XUANZANG
Un pellegrino buddhista sulla Via della Seta
Autore |
Sally Hovey Wriggings |
Editore |
Claudio Gallone Editore,
Milano |
Collana |
LUomo e gli Infiniti |
Prima edizione |
maggio 1998 |
Pagine |
XXVI-220 |
Traduzione di |
Max Bruschi |
Titolo originale |
Xuanzang. A Buddhist
Pilgrim on the Silk Road |
Monaco buddhista, filosofo, ambasciatore di pace, consigliere di imperatori, principi,
re. Xuanzang, definito in Cina «il gioiello dellImpero», affrontò nel VII sec.
d.C. la Via della Seta, la più antica e lunga strada commerciale del mondo. Il viaggio
dalla Cina allIndia di questo Marco Polo con gli occhi a mandorla alla scoperta
degli originali delle sacre scritture buddhiste, dei monumenti, dei luoghi di culto, ci
consente di gettare, nella ricostruzione di Sally Hovey Wriggins, uno sguardo sulla
cultura orientale prima dellavvento dell'Islam, di visitari i monasteri, di
percorrere le strade polverose e trafficate di Samarcanda, di frequentare la tenda del
Gran Khan e la sfarzosa corte del Celeste Impero della dinastia Tang.
Affascinante come un romanzo e preciso come una ricerca universitaria, Xuanzang
segue il percorso del Pellegrino celeberrimo in tutta lasia e protagonista di saghe
e racconti colti e popolari, attigendo alla sua "Relazione allimperatore Taizong"
e alle note dei suoi primi biografi.
Xuanzang (Luoyang, 602 - Changan, 664), ordinato monaco
buddhista nel 622, tra il 629 e il 645 intraprese un viaggio di oltre 10.000 miglia, dalla
Cina allIndia e ritorno, alla ricerca degli originali dei testi sacri del buddhismo.
Tornato in patria, si dedicò alla loro traduzione alla scrittura di numerosi saggi
filosofici. A tuttoggi famoso in tutto lOriente, è protagonista di opere
letterarie e cinematografiche.
Sally Hovey Wriggins, scrittrice e
ricercatrice statunitense, ha soggiornato più volte in Sri Lanka, dove ha studiato il
buddhismo sotto la guida del venerabile maestro Kheminda Thero. Il suo intersse per
Xuanzang risale al 1977. Da allora ha iniziato a studiarne la vita, pubblicando i
risultati delle sue ricerche in vari articoli apparsi su prestigiose riviste quali
«Archeology» e «Orientations»
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