Nel 1972 Jan Wong ha diciannove anni, vive in Canada ed è una convinta militante della sinistra radicale. In virtù delle sue convinzioni politiche, abbandona Montreal e si trasferisce a Pechino per partecipare in prima persona alla rivoluzione culturale di Mao. In Cina, Jan aderisce con entusiasmo al Partito comunista. Attivista instancabile, è comunque costretta a prendere atto delle contraddizioni che agitano la Cina. Questo percorso porterà la giovane a rivedere le proprie posizioni e, alla fine, a tornare in Canada portandosi dietro un rimorso enorme: quello di aver denunciato una sua compagna "colpevole" di averle confidato il desiderio di emigrare negli Stati Uniti. II tutto sembra appartenere al passato finché Jan Wong, ormai affermata giornalista, non ha la possibilità di visitare ancora Pechino. Per lei si tratta di un'occasione imperdibile. A tanti anni di distanza, infatti, avrà modo di confrontare la Cina che ha conosciuto con il Paese che, tra mille problemi, si appresta a organizzare le Olimpiadi del 2008. Ma, soprattutto, Jan avrà modo di affrontare finalmente il suo senso di colpa, impegnandosi nell'estenuante ricerca della vecchia compagna tradita. Per scoprire, insieme all'amica di un tempo, la realtà di un buco nero che, nella transizione dal comunismo al capitalismo, sembra aver inghiottito nel nulla un pezzo fondamentale della storia della Cina contemporanea.

Celebre giornalista canadese di origini cinesi, Jan Wong è nata a Montreal nel 1953. Ha studiato all'Università di Pechino, dove ha sposato Norman Shulman, un americano fuggito dagli Stati Uniti per evitare di combattere in Vietnam. Dopo una lunga permanenza in Cina, Jan Wong torna in Canada anche se soggiornerà ancora in Asia come corrispondente del «The Globe and Mail». Tra le sue pubblicazioni dedicate alla realtà cinese, ci sono i saggi Red China Blues e Jan Wong's China.