Lirresistibile successo della riforma economica di Deng
Xiaoping ha sbalzato di colpo un paese immenso come la Cina, fino a ieri considerato
sovrapopolato, al primo posto nel mondo per rapidità della crescita e dinamicità del
progresso sociale ma senza turbarne la stabilità, nonostante lombra di
Tiananmen.
Negli anni Ottanta un regime comunista guidato da un leader nonagenario ha introdotto
gradualmente, a partire dalle zone costiere del paese, alcune istituzioni chiave del
capitalismo, assicurando alla riforma il consenso dei più importanti settori della
società. I frutti dello sviluppo hannobeneficiato gli strati più poveri della
popolazione.
Quello che avviene in Cina suona piuttosto critico nei confronti delle riforme economiche
avviate, con il concorso di illustri economisti occidentali, nellEuropa orientale,
in Russia e negli altri paesi dellex Unione Sovietica: qui infatti privatizzazioni
precipitose, carenze istituzionali, instabilità politica hanno portato alla paralisi
produttiva e al crollo monetario.
Intanto, calcoli compiuti con criteri occidentali hanno rilevato che il valore del
prodotto nazionale cinese è sensibilmente maggiore di quanto indicato nelle statistiche
ufficiali. In una dozzina danni, allattuale tasso di crescita, leconomia
cinese potrebbe raggiungere la dimensione totale di quella statunitense. Lemergere
di una nuova superpotenza di tali proporzioni preannuncia cambiamenti senza precedenti
nella geopolitica mondiale.
William H. Overholt è direttore della Bankers
Trust Company a Hong Kong e consigliere politico di numerosi governi asiatici.