1777: in Cina, con editto imperiale, si proibisce alle donne di
salire sulle scene. Il motivo addotto: per ragioni di moralitą. Non pił attrici dunque
sui palcoscenici di Pechino, ma solo attori anche in ruoli femminili (cosa del resto
comune nella storia del teatro mondiale). Per questo ruolo, detto dan, vengono
scelti e comprati bambini dai tratti delicati, forse anche un po femminei, ai quali
viene imposto un duro tirocinio di anni per imparare a muoversi, gestire e comportarsi con
la grazia leggiadra di una dama, a impostare la voce e cantare con toni esili e languidi,
infine a camminare (imitando le donne sottoposte dal rango a tale deformazione) con i
piedi fasciati. Al di lą del fatto teatrale, della splendida tradizione, quale vita
cč oltre la maschera? Sono storie di violenze fisiche e psichiche, di miseria, di
prostituzione e omosessualitą, di cui molti anziani in Cina hanno ancora ricordo anche se
non amano parlarne. Del resto pure Confucio, ai suoi tempi, di queste cose non amava
parlare...
Rosanna Pilone, veneziana, giornalista, con vari
soggiorni in Cina e diverse pubblicazioni al suo attivo, ha tradotto Confucio e Laozi
(Rizzoli), curato antologie di scrittori del novecento cinese (Mondadori, Bompiani), oltre
a un testo di ricerca teatrale (Cappelli). E curatore della mostra itinerante a
livello europeo Teatro cinese: architetture, costumi, scenografie. (Palazzo della
Triennale di Milano, 1995).