A due anni dalla vittoria di
Mao e dei comunisti e dalla nascita, nell'ottobre del '49, della
Repubblica Popolare, Anna Seghers è in Cina per esprimere solidarietà,
ascoltare le voci di un popolo giovane e determinato, raccogliere
immagini e pensieri, cogliere emozioni. Ne nasce un resoconto di viaggio
correlato da un'ampia raccolta di fotografie, pubblicati ora per la
prima volta in Italia.
Anna Seghers (Magonza
1900 - Berlino Est 1983). Tedesca, ebrea, comunista. All'avvento del
nazismo, che ha contrastato con l'impegno politico e letterario - di
quegli anni il romanzo La rivolta dei pescatori di Santa Barbara
- è costretta all'esilio, prima in Francia e poi in Messico, dove
ritrova Tina Modotti e stringe amicizia con Frida Kahlo e Diego Rivera.
I suoi scritti bruciano nella notte dei famigerato rogo dei libri,
organizzato dai nazisti il 10 maggio 1933. Nel dopoguerra rientra in
Germania con la convinzione di poter contribuire al riscatto della
lingua tedesca. È tra le fondatrici della DDR e si stabilisce nella
parte di Berlino che ne è capitale, diventa presidentessa dell'Unione
degli Scrittori, un compito che assolve con la determinazione e la
libertà che la portano ad affermare l'imprescindibile necessità di
"respirare alla luce delle parole". Intensi i rapporti di
amicizia con gli scrittori del suo tempo: Brecht, Mann, Hikmet, Guillen,
Shuteriqi, Trifonov, Neruda, Amado. In Italia tutti i suoi romanzi
escono nel dopoguerra. Tra gli altri La settima croce e I
morti restano giovani. È l'autrice tedesca più pubblicata e letta
sino al 1957, quando la nascita dell'attuale Unione Europea, allora MEC,
impone, tra i vincoli per i paesi contraenti, il blocco di qualunque
relazione economica e culturale con la DDR.