L'INFERNO
DEGLI ESAMI
Studenti mandarini e fantasmi
nella Cina imperiale
A cura di |
MIYAZAKI
Ichisada |
Editore |
Bollati
Boringhieri, Torino |
Prima edizione |
1988 |
Pagine |
186 |
Traduzione
dall'inglese e a cura di: |
Alessandro
Russo |
Titolo originale |
Kakyo: Chugoku no Shiken Jigoku
© 1963 Chuo Koron-sha
e
1976
John Weatherhill Inc. New York
|
Secondo il
confucianesimo – più pedagogia che filosofia – la condizione ottimale dell’uomo
su questa Terra e la preservazione dell’ordine costituito passano attraverso le
gerarchie e i rituali. Ma i rituali dell’Impero Celeste presuppongono anche, a
fianco dell’obbligo di osservare i regolamenti, una sorta di “uguaglianza delle
opportunità”. Sicché nell’impero più centralizzato e burocratico che sia mai
esistito, lo studio umanistico può fare avanzare nella scala sociale anche a
dispetto della nobiltà del sangue. Da cui la grande importanza degli esami,
aperti a tutti, per il reclutamento dei mandarini, gli uomini votati al
servizio dello Stato. Ma la selezione, nel paese di Confucio e del taoismo, si
tramuta in un grottesco disciplinamento dell’attività intellettuale. I poveri
aspiranti mandarini devono sottostare a un rito disciplinare, a una cerimonia
dell’obbedienza alla gerarchia che finisce con il mummificare il sapere e inaridire
il pensiero. A vincere, insomma, non è la meritocrazia ma l’esigenza – direbbe
Foucault – di “sorvegliare e punire”. In questo libro, denso e brillante
distillato di una lunga esperienza di studi, Miyazaki offre una rigorosa
documentazione, privilegiando soprattutto la tradizione narrativa – questi riti
burocratici, infatti, hanno solleticato da sempre l’inventiva satirica. L’inferno
degli esami ripercorre, seguendo un ideale filo biografico, la carriera di
un mandarino: dagli esami in età infantile a quelli, terribili, al cospetto del
Figlio del Cielo. Tutt’intorno, “sotto la pomposità di una cerimonia sempre più
insensata – scrive Alessandro Russo nell’introduzione – si addensano studenti,
esaminatori imperiali, copisti, segretari, soldataglia, popolani, grandi e
piccoli funzionari, monaci, mogli, concubine, indovini e, naturalmente, ogni
sorta di spiriti e demoni, le cui vicende, ricche di colpi di scena,
contrastano accortamente con l’ossessivo, lento ripetersi del cerimoniale”. E
al di là della curiosità per la “cineseria”, la grande vivacità di scrittura fa
sorgere il sospetto che si tratti di cose che ci riguardano.
Ichisada Miyazaki
(nato nel 1901), professore di Storia orientale all’Università di Kyoto, ha
insegnato anche a Parigi e a Harvard. Ha dedicato la sua carriera di studioso
alla Cina, con particolare riferimento agli aspetti sociali, economici e
istituzionali. È tra i più noti esponenti della “Scuola di Kyoto”, corrente
storiografica la cui influenza innovativa è stata paragonata a quella francese
delle “Annales”.
|