IL SOGNO DELLO SCIMMIOTTO
Autore |
Dong Yue |
Editore |
Marsilio, Venezia |
Collana |
I pipistrelli |
Prima edizione |
settembre 1992 |
Pagg. |
187 |
Introduzione e traduzione di |
Paolo Santangelo |
Titolo originale |
Xiyoubu |
La scimmia è uno degli animali-chiave dell'universo letterario
e mitologico cinese; presente in cicli di leggende, nella tradizione religiosa e popolare,
assurta tra le divinità, oggetto di culto fino ai nostri giorni, essa ha esercitato e
continua a esercitare un fascino indiscutibile nell'immaginario del popolo e degli
intellettuali della Cina.
Il Sogno dello Scimmiotto, scritto nel 1640, prende spunto da una delle più famose
opere della letteratura cinese, Il viaggio in Occidente di Wu Cheng'en
(1500,1582), ispirata a sua volta a un fatto reale, l'avventurosa spedizione in India
del monaco Xuanzang alla ricerca di testi buddhisti. Su Xuanzang, sul suo viaggio e sui
leggendari suoi compagni, tra i quali il più famoso è appunto lo Scimmiotto, fiorì una
grande tradizione orale e scritta. In questo romanzo, che lo vede protagonista, lo
Scimmiotto sembra assommare in sé tutte le qualità complesse e contraddittorie
dell'archetipo: è insieme animale uomo demone dio. E il suo viaggio pieno di
peripezie tra il meraviglioso e il verosimile, è un viaggio allegorico che si configura
come uno smarrimento della mente e del cuore e un conseguente, faticoso cammino verso
l'illuminazione. Il travagliato pellegrinaggio verso la salvezza e la verità diventa
però anche un'esplorazione profonda della psiche, che tradisce un'inquietudine
esistenziale e un malessere morale molto vicini alla sensibilità moderna. Avventure
picaresche e fantasie erotiche, frammenti di storia e satira politica, massime
moralistiche, metafore, allegorie, segnano le tappe di una ricerca che può essere letta e
interpretata anche come un viaggio all'interno dell'io.
Dong Yue (1620-1686), dall'appellativo Ruoyu e
dallo pseudonimo Xi'an, visse in un periodo particolarmente travagliato della storia
cinese, a cavallo degli ultimi anni della dinastia Ming e dei primi anni della dinastia
Qing. Proveniente da un'antica e potente famiglia di letterati del Zhejiang, come il
padre si tenne lontano dalle cariche burocratiche, raccomandando anche ai suoi sei figli
di fare altrettanto. A sette anni aveva appreso il sanscrito, a 10 anni era in grado di
comporre dei saggi. A 21 anni scrisse il Sogno dello Scimmiotto. A 37 anni si fece
monaco e per oltre 30 anni condusse una vita ascetica, lontana dai centri urbani,
componendo anche poesie e soprattutto trattati buddhisti: è autore infatti di scritti sui
sogni, di saggi di argomento buddhista e taoista, di astronomia e geografia.
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