SCRITTI DI MEDIAZIONE, CULTURA E LINGUA CINESE
Conversazioni tra Italia e Cina
Autore |
Sabrina Ardizzoni |
Editore |
Libreria Bonomo, Bologna |
Prima edizione |
2012 |
Pagine |
94 |
N. ISBN |
978-88-6071-072-7 |
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Negli ultimi anni in Italia sono molti gli studenti che hanno iniziato a studiare lingua cinese, e la Cina, da parte sua, ha investito molto nell'incontro tra i giovani di tutto il mondo e i giovani cinesi.
La dimensione globale della Cina è sotto gli occhi di tutti. Aldilà dei facili entusiasmi, o delle altrettanto facili posizioni critiche nei confronti di questo paese ancora così lontano, non possiamo dimenticare che è
solo nell'incontro tra persone che si creano terreni comuni. E l'incontro tra persone e rischioso: non si sa mai dove vada a finire, e uno dei due partecipanti all'incontro lascia sempre qualcosa di se, oltre a prendere
qualcosa dell'altro.
In questa raccolta ho messo insicure riflessioni elaborate nel corso di quasi vent'anni di lavoro con la Cina, con persone cinesi in Italia, soprattutto studenti cinesi nelle scuole, e con studenti italiani di lingua e
cultura cinese in Italia.
La formazione di adulti e giovani adulti che intendono entrare nel mondo globale con l'arma pacifica della competenza linguistica, non possono essere esentati dall'affrontare alcuni aspetti della cultura dell'altro paese.
Per cultura si intende qui sia l'insieme delle conoscenze comuni condivise da una popolazione
- a livello di credenze, memorie storiche, testi, conoscenze tecnologiche, valori e costumi
- sia di modelli comunicativi, di costruzione di significati e modelli interpretativi degli atti comunicativi, di rappresentazioni sociali (Malinowsky, 1944; Fei Xiaotong, 1947; Sapir, 1949; Whorf, 1956; Goffman, 1956; Lado, 1957; Geertz, 197 3; Hymes, 1974; Gumpcrz, 1982).
Nella comunità globale dei nostri anni, pare sempre più rilevante l'aspetto soggettivo di appartenenza identitaria.
Come mette in luce Bauman, 2005, l'uomo nella condizione postmoderna si trova a ricoprire posizioni sempre meno definite, sempre più fluide, e, sentendosi attanagliato dalla paura che questa insicurezza gli procura, si
chiude in posizioni identitarie rigidamente definite.
Per Ji Xianlin (19112009), esperto di traduzione dal sanscrito al cinese, fine linguista e noto intellettuale, i gruppi umani sono divisi in partenza, ognuno arroccato nel proprio territorio
- che resta il punto di riferimento principale - e nelle proprie credenze, ma alcuni di noi, attraverso la traduzione e il viaggio, sono portati a mettere in contatto le diverse culture. Il contatto, attraverso le
traduzioni, e attraverso le interazioni tra persone, portano alla costruzione di un nuove culture, e di nuove persone.
Ecco perché nei testi raccolti qui ho inteso mettere insieme alcune riflessioni di carattere più generale, legate all'esigenza educativa e formativa che ha guidato la mia attività negli ultimi venti anni, insieme ad
altri brevi saggi di carattere più specifico, che intendono analizzare più a fondo talune questioni culturali e linguistiche rilevanti.
Nel primo saggio ho voluto così confrontarmi con l'impianto pedagogico di Edgar Morin, cogliendo lo stimolo del suo saggio I sette principi necessari all'educazione delfuturo per riflettere sull'impianto di competenze
del mediatore
linguistico-culturale in situazioni istituzionali per l'accoglienza di bambini cinesi e delle loro famiglie.
L'azione educativa si fonda sull'assunto che l'aspetto culturale non possa non affrontare il contesto storico, sociale, letterario del paese in cui la lingua viene parlata. Task pratici come la lettura del giornale,
la traduzione, la comunicazione in ambito artistico, letterario, sociologico, politico e commerciale, devono essere affrontati dagli apprendenti con una conoscenza che deve necessariamente andare oltre la superficialità
e la faziosità diffusa.
Nel secondo saggio ho voluto mettere in risalto una questione molto precisa della didattica della lingua cinese: il sillabo. La costruzione del sillabo in un corso di lingua è strettamente legato agli obiettivi linguistici
che il corso si pone. II supporto delle nuove tecnologie e il dialogo tra la didattica in classe e l'utilizzo dei corpora elettronici deve essere una priorità in un'istituzione formativa che intende fornire ai discenti
le competenze che permettono di entrare nel mondo dell'interpretariato e traduzione. Oggi sono sempre di più le istituzioni che si occupano, in Italia, dell'insegnamento della lingua cinese, ma poche sono in grado di
fornire competenze altamente qualificate. È necessario partire anche dalla analisi del sillabo proposto e della sua conformità con le esigenze linguistiche reali per poter formulare percorsi adeguati.
Il terzo saggio individua alcuni punti fermi nella storia delle donne in Cina, un argomento che ci aiuta delineare alcune categorie del pensiero cinese e a isolare alcuni momenti cruciali nella storia del passato, per
poter meglio comprendere il presente.
Infine, il quarto saggio propone una conversazione con Ying Tianqi, un artista cinese che nella sua ricerca artistica tocca temi comuni a tutti; l'artista parla, insomma, un linguaggio universale.
Wang Lin, nella sua figura di critico d'arte contemporanea cinese, ci aiuta a inquadrare la figura di Ying. II suo testo è stato da me qui tradotto per permette al lettore di incontrare il personaggio con altre parole.
Quello che la traduzione, secondo me, dovrebbe fare.
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