutti, sotto gli indumenti, pantaloni sciolti, legati con una fascia e indossano scarpe senza punte.
Le donne dipingevano le loro ciglia di nero e attorcigliavano i capelli in crocchia o in un doppio anello sul collo, dietro la nuca o li lasciavano cadere in trecce come fossero fili di perline.
Per una legge della dinastia Han, i contadini potevano indossare soltanto vestiti color canapa, ma più tardi fu loro permesso di usare il blu e il verde. Per il fiorire del commercio, molti mercanti ignorarono il bando della seta e del broccato, una volta riservati all'imperatore e agli ufficiali e li usarono per ornare le loro case; anche i loro servitori calzavano scarpe di seta con bordi ricamati e ornamenti preziosi.
Con il periodo degli Han orientali, la moda del vestire divenne più uniforme. In generale, la gente indossava un copricapo basso, simile a un ponte rovesciato con una, tre o cinque punte. Durante il periodo dei Tre Regni (220 - 265), il copricapo basso fu sostituito da un pezzo lungo di stoffa, tenuto avvolto intorno alla testa in una varietà di stili di colori. Quando alla fine degli Han orientali, Zhang Jiao, un capo dei contadini, suscitò una rivolta, il suo esercito indossava turbanti di colore giallo e questa moda continuò fino alle dinastie del Nord e del Sud (420 - 589).
Gli uomini di governo, durante la dinastia Jin (265 - 420), indossavano un piccolo berretto sotto un cappello di un tessuto sottile e questo stile divenne popolare fra gli uomini e le donne per 600 anni. Gli indumenti lunghi disparvero. Calzoni pieghettati vennero in voga. Gli uomini indossavano una giacca corta, con maniche larghe e pantaloni svasati, legati talvolta al ginocchio con lunghe bende, uno stile che aveva avuto origine nell'esercito. Le donne vestivano con una blusa corta e con una gonna lunga e ampia. Si usavano parrucche al posto delle pesanti crocchie. Durante i Jin occidentali era di moda una crocchia a croce che copriva la fronte e diventò famosa come la "testa posticcia".
All'inizio del V secolo, le donne cominciarono ad acconciare i loro capelli in due cerchi e alle scarpe preferirono zoccoli di legno laccato.
I materiali preferiti dalle dinastie Qin e Han erano ancora la seta, il broccato con i motivi delle nuvole e dei monti, degli animali e dei fiori. Un rotolo di 10 metri di broccato, ricamato minuziosamente con motivi geometrici o caratteristici poteva costare 20 mila monete e cioè più di 20 volte il prezzo della seta ordinaria.


Frammenti d'Oriente, settembre 2002

 

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