In Cina la riflessione sul problema del male ha avuto in ogni epoca
un ruolo di primo piano e ha dato vita a un dibattito vivace e fecondo. A differenza di
quanto è avvenuto in Occidente, il concetto di male non è stato percepito e affrontato
in modo totalizzante, così che è del tutto assente la nozione di "male
assoluto" o "male radicale" quale si trova nella nostra cultura.
Xunzi, il filosofo confuciano vissuto nel III sec. A.C., epoca di grandi fermenti e di
sconvolgenti mutamenti politici, economici e sociali, ha dedicato allargomento un
trattato che lascia ben pochi dubbi circa contenuti e intendimenti: Xing e, ovvero Sulla
malvagità della natura umana. Per secoli la sua posizione è stata confrontata con
quella di Mencio, altro grande pensatore confuciano, vissuto nel IV sec. A.C., assertore
dellinnata bontà delluomo, nel tentativo di stabilire quale delle due tesi
avesse sviluppato correttamente le dottrine del Maestro. Sulla malvagità della natura
umana viene presentato nel contesto del dibattito che animò gli intellettuali cinesi
nei secoli IV e III a.C.
Maurizio Scarpari insegna Lingua e letteratura
cinese allUniversità Ca Foscari di Venezia. È autore di numerosi saggi sulla
cultura cinese antica, in particolare sulla lingua e sulla storia del pensiero filosofico
del periodo preimperiale. Per la Libreria Editrice Cafoscarina ha pubblicato Corso
introduttivo di lingua cinese classica, Venezia 1981, La concezione della natura
umana in Confucio e Mencio, Venezia 1991, Avviamento allo studio del cinese
classico, Venezia 1995, e ha curato Studi di cinese classico, Venezia 1983, e Le
fonti per lo studio della civiltà cinese, Venezia 1995. Dirige la collana Cina e
altri Orienti.