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(solare-lunare) del 2015
In Cina sono
simultaneamente in uso due diversi sistemi di calendario. Uno è quello
gregoriano, o Occidentale, usato per scopi ufficiali, e l’altro è il
calendario tradizionale, che è un tipo di calendario lunare o, meglio,
lunare-solare. Un moderno almanacco cinese includerà entrambi questi
calendari, con le date delle feste tradizionali contrassegnate in
ciascuno.
IL PRIMO SVILUPPO
DEL CALENDARIO
Nella società umana primitiva,
l’uomo realizzò che senza riuscire a predire accuratamente i cambiamenti
stagionali era impossibile seminare e fare i raccolti e cacciare efficacemente.
Così, molto prima dell’invenzione degli strumenti astronomici scientifici, i
pastori e gli agricoltori avevano osservato per generazioni la posizione della
luna, del sole, dei pianeti e delle stelle, imparando in questo modo come
accertare le stagioni. Il primo strumento di osservazione fu la luna (chiamata
"il primo misuratore" da Bredon e Mitrophanow nel loro libro "L’anno
lunare" del 1927). Proprio come indica l’uso latino (mensis, o
mese, deriva chiaramente da mensus, participio passato di metici,
misurare) l’osservazione delle rivoluzioni e delle fasi della luna fu la
chiave del primo sviluppo di un calendario sia in Occidente che nell’antica
Cina.
È evidente, tuttavia, che gli
se agricoltori volevano sapere quando potevano seminare, fare affidamento solo
sulla luna era insufficiente.
Questo problema fu affrontato osservando le
stelle e i pianeti. L’uomo vide che le posizioni relative delle stelle e dei
pianeti principali non erano assolutamente casuali ma che piuttosto ognuno
compiva un sentiero definito attraverso il cielo. A ciò seguì l’ugualmente
importante scoperta che il crescere e il calare della luna coincidono con un
gruppo di stelle e che il sorgere e il tramontare del sole sono in armonia con
un altro gruppo.
Tale conoscenza migliorò i
metodi usati per determinare i periodi di tempo e le stagioni e portò
direttamente alla creazione dei primi calendari lunare e solare.Secondo il
conteggio approssimativo degli antichi, da una luna nuova alla successiva c’erano
circa 29 giorni e mezzo (noi sappiamo ora che il numero esatto è di 29,5306).
Perciò 12 rivoluzioni della luna intorno alla terra richiedono solo 354 giorni,
mentre la terra impiega circa 365 giorni e un quarto (per l’esattezza
365,2422) per fare un giro intorno al sole. L’anno solare, che nella realtà
determina il cambio delle quattro stagioni, può quindi avere 12 o 13 lune
piene. Nei tempi antichi i popoli di molte nazionalità idearono differenti
metodi per fare coincidere l’anno lunare con quello solare. I loro sforzi
portarono alla nascita del calendario lunare-solare.
LO SVILUPPO STORICO DEL CALENDARIO
CINESE
A prescindere dall’uso di un
calendario solare o lunare, abbiamo visto che c'è un divario tra i 365,2422
giorni che la terra impiega per compiere una rivoluzione intorno al sole e i 365
giorni di un anno del calendario gregoriano o i 354 giorni di 12 mesi lunari.
Per colmare la differenza, fondamentale è la nozione di periodo intercalare.
Nel calendario gregoriano, viene aggiunto un giorno ogni quattro anni (nell'anno
bisestile) per riallineare l'anno del calendario con la durata temporale reale
della rivoluzione terrestre e il giorno supplementare è stato arbitrariamente
fissato alla fine di Febbraio.
Gli aggiustamenti che devono
essere fatti nel calendario lunare cinese non sono così semplici. Prima di
tutto, ad alcuni mesi sono assegnati 29 giorni e ad altri 30 (da ricordare che
la rivoluzione della luna intorno alla terra dura 29,5306 giorni). In secondo
luogo, ogni due o tre anni viene aggiunto un intero mese intercalare. Ogni
periodo di 19 anni avrà sette anni con un mese supplementare. In altre parole,
12 di questi anni hanno 12 mesi ciascuno e sette ne hanno 13. La questione del
punto dell’anno in cui viene inserito il mese intercalare è eccessivamente
tecnica, ma è sufficiente dire che la maggior parte delle volte viene ripetuto
il quarto o il quinto mese. In questo modo, l'anno lunare cinese coinciderà
nuovamente con l'anno solare alla fine di ogni ciclo di 19 anni.
Il calendario tradizionale
cinese differisce da uno puramente lunare, come quello usato una volta in alcuni
paesi islamici, per il fatto che incorpora un ciclo annuale di 24 periodi o
sezioni (in cinese jieqi), ognuno lungo 15 giorni. Ognuna delle quattro
stagioni è quindi suddivisa sei jieqi. La delineazione dei jieqi è
basata sulla posizione del sole prendendo in considerazione i 360 gradi e i 12
segni (simboli animali) del cosiddetto zodiaco cinese. Il primo giorno di un
dato jieqi si ha quando la posizione del sole coincide con il primo o il
quindicesimo grado di uno dei 12 segni dello zodiaco. Per ognuno di essi
possiamo dare solo una data approssimata in termini di calendario gregoriano,
poiché i 360 gradi dello zodiaco divergono dai 365,25 giorni dell'anno solare.
In questo modo possiamo vedere chiaramente perché il calendario tradizionale
cinese debba essere più propriamente considerato un calendario lunare-solare.
Siccome la durata di due jieqi
insieme è leggermente più lunga di un periodo lunare, talvolta in un mese
lunare c’è un singolo jieqi. Il calendario promulgato dall'imperatore
Wu Di della Dinastia Han, nell'anno 104 a.C. convenne che tale mese con un
singolo jieqi
sarebbe dovuto essere quello precedente al mese intercalare aggiunto. Questo
metodo di intercalazione per il calendario tradizionale cinese è stato
impiegato fino ai giorni nostri.
Il ciclo annuale di jieqi
è strettamente legato ai cambiamenti della natura, così che essi sono
estremamente utili ai contadini, ad es. fornendo indicazioni riguardo il momento
giusto per seminare e raccogliere. Alcune persone fisicamente sensitive sono in
grado di riconoscere l'imminente arrivo dei jieqi con una reazione
corporea, come un mal di testa o un aumento della pressione arteriosa, altre
sono semplicemente consapevoli delle mutate condizioni della pressione
atmosferica o del tempo.
Tutti i jieqi hanno un
nome in armonia con le variazioni stagionali. Ad es. il primo periodo è
chiamato l'"Inizio
della Primavera" e cade il 4 o il 5 febbraio. Secondo il calendario
tradizionale, un tempo sereno in quel giorno è un buon presagio per l'aratura.
Il secondo periodo è chiamato "Acqua Piovana" (il 19 o il 20
febbraio):dopo questo giorno non ci sarà più neve, e i contadini avranno
bisogno di pioggia. Il 5 o il 6 Marzo inizia il periodo conosciuto come"Il risveglio degli insetti",
poiché la terra si risveglia dal letargo invernale. In passato, la gente
credeva che sentendo in quel giorno risuonare un tuono per la prima volta nell’anno,
il drago si sarebbe risvegliato dal suo sonno invernale. Nel giorno dell'"Equinozio di Primavera"
(il 20 o il 21 Marzo), tutti sperano nella pioggia, poiché credono che questa
porterà particolare beneficio alle coltivazioni.
Il calendario tradizionale
cinese fu modellato dallo sviluppo della produzione agricola. La leggenda dice
che il calendario lunare-solare risale alla dinastia Xia (21°-16° sec. a.C.).
E' conosciuto come Calendario Agricolo, Vecchio Calendario o ancora come
Calendario Xia. Secondo le iscrizioni su ossa oracolari della dinastia Shang
(16°-11° sec. a.C.), a quel tempo era già stato adottato il mese intercalare.
Durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni (770-476 a.C.), il popolo era
già in grado di contraddistinguere sia gli equinozi di primavera e d'autunno
che gli equinozi d'estate e d'inverno. La delineazione dei jieqi
fu completata durante le dinastie Qin (221-206 a.C.) e Han (206 a.C.-220 d.C.),
ed essi divennero la base delle attività agricole.
Bisogna comunque dire che
questa formulazione fu basata principalmente sul clima e sulle stagioni
colturali del bacino del Fiume Giallo nella Cina Settentrionale e non è mai
stato adatto alle condizioni di altre regioni del paese.
La forma del calendario
tradizionale correntemente in uso (il calendario Xia), che utilizza il mese
corrispondente all'ultima parte di gennaio fino a metà febbraio del calendario
gregoriano come primo mese dell'anno, non è stata seguita per tutta la storia
cinese. Durante la dinastia Xia l'anno cominciava come attualmente, ma durante
la dinastia Shang l'anno iniziava in quello che in realtà è il 12° mese del
Calendario Xia, e nella dinastia Zhou (1066-256 a.C.), con l'11° mese
dell'attuale calendario tradizionale.
L'anno 104 a.C. - il primo anno
del periodo Taichu durante il regno dell'imperatore Wu Di della dinastia Han -
vide una riforma del calendario con la promulgazione del calendario Taichu.
Fondamentalmente si ripristinò
quello usato ai tempi Xia, stabilendo che il giorno del Capodanno fosse il
giorno della prima luna nuova dopo l'entrata del sole nell'11° segno dello
zodiaco solare, conosciuto in Cina come il Cane e in Occidente come Acquario.
Per questa ragione il nuovo anno non può iniziare prima del 21 gennaio e dopo
il 20 febbraio del calendario gregoriano.
Il calendario di Wu Di
continuò ad essere in uso per più di 2000 anni con solo lievi cambiamenti in
tutto questo periodo.
Quando nel 1912 venne fondata
la Repubblica di Cina, il nuovo governo annullò ufficialmente il vecchio
calendario e adottò il calendario Gregoriano, che venne chiamato Calendario
Pubblico. Da allora il Capodanno tradizionale è stato chiamato Festa di Primavera.
Ma nella vita di tutti i giorni il Calendario Xia, profondamente radicato nella
cultura cinese, rimane in uso accanto al nuovo calendario.
Molti secoli fa il Ministero
Imperiale di Astronomia, che era composto da matematici e astronomi, era
responsabile della compilazione di un nuovo almanacco per ogni nuovo anno e
della sua presentazione all'imperatore per l'approvazione. Quando il sovrano lo
dichiarava valido, una copia veniva pub-blicata da un alto funzionario
all'esterno della porta principale della Città Imperiale - la Porta che Guarda
Verso il Sole (Zheng Yang Men o Qian Men) - quindi questi inviava
delle copie ai nobili e agli altri funzionari in tutto l'impero.
La falsificazione era punita
con la morte e la ristampa illegale dell'almanacco imperiale era una
trasgressione alla legge.
Il calendario tradizionale
cinese, sotto molti aspetti conforme alle teorie astronomiche, era fortemente
colorato da concetti mistici.
I cosiddetti Palazzi Lunari
sono le 28 costellazioni dello zodiaco lunare (Yue Gong o Carta dei Palazzi Lunari),
ciascuno identificato con un dato animale, nei quali può essere suddiviso il
percorso della luna. Gli autori di questo libro fecero ricorso sia allo zodiaco
lunare che ai 12 segni dello zodiaco solare per mostrare le relazioni tra i
fenomeni celesti e gli avvenimenti sulla Terra, diffondendo in questo modo idee
superstiziose per ingannare il popolo.
Questi astrologhi ritenevano
che di fatto tutte le attività umane piccole e grandi quali la sericoltura, il
commercio al dettaglio, l’ingegneria navale, l’allevamento, il taglio della
legna, lo scavo dei fossi, la costruzione di edifici, i matrimoni, i funerali, i
viaggi, il lavoro letterario e perfino il bagno e il taglio dei capelli erano
influenzati dai cambiamenti nella posizione delle costellazioni. Si fecero dei
calcoli come ad es. quali giorni potevano essere favorevoli per svolgere i vari
lavori, oppure se il raccolto sarebbe stato buono o ancora se ci si poteva
aspettare una buona o cattiva sorte.
Alcuni proverbi ("E’
facile arare negli anni del Bue e del Cavallo") ancora diffusi nelle
campagne attestano l’influenza di queste credenze. Massime superstiziose di
questa natura venivano incluse nell’almanacco imperiale pubblicato durante la
dinastia Yuan (1271-1368).
Prima della fondazione della
Repubblica Cinese, tutti gli almanacchi in circolazione davano questo tipo di
informazioni. Anche nei tempi feudali, tuttavia, c’erano degli studiosi
perspicaci che si opponevano all’inclusione di tali predizioni superstiziose
nell’almanacco imperiale. Nel 1390, durante il regno dell’imperatore Ming
Hongwu, un ministro di nome Xie Dasheng presentò un memoriale all’imperatore,
raccomandando che fossero indicate sull’almanacco solo informazioni essenziali
quali i movimenti delle stelle, dei pianeti e della luna e il tempo corretto per
l’aratura, la semina e il raccolto. Gli altri tipi di notazioni non solo erano
senza valore, ma anche superstiziose e non dovevano appartenere assolutamente
all’almanacco imperiale.
Nel 1703 l’eminente astronomo
e matematico cinese Mei Wending (1633-1721), in uno dei suoi lavori criticò
severamente le predizioni superstiziose che vi apparivano. Con l’approvazione
dell’imperatore Kangxi (1662-1722), questo articolo di Mei venne incluso come
appendice nell’almanacco imperiale. Mei scrisse che un almanacco doveva mirare
a dare informazioni sulle stagioni e sui periodi solari, riferendosi in modo
particolare alle attività agricole, e che non si doveva tentare di predire la
buona sorte o i disastri che potevano accadere sulla terra.
E ora una breve menzione su
alcuni termini usati dai cinesi per indicare gli anni.
Il principale è il ciclo
sessagesimale, che poggia sulla combinazione di due cicli: un ciclo di "10
tronchi celesti (tiangan)" e uno di "12 rami terrestri (dizhi),
indicati tutti ovviamente con ideogrammi. Combinando uno con l’altro questi
due cicli ne danno uno di 60 unità: un sistema che al tempo degli Zhou serviva
a numerare i giorni mentre dal tempo degli Han fino all’ultimo periodo dei
Qing serviva a numerare gli anni. Questo ciclo ha il nome di Jia Zi, basato sui
nomi del 1° tronco e del 1° ramo. Sia i 12 rami che i 10 tronchi hanno avuto
diverse applicazioni, come serie numerali, anche indipendentemente dal
calendario; d’altra parte sono elementi essenziali dei calcoli astrologici. Il
ciclo dei 12 rami si applica anche alla designazione delle "ore",
tradizionalmente di 120 minuti primi, prima che sotto l’influsso occidentale
venisse introdotta l’ora di 60 minuti.
Un residuo del totemismo
preistorico si ritrova nel calendario periodico: una serie ciclica di 12 animali
è legata al decorrere degli anni. Per fini prevalentemente astrologici e
divinatori, venne inoltre stabilito un sistema di corrispondenze: gli elementi
del ciclo dei rami terrestri, i 12 animali simbolici, le 12 direzioni ecc.
Rami
terrestri |
Ora |
Animale |
Direzione |
1 |
zi |
23-1
h |
shu (topo) |
nord |
2 |
chou |
1-3
h |
niu (bue) |
n.n.e. |
3 |
yin |
3-5
h |
hu (tigre) |
e.n.e. |
4 |
mao |
5-7
h |
tu (lepre) |
est |
5 |
chen |
7-9
h |
long (drago) |
e.s.e. |
6 |
si |
9-11
h |
she (serpente) |
s.s.e. |
7 |
wu |
11-13
h |
ma (cavallo) |
sud |
8 |
wei |
13-15
h |
yang (pecora) |
s.s.o. |
9 |
shen |
15-17
h |
hou (scimmia) |
o.s.o. |
10 |
you |
17-19
h |
ji (gallo) |
ovest |
11 |
xu |
19-21
h |
quan (cane) |
o.n.o. |
12 |
hai |
21-23
h |
zhu (maiale) |
n.n.o. |
* Da
"La Cina contemporanea", di Melis G. e De Marchi F., Ed. Paoline |
I primi documenti storici che identificavano gli
anni con gli animali in questo modo, apparvero durante l’ultima parte della
dinastia degli Han Orientali, che finì nel 220 d.C. Lo storico Zhao Yi
(1727-1814) concluse che i cinesi Han (che costituiscono il 95% della
popolazione cinese) appresero questo concetto dagli Xiongnü (i primi precursori
degli Unni) durante gli Han Occidentali, un periodo durante il quale ci furono
parecchi contatti fra i due popoli. Probabilmente in origine c’erano solo
quattro simboli per denotare le 4 direzioni e le 4 stagioni: il Drago, est e
primavera, la Fenice, sud ed estate, la Tigre, ovest e autunno, la Tartaruga,
nord e inverno. In un qualche modo sconosciuto queste 4 creature divennero le 12
conosciute popolarmente, a questo proposito si veda la tabella a fianco, e nel
processo ad ognuna vennero assegnate le qualità Yin (femminile o passivo) o
Yang (maschile o attivo).
Nella storia cinese il
succedersi degli anni viene anche designato secondo il nianhao (numero
dell’anno) dinastico: un’usanza che ha dato molto lavoro ai compilatori di
cronologie comparate.
Con la caduta dell’Impero,
viene adottato il calendario solare occidentale a iniziare dal 1° gennaio 1912.
Fino al 1949, gli anni vengono designati come anno 1°-38° della Repubblica, e
tale è tuttora la designazione vigente a Taiwan.
Dal 1949 il governo di Pechino
adotta il sistema internazionale; nel riferire gli avvenimenti storici si ha
cura di indicare l’anno corrispondente sul calendario universale. I mesi
vengono ora designati con la numerazione da 1 a 12. Tuttavia i due calendari,
solare e lunare, continuano a essere usati simultaneamente e i giornali nella
loro datazione usano il doppio sistema; il solare è il sistema ufficiale,
mentre nelle campagne viene preferito quello lunare di cui ogni anno si pubblica
l’almanacco, che fornisce le corrispondenze fra i due sistemi; specificando i jieqi
(periodi solari o sezioni) a cui sono legate tradizionalmente le fasi dei lavori
agricoli.
Mauro Pascalis