L'attenzione al carattere distintivo conferito al Tibet
dalla sua storia di stato‑civiltà separato, emerso parallelamente, ma
indipendentemente, rispetto al mondo culturale cinese, è andata crescendo negli
ultimi anni.
Eva Pföstl, collaborando con il governo tibetano in esilio, ha maturato l'idea
che la migliore prospettiva realistica per progredire nella tutela delle
minoranze consista in un rafforzamento dell'autogoverno nell'ambito
dell'autonomia territoriale. Tra gli esempi «positivi» in questo senso spicca
quello dell'Alto Adige/Südtirol. Lo stesso Dalai Lama, in visita a Bolzano nel
1997 per conoscerne meglio il modello di autonomia, rimase favorevolmente
colpito dalla salvaguardia della cultura locale e dalla co‑gestione del
potere fra i vari gruppi linguistici presenti sul territorio.
In occasione del 50° anniversario della pacifica insurrezione del popolo
tibetano a Lhasa, il 10 marzo 1959, questo libro intende proporre strumenti
utili alla riflessione sulla questione tibetana e chiarire la natura di un
contributo italiano a possibili soluzioni sostenibili.
Eva Pföstl insegna Diritto delle minoranze e dei
gruppi presso la LUSPIO di Roma. È direttrice dell'area giuridico-economica
dell’Istituto di Studi Politici «San Pio v». Negli ultimi dieci anni ha
conosciuto direttamente la realtà tibetana recandosi più volte in Tibet e a
Dharamsala (India), sede del governo tibetano in esilio.