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IL DEMONE E IL DALAI LAMA

Il demone e il Dalai Lama

Autore

Raimondo Bultrini

Editore

Baldini Castoldi Dalai, Milano

Prima edizione

2008

Pagine

408

N. ISBN

978-886073457-0

Un lama e due monaci suoi collaboratori vengono uccisi a poche centinaia di metri dalla residenza in esilio del Dalai lama. I tre stavano traducendo in cinese un testo del Buddha sull'Origine dipendente dei fenomeni. L'indagine sul brutale omicidio apre al commissario indiano Singh le porte di un universo a lui sconosciuto.
Con il suo vice Amithaba, Singh ricostruisce i fatti e identifica i colpevoli del delitto in alcuni seguaci del culto di Dorje Shugden, uno spirito dai temibili poteri mondani. Ma i presunti assassini sono fuggiti in Tibet, e í giudici non ritengono le prove raccolte sufficienti a punire i mandanti, tra cui figurano i vertici di una società ispirata a Shugden che ha sede nel quartiere degli esuli di Delhi.
Partendo dai risultati di Síngh, un giornalista investigativo, l'autore, cerca allora di imboccare un percorso alternativo, ricostruendo la mistica che si cela dietro il crimine. L'indagine lo porta indietro nel tempo fino all'epoca del Quinto Dalai lama e di un suo contemporaneo morto in circostanze mai chiarite nel grande monastero di Drepung, alle porte di Lhasa. Come si scoprirà, la leggenda della scomparsa di quest'ultimo e della sua successiva trasformazione nell'essere demoniaco oggetto del culto ha attraversato la storia tibetana, riaffiorando nei suoi momenti cruciali.
Anche l'attuale Dalai lama ha onorato per anni il culto di Shugden, ma progressivamente se n'è distaccato, creando le condizioni per una sorta di scisma dagli esiti imprevedibili. Deciso a combattere lo spirito settario coltivato da una parte del clero della sua scuola Gelupa, il leader tibetano rivela all'autore i propri timori; che sembrano trovare conferma negli eventi più recenti, poiché i seguaci di Shugden sono entrati nell'area di influenza delle autorità cinesi.
Il rapporto tra lama dissidenti e regime comunista si fa ogni giorno più stretto; ponendo le basi per un'alleanza che punta a eliminare dal futuro del Tibet ogni traccia del lignaggio dei Dalai lama. La sfida è iniziata, e coinvolgerà ancora parecchie generazioni di tibetani e cinesi, ma anche di occidentali interessati ai segreti delle civiltà dell'Asia.

Raimondo Bultrini, giornalista professionista dal 1979, ha lavorato all'«Unità» e a «Paese Sera», occupandosi di temi politici, giornalismo investigativo e denuncia sociale. Successivamente ha concentrato il suo interesse sulle filosofie orientali, sulle politiche asiatiche e sul buddhismo, diventando direttore delle riviste «Oriente» e «Merigar Letter». Dopo un anno trascorso in Cina e in Tibet seguendo il professore e maestro Choegyal Namkhai Norbu, ha scritto il libro In Tibet. Ha prodotto documentari per Samarcanda, Mixer, Format e La7 tra i quali La caduta del Muro di Pechino. Dal 2000 è collaboratore dal Sudest asiatico del gruppo editoriale la Repubblica/L'espresso e ha pubblicato oltre cinquecento articoli sull'Asia, seguendo gli eventi più importanti per «la Repubblica», « L'espresso», «il Venerdì», «Limes» e «D donna».
Dopo l'11 settembre 2001 è stato inviato in Pakistan e Afghanistan. Nel 2002 ha diretto il film documentario Madre Teresa, una santa indiana. Fra le sue più importanti interviste, ci sono quelle effettuate nei numerosi incontri con il Dalai lama. Vive in Thailandia.

 

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