IL
GRANDE TRENO
Autore |
Abrahm Lustgarten |
Editore |
Longanesi, Milano |
Prima edizione |
2008 |
Pagine |
288 |
Titolo originale |
China's Great Train
© 2008 by Abrahm Lustgarten |
Traduzione (dal cinese) di |
Maria Cristina Bitti |
N. ISBN |
978-88-304-2529-3 |
Nell'estate del 2006 viene inaugurata la linea ferroviaria che collega Pechino a Lhasa, la capitale del Tibet: un evento che corona un progetto ambizioso, la cui realizzazione è durata oltre quarant'anni. Il piano fu presentato come una politica di apertura verso una zona remota e primitiva che da quella magnifica opportunità doveva trarre solo vantaggi: l'oriente della Cina, lanciato nella corsa all'espansione del suo impero economico, tendeva una mano al suo arretrato occidente per portarlo ai vertici della società moderna. Ma dietro quell'impresa, a cui per primo aveva pensato lo stesso Mao, c'era ben altro. A poco a poco il governo di Pechino ha scoperto le sue carte: il Tibet non soltanto era (ed è) un paradiso di risorse minerarie che poteva (e può) consentire alla Cina la completa indipendenza dalle importazioni di materie prime, ma soprattutto una zona strategica nei giochi politici con l'India. Ben lungi dall'aver apportato vantaggi alla Regione autonoma, la ferrovia ha creato flussi incontrollati di immigrazione dalla Cina che hanno provocato un rapido processo di perdita di identità dei tibetani: molti abitanti dell'altopiano si sono visti portare via casa, religione, lingua, lavoro, e la comunità rurale è stata in gran parte deportata in insediamenti prefabbricati e privata delle tradizionali attività di pastorizia e agricoltura.
Mosso dalla passione e da un vivo interesse, il giornalista Abrahm Lustgarten accompagna il lettore lungo l'avvincente e doloroso cammino di un popolo che, malgrado le campagne internazionali e lo spazio riservatogli dai media, è senza voce. Gli ultimi sessant'anni di storia tibetana racchiudono efferatezze di ogni tipo, crudeli ingiustizie, ma soprattutto un silenzio che
grida a pieni polmoni: quello della gente comune, alla quale l'autore di questo reportage ha restituito volti, realtà, pensieri e sentimenti. Non importa se i nomi sono alterati per evitare il pericolo di nuove repressioni e nuovi dolori. Il libro di Lustgarten diventa una straordinaria chiave di lettura dell'attuale situazione del Tibet e apri gli occhi a chi, fino a oggi, ha pensato il vero e unico problema fosse la mancanza di riconoscimento dell'indipendenza. E lo fa con una lucidità che colpisce e stimola riflessioni amare sulla forza distruttiva degli interessi economici, quando non sono guidati dalla mano ferma della democrazia.
Abrahm Lustgarten, giornalista, lavora con varie testate, fra cui Fortune, Esquire, The New York Times, Outside, Sports Illustrated e National Geographic Adventure. Vive tra New York e l'Oregon.
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