MAO ZEDONG è un grande dirigente politico che affronta i
giganteschi problemi che affliggono il popolo cinese. Nella sua azione politica
la sensibilità dialettica gli permette di comprendere come alla dottrina
marxista si debba intrecciare quell'analisi concreta della situazione
determinata, che costituisce forse il più forte legame fra Mao e Lenin. In
altre parole, la "ricadutà” politica del marxismo non è opera, neanche
per Mao, di deduzione, di esplicitazione dell'implicito, non è un procedere
analiticamente.
Si tratta, al contrario, di comprendere quale senso possano avere certe
proposizioni generali, in contesti che sono, sempre, specifici, originali e che,
dunque, costringono all'inventività, alla creatività. In realtà, è questo
che Mao ‑ con ragione ‑ chiama dialettica.
Quando Mao produce esempi di dialettica e di situazioni dialettiche, risulta
chiaro che il suo problema è come risolvere complessi, variegati problemi
politici, in una Cina in cui 650 milioni di persone (siamo negli anni Cinquanta)
debbono vivere quotidianamente.
Ed allora il lettore si imbatte in pagine particolarmente vive, che danno
l'impressione di trovarti dentro quella concreta situazione, che Mao e i
comunisti debbono affrontare e risolvere; insomma è come se il lettore
riuscisse a toccare con mano le specifiche complessità di quella Cina in quel
momento.
Le opere di Mao riportate in questo volume sono conformi
all'edizione ufficiale pubblicata in Cina nelle Opere Scelte di Mao Zedong nel
1952 e curate - dopo revisione dell'Autore - dalla apposita Commissione del
Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, La traduzione è quella della
Casa Editrice del Popolo, Pechino, 1969.