Yu Hua apre la sua lente di scrittore-entomologo sulle lacerazioni del tessuto sociale
della Cina doggi. E vi scopre una materia infetta, che racconta con
limperturbabile e raggelata umiltà di un antico cronachista. Il suo occhio clinico
coglie le contraddizioni tra le oscure pulsioni degli individui e lindifferente
razionalità paranoica delle norme sociali. È in questo quadro che la violenza in Yu
Huadiventa una forma espressiva.
Una lotta fratricida che disintegra una famiglia tra orribili patimenti; la lucida mania
omicida di un insegnante che per le strade di Pechino mette in pratica i suoi anni di
studio sulle tecniche della pena di morte nella Cina dei mandarini; lesperto in
punizioni che descrive alla sua vittima la "sublime meraviglia" dl morire
tagliati in due: sono alcune delle storie di questo libro violentissimo fino
allorrore, ma anche, per paradossale miracolo, pacato e sognante.
Ai toni quieti riservati alla descrizione del presente subentrano rintocchi ben più cupi
quando irrompe leredità di secoli passati.
Attraverso una galleria di figure esemplari (il bambino, la vecchia, lo sconosciuto,
lesperto in punizioni) e al tempo stesso ferocemente corporee, emerge in questo
libro la singolarità di un Paese sospeso tra un passato ormai remoto e un futuro senza
più fedi: inquietanti ideogrammi stampati a fuoco nelle viscere di unumanità
ferita che assiste stupefatta alla propria redenzione.
Yu Hua è nato nel 1960 a Hangzhou. Figlio di uninfermiera e di
un medico trascorre lunghi pomeriggi dellinfanzia a giocare negli androni
dellospedale. Di quel periodo ricorda il passaggio dei morti verso lobitorio e
il camice del padre sporco di sangue aluscita della sala operatoria. Lì fa il suo
apprendistato di scrittore. Acheng lo considera il miglior scrittore della nuova
generazione.