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LAOZI
Genesi del "Daodejing"


A cura di

Attilio Andreini

Editore

Einaudi, Torino

Collana Biblioteca Einaudi

Prima edizione

2004

Pagg.

254

Note Saggio introduttivo di Maurizio Scarpari

Perché tanto interesse per un libro che supera appena le cinquemila parole? Ebbene, il Laozi (Vecchio Maestro), secondo solo alla Bibbia per numero di traduzioni, è una delle opere più importanti prodotte dall'umanità, vantando quasi un migliaio di commentari e una letteratura critica sconfinata. La sua influenza in Cina, in Asia Orientale e in Occidente è stata, ed è ancor oggi, immensa. Nonostante la brevità, il Laozi ha svolto un ruolo di primissimo piano nello sviluppo del pensiero e della cultura cinesi ed è considerato da sempre il testo canonico del Daoismo. Noto a più come Daodejing (Classico della Via e della Virtù o Classico della Via e della sua Potenza), questa gemma assoluta della letteratura di tutti i tempi si libra in una lingua asciutta e parca, che tuttavia esplode con una potenza evocativa senza pari, fino ad accarezzare le profondità abissali dell'origine del cosmo e illuminare d'incanto l'arcano assoluto, il Dao, "la Via" (il principio eterno e ineffabile che regola l'intero cosmo e da cui traggono origine il mondo e le creature tutte), che si manifesta nel mondo nella forma di De, "Virtù" o "Potenza".
Ma perché aggiungere un'ulteriore traduzione alle numerose già esistenti? Almeno per due motivi. Appare oggi chiaro come il Laozi appartenga a un genere letterario specifico, definibile poesia sapienziale daoista, e la presente traduzione rispetta finalmente il tono aulico e la struttura poetica che caratterizzano l'opera.
Inoltre grazie a una serie di fortunati ritrovamenti archeologici, il Laozi si trova oggi al centro di una fervida attività di studio e di rilettura della sua genesi testuale e dottrinale. I codici manoscritti di Mawangdui (200 circa a.C.) e di Guodian (300 circa a.C.) riportati recentemente alla luce aprono nuove prospettive nello studio di quest'opera, presentandoci il Laozi nella sua fase "embrionale", in una forma "fluida" e "viva", ben diversa da quella finora conosciuta. Ciò conferma che il Laozi, così come tramandato per oltre due millenni, rappresenta il risultato di un lungo processo di elaborazione e sintesi che ebbe inizio nel IV, forse V secolo a.C., condotto da generazioni di cultori delle "tecniche del Dao". La presente traduzione è stata condotta tenendo conto di queste nuove, fondamentali acquisizioni.

Attilio Andreini, docente di Sinologia, lavora presso il Dipartimento di Studi sull'Asia Orientale dell'Università Ca' Foscari di Venezia. E' autore di studi sul pensiero cinese antico, sull'epigrafia cinese e sulla natura dei codici manoscritti cinesi del periodo preimperiale.

 

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