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L'OMBRA DI MAO
Sulle tracce del Grande Timoniere per capire il presente 
della Cina, Tibet, Corea del Nord e il futuro del mondo


Autore Federico Rampini
Editore Mondadori, Milano
Prima edizione 2006
Pagine 294
N. ISBN 88-04-56048-7

«Per noi occidentali la Cina di oggi è un enigma. Com'è possibile che la più grande economia di mercato esistente al mondo, una moderna superpotenza in ascesa nell'era di Internet e della globalizzazione, venga ancora governata da un regime autoritario, da un partito unico che calpesta la libertà di espressione e non ammette un'opposizione? Come si spiega che il capitalismo cinese sia fiorito subito dopo un esperimento comunista, condotto per trent'anni in forme radicali? Per svelare questo mistero c'è una sola strada: fare i conti con il padre della Cina contemporanea, capire chi fu davvero Mao Zedong.»
Che cosa resta del Grande Timoniere, dell'invasore del Tibet, dell'ideatore del tragico Grande balzo in avanti e della sanguinosa Rivoluzione culturale nella Cina del XXI secolo? Quanto della sua eredità è stato negato per imboccare la strada opposta, e quanto invece è stato conservato nonostante le apparenze? 
Federico Rampini ci accompagna in un nuovo viaggio attraverso il secolo cinese, sulle tracce di Mao. Un viaggio nella storia, nel mito e nel presente all'ombra di un uomo che si è reso responsabile della morte di 70 milioni di persone ma che, già nella scelta del suo successore Deng Xiaoping, ha consentito al proprio paese di imboccare la strada delle grandi riforme economiche. Un uomo il cui fascino ha accecato una generazione di intellettuali europei e ha ispirato alcuni mostruosi epigoni, come Pol Pot o Kim Jong Il, capo del regime totalitario ancora esistente in Corea del Nord, ma a cui va il merito di aver restituito dignità a uno Stato piagato da un degrado e da una corruzione devastanti.
Rampini incontra i testimoni di alcuni degli eventi più tragici e per noi oscuri della storia del secolo scorso, conversa con i monaci perseguitati del Tibet, con i sopravvissuti dei campi di rieducazione della Rivoluzione culturale e con personaggi a loro modo straordinari, come il vecchio barbiere di Pechino che nel corso della sua lunga vita ha conosciuto i rappresentanti dell'ultima dinastia Qing, gli occupanti giapponesi e l'esproprio proletario della sua bottega nel 1966. Perché solo seguendo i segni e le cicatrici lasciate sul corpo di questo sterminato paese da un uomo i cui crimini sono paragonabili a quelli di Hitler e di Stalin, ma il cui culto non sembra prossimo a sparire, è possibile arrivare a far luce oggi sul mistero della superpotenza cinese.

Federico Rampini, corrispondente della «Repubblica» da Pechino, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per «Rinascita». Già vicedirettore del «Sole﷓24 Ore» e capo della redazione milanese della «Repubblica», editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, ha insegnato nelle università di Berkeley e Shanghai. Ha pubblicato numerosi saggi, tra cui Le paure dell'America (Laterza 2003), Tutti gli uomini del presidente. Bush e la nuova destra americana (Carocci 2004), San Francisco - Milano (Laterza 2004) e, da Mondadori, II secolo cinese (2005), L'impero di Cindia (2006). Ha vinto il Premio Acqui Storia (2005) e, per il giornalismo, il Premio Luigi Barzini (2005) e il Premio Saint Vincent (2006).

 

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